13 Luglio 2021
Papa Francesco malato. L'Angelus di domenica 11 luglio
Concluso il ricovero, Papa Francesco mercoledì 14 luglio 2021 è rientrato in Vaticano. Dimesso dal «Policlinico Gemelli» ed è tornato a Casa Santa Marta verso mezzogiorno, fermandosi prima in preghiera a Santa Maria Maggiore «per ringraziare la Madonna del felice esito della degenza» e ricordare nella preghiera gli ammalati.
«In questi giorni di ricovero in ospedale ho sperimentato ancora una volta quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi» ma non ancora nel Terzo Mondo.
«Rivolgo un particolare pensiero a coloro che scelgono il volto della sofferenza, con gli ammalati, soprattutto i più fragili e vulnerabili».
«Nel condividere la gioia per la vittoria della Nazionale argentina e di quella italiana», Papa Francesco si sofferma «sul significato dello sport e dei suoi valori e sulla capacità di saper accettare anche la sconfitta».
Dieci giorni di ricovero in ospedale (4-14 luglio 2021) – Come sappiamo bene, Francesco non desidera che la sua persona sia al centro dell’attenzione, ma qualche volta è inevitabile. Come in questo ricovero per l’operazione al colon del 4 luglio 2021, seguito dai media di tutto il mondo. «Ha completato il decorso post operatorio» – spiega la Sala stampa vaticana – «ma per ottimizzare la terapia» rimane ricoverato ancora qualche giorno. Domenica 11 luglio recita l’Angelus dal terrazzino del 10° piano del «Policlinico Gemelli» circondato da piccoli pazienti del vicino reparto di oncologia che aveva incontrato con i familiari, il personale medico e infermieristico: «Vi ringrazio tutti: ho sentito molto la vostra vicinanza e il sostegno delle vostre preghiere. Grazie di cuore! L’evangelista Marco racconta la sollecitudine dei discepoli, inviati da Gesù, nei confronti dei malati: li ungevano con l’olio e li guarivano. L’olio è immagine del sacramento dell’Unzione dei malati, ma è anche l’ascolto, la vicinanza, la premura, la tenerezza di chi si prende cura della persona malata. Tutti abbiamo bisogno, prima o poi, dell’“unzione” della vicinanza e della tenerezza, e tutti possiamo donarla a qualcun altro, con una visita, una telefonata, una mano tesa a chi ha bisogno. Ricordiamo che, nel “protocollo del giudizio finale”, una delle cose che ci domanderanno sarà la vicinanza ai malati».
Esprime contentezza di poter «mantenere l’appuntamento domenicale»: «Un sistema sanitario che assicuri un buon servizio, gratuito e accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi, è un bene prezioso che non va perso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti. Anche nella Chiesa succede a volte che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non va bene economicamente, e il primo pensiero è venderla. Ma la tua vocazione non è avere dei quattrini, è fare il servizio, e il servizio sempre è gratuito. Non dimenticatevi: salvare le istituzioni gratuite». La gratitudine e l’incoraggiamento del Pontefice vanno «ai medici, agli operatori sanitari e al personale di questo e di altri ospedali, che lavorano tanto».
«Toccando con mano l’umana dedizione del personale medico-sanitario» Papa Bergoglio rivolge «un particolare pensiero a tutti coloro che con cura e compassione scelgono il volto della sofferenza, coinvolgendosi in una relazione personale con gli ammalati, soprattutto i più fragili e vulnerabili». Nei due anni di pandemia ogni settimana il Vescovo di Roma esprime riconoscenza e incoraggiamento a medici, infermieri, volontari, tutto il personale. Affida i malati «a Maria, salute degli infermi». Ma pone una domanda importante, che esiste da quando c’è l’umanità e alla quale non si riesce a dare una risposta soddisfacente: «Qui ci sono alcuni amici bambini malati, perché soffrono i bambini? Perché soffrono i bambini è una domanda che tocca il cuore: accompagnarli con la preghiera e pregare per tutti i malati, specialmente per quelli in condizioni più difficili: nessuno sia lasciato solo, ognuno possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza, della tenerezza, e della cura».
Rivolge un appello sulla drammatica situazione di Haiti auspicando che vengano deposte le armi e si scelga di vivere insieme fraternamente. Ricorda che in Italia, per iniziativa della Conferenza episcopale, si celebra la «Domenica del mare», dedicata in particolare ai marittimi ai quali assicura la preghiera. Raccomanda di curare la salute del mare: «Niente plastica in mare!». Non si dimentica che la sua Argentina ha vinto la «Còpa America» e la sua Italia ha vinto il Campionato europeo: «Nel condividere la gioia per la vittoria della Nazionale argentina e di quella italiana», si sofferma «sul significato dello sport e dei suoi valori e sulla capacità sportiva di saper accettare qualsiasi risultato, anche la sconfitta: solo così, davanti alle difficoltà della vita, ci si può sempre mettere in gioco, lottando senza arrendersi con speranza e fiducia».
Pier Giuseppe Accornero
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