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Chiesa  

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

Commento alle letture della solennità  della SS. Trinità (Anno B) a cura di Carmela Pietrarossa. Domenica 31 maggio 2015. 

In ascolto della Parola, Verità sul nostro cammino

“Ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?” (Dt 4, 34).

“Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!»” (Rom 8,14-15).

“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»” (Mt 28,19-20).

La Parola ci traccia la Via
La Chiesa, oggi, esulta contemplando il mistero della Trinità Santissima. La prima lettura della liturgia della Parola di questa domenica, in particolare, contiene un invito a non permettere che il nostro incedere nella vita sia scandito dal ritmo dell’amnesia spirituale, bensì da quello della memoria di ciò che è stato per riconoscervi una presenza paterna e provvidente.
Ricostruire la nostra storia personale, infatti, apre il cuore al ringraziamento ed accende la speranza che quanto è stato sarà, che il miracolo del quotidiano, con tutte le sue incombenze, tornerà ad allietarci se immergeremo le nostre esistenze in quell’oceano di Grazia e di Amore che è la Trinità santissima, nella quale amiamo perderci e dinanzi alla quale la ragione arretra irrimediabilmente, riconoscendosi limitata.
Non tre realtà separate ed autonome, ma tre Persone in relazione che operano all’unisono per far entrare nella circolarità del loro amore ogni uomo.
Il Padre manifesta la sua paternità non esitando a donarci suo Figlio, e non cessa di dimostrare concretamente la sua magnanimità, facendo splendere il suo sole su tutti, buoni e cattivi.
Gesù ci rivela il volto del Padre: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9), quanto si dice del Figlio si può dire del Padre e viceversa. L’amore che il Figlio ha dimostrato verso l’uomo sopportando umiliazioni e percosse, e morendo in croce per lui, è lo stesso che nutre il Padre per le sue creature, che nel Figlio, vuole tutte salve e accanto a sé nella gloria
E’ lo Spirito, vincolo d’amore tra il Padre ed il Figlio, che, agendo in noi, ci aiuta a riconoscere e a chiamare Dio con il nome che gli appartiene: “Padre”.
Un padre genera i suoi figli, si prende cura di loro, li segue e li istruisce, ma li lascia liberi anche di sbagliare; li attende quando si attardano su strade impervie, guarda da lontano e scruta il loro ritorno per abbracciarli anche se gli hanno deliberatamente voltato le spalle.
L’amore del Padre, che si è reso palese nei patimenti del Figlio, è senza fine. Anche per una sola delle sue creature il Padre avrebbe chiesto il sacrificio del Figlio, perché davanti a Lui non c’è la moltitudine senza nomi e senza volti, ma c’è la sua creatura, unica e preziosa ai suo occhi.
Il luogo, infatti, dove la Trinità ama dimorare e danzare è il cuore dell’uomo; qui desidera realizzare il suo capolavoro, che ha nello Spirito il suo artista per quanti, docilmente, si pongono in ascolto della sua Parola.
Lo Spirito che aleggiava all’inizio della creazione, continua a generare figli di Dio laddove la predicazione della Parola prepara i cuori ad accoglierlo.
Lo Spirito non alza la voce, non impone la sua presenza, ma con molta discrezione e chiedendo sempre permesso, suggerisce le vie di Dio per condurre l’uomo alla felicità già su questa terra.
La Parola diventa Vita, nell’oggi del tempo
“Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo” (Sal 32).

Buona domenica in Gesù Maestro, Via, Verità e Vita!

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