E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele

Michea 5,1

 

Il villaggio: se da un lato offre scene meravigliose di vita agreste, natura incontaminata, scorci da cartolina, negozi stracolmi di ogni ben di Dio, orti rigogliosi, e abitanti dediti al loro lavoro, dall’altra, si sa, la chiacchiera è il quotidiano passatempo, e da una battuta innocente e spiritosa si finisce facilmente nel campo dell’invidia, della bugia, dell’offesa.

E’ molto consolante vedere come nel presepe ci sia proprio il villaggio, nella sua versione positiva e negativa, un villaggio che senza mettersi maschere, diventa il testimone del mistero più grande, quello nel quale Dio Padre diventa figlio, e Maria, figlia del villaggio, diventa madre di Dio.

Il villaggio che ciascuno di noi contiene, nel suo brusio e nei suoi silenzi, è scelto come luogo perfetto per accogliere la vita di Dio: non temere, non ti schernire per ciò che sei! Accogli Maria, Giuseppe e il bambino, intona il tuo canto più bello e accendi la tua lanterna per incontrare chi, da sempre, ti desidera.

Voci e schiamazzi,
mercanzie e animali
corse di bambini e
cori di giovani:
tutto diventa prezioso
per chi desidera essere uno con te.

Vieni Figlio di Dio
abita questo villaggio
unisci la tua voce alla nostra
insegnaci i tuoi sentieri
cammina con noi:
eccoci per come siamo
accoglici e trasformaci
in un’umanità rinnovata.

Luca Rubin