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Chiesa  

Papa Francesco all'Azione Cattolica parla del Sinodo della Chiesa italiana

Papa Francesco all'Azione Cattolica parla del Sinodo della Chiesa italiana

Dall’Azione Cattolica Papa Francesco si aspetta un contributo essenziale alla Chiesa e al Paese per «un Sinodo dal basso». Il 30 aprile 2021 riceve il Consiglio direttivo alla vigilia della XVII assemblea nazionale da remoto «Ho un popolo numeroso in questa città» e invita «a non guardarsi allo specchio, camminiamo verso la gente: “Azione” come gratuità, “cattolica” come farsi prossimo, “italiana” aiutando la comunità ecclesiale nello stile indicato nel convegno di Firenze». La Chiesa italiana «riprenderà» nell’assemblea Cei (24-27 maggio 2021) Firenze 2015 «per toglierlo dalla tentazione di archiviarlo».

«Cammino sinodale in ogni comunità cristiana dal basso all’alto». Per il Pontefice «una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che si pone in ascolto dello Spirito e di quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il grido dei poveri e della Terra. Quello sinodale non è un piano da programmare e realizzare ma uno stile da incarnare». L’Azione Cattolica deve diventare «una “palestra” di sinodalità; è stata e potrà continuare a essere un’importante risorsa per la Chiesa italiana, che si interroga su come maturare questo stile a tutti i livelli: all’insegna di dialogo, discussione, ricerche, ma con lo Spirito Santo». L’AC continui a rispettare «la laicità, antidoto all’autoreferenzialità. Quando non si vive la laicità vera nella Chiesa, si cade nell’autoreferenzialità. Fare Sinodo non è guardarsi allo specchio, neppure guardare la diocesi o la Conferenza episcopale» ma è «camminare insieme dietro al Signore e verso la gente». Laicità è «antidoto all’astrattezza: il percorso sinodale deve condurre a delle scelte: per essere praticabili, devono partire dalla realtà, non dalle tre-quattro idee alla moda» non per lasciare la realtà com’è «ma per incidere in essa, farla crescere nella linea dello Spirito Santo, trasformarla secondo il progetto di Dio».

Papa Francesco

Tre parole chiave: «Azione, cattolica, italiana». L’«azione deve avere come prima caratteristica la gratuità: la spinta missionaria non si colloca nella logica della conquista ma in quella del dono. E la gratuità, frutto maturo del dono di sé, chiede di dedicarsi alle comunità assumendo la responsabilità dell’annuncio, e domanda di ascoltare i territori, sentendone i bisogni, intrecciando relazioni fraterne. L’AC, fatta di tanti “santi della porta accanto”, deve continuare perché la santità è eredità da custodire e vocazione da accogliere». La presenza dell’AC «spesso non fa rumore, ma è presenza fedele, generosa, responsabile. Umiltà e mitezza sono le chiavi per vivere il servizio, non per occupare spazi ma per avviare processi». Traduce la parola «cattolica» con «farsi prossimo»: può fare molto perché è un’associazione di laici: «È diffusa la tentazione di pensare che la promozione del laicato passi per un maggiore coinvolgimento dei laici nelle “cose dei preti”. Per essere valorizzati non avete bisogno di diventare qualcosa di diverso da quello che siete per il Battesimo. La vostra laicità è ricchezza per la Chiesa». I laici di AC possono «aiutare la Chiesa e la società a ripensare quale umanità vogliamo essere, quale Terra vogliamo abitare, quale mondo vogliamo costruire», portando un contributo originale all’«ecologia integrale». «Italiana»: l’Associazione «è sempre inserita nella storia italiana e aiuta la Chiesa in Italia a essere generatrice di speranza per tutto il Paese».

«Accanto al Papa nel cammino sinodale». Bisogna pensare il futuro dell’Italia con uno sguardo inclusivo e con una visione di lungo periodo mettendo al centro l’educazione delle giovani generazioni; investendo per creare occasioni di sviluppo e lavoro; promuovendo un’economia che non crei «scarto ed esclusione» dice il Consiglio nazionale – 800 delegati per 270 mila soci – nel messaggio alla Chiesa e al Paese: «Occorre prendere sul serio la sfida della cura del creato nella logica dell’ecologia integrale. Non potrà esserci futuro senza la pace: per costruirla occorre un grande lavoro educativo oltre a scelte concrete come la riduzione delle spese nella fabbricazione di armi. Rivolgiamo lo sguardo al Mediterraneo, dove avvengono tragedie imperdonabili». È un «tempo difficile, imprevisto e inedito. Speriamo che a breve la fase più critica dell’emergenza sia superata e ci auguriamo una nuova primavera. Ma la pandemia non potrà essere archiviata come una parentesi della storia. Ne rappresenta una cesura, una svolta che accelera il “cambiamento d’epoca” chiesto da Francesco nel 2015 a Firenze». Il nuovo Consiglio nazionale è composto. Adulti: Massimiliano Bossio, Francesco Carrozzo, Nicola De Santis, Paola Fratini, Renato Meli, Paola Panzani, Angela Paparella. Giovani: Matteo Benedetto, Alice Bianchi, Maria Chiara Carrozza, Emanuela Gitto, Tommaso Sereni, Giuditta Torrini, Lorenzo Zardi. Azione Cattolica ragazzi: Claudia D’Angelo, Claudia D’Antoni, Emanuele Lovato, Alberto Macchiavello, Giuseppe Telesca, Maurizio Tibaldi, Marta Zambon.

Pier Giuseppe Accornero

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