21 Febbraio 2015
Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto

Commento alle letture della I domenica di Quaresima (B) a cura di Carmela Pietrarossa. Domenica 22 febbraio 2015
Dio disse: “Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra” (I lettura, Gen 8,13).
“Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio” (II lettura, 1Pt 3,18).
“In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana” (Mc 1,12).
La Parola ci traccia la Via
Con l’imposizione delle ceneri abbiamo dato inizio al cammino quaresimale, tempo forte dell’anno liturgico da non lasciar trascorrere invano, in quanto nuova opportunità offertaci per ritrovare noi stessi in rapporto con Dio, che sempre resta attento a cogliere il ritorno del nostro cuore.
La liturgia di oggi si apre con una bellissima immagine, quella dell’arcobaleno, quale “segno dell’alleanza” stipulata dal Signore con ogni essere della terra, resa perfetta con la venuta di Cristo, che offre la vita per riportarci tutti a casa (cfr. 1Pt 3,18).
La sua reale umanità lo espone alle medesime tentazioni che toccano ogni uomo, anzi il testo di Marco ci dice che “lo Spirito sospinse Gesù nel deserto”. Il Signore, dunque, permette questo tempo di prova nella sua vita, quale è la tentazione, quasi per abilitarlo alla missione.
Non c’è fedeltà e non c’è amore, dunque, che non vengano provati; ogni matrimonio o consacrazione religiosa saranno vagliati al fuoco della tentazione perché rivelino la loro dimensione di vero amore o di semplice infatuazione.
Nella tentazione di Gesù, che non è una passeggiata, ma sofferenza, vi è quella di ciascuno di noi, nella sua lotta contro il peccato, lotta talvolta lacerante; in quella sua prova vi è, inoltre, la medesima nostra fatica di vivere il Vangelo, Parola spesso dura ed impegnativa. Nella sua vittoria la nostra capacità di superare la prova in Lui. Anche nella tentazione, infatti, Gesù resta al nostro fianco per aiutarci a superarla, anzi per viverla in noi e con noi: “Tutto posso in colui che mi dà forza” (Fil 4,10-19) , ci dice S. Paolo.
Cos’è la tentazione, allora, se non un’attestazione della nostra fedeltà a Dio, nonostante la nostra povertà. Non si tratta di “non fare” – le negazioni hanno sempre un effetto negativo su di noi -, ma, piuttosto, di “scegliere” di essere e fare per il Signore. Convertirsi e credere nel Vangelo ha essenzialmente questo significato positivo di rinnovata fiducia e affidamento a Lui, rimettendo la Parola al centro del nostro cammino. Intanto noi scegliamo Dio in quanto scelti da Lui, che ha dato la vita sulla croce per ciascuno di noi. Quale amore più grande di questo!
La Parola diventa Vita, nell’oggi del tempo
Signore, oggi, all’inizio del cammino quaresimale scelgo te, la tua Parola, la tua Vita, il tuo Amore. Non mancheranno tentennamenti, defezioni, oscillazioni e distrazioni di vario genere, tuttavia, alla scuola della tua Parola, ai piedi del tuo Tabernacolo e della tua croce, ritroverò la forza per riprendere quel cammino un po’ stanco, che talvolta mi contraddistingue. Sì, Signore, perché non avrebbe senso andare senza di te, scegliere una via semplice che nel lungo periodo mi lasci solo tanta amarezza. Oggi scelgo di nuovo te, che sei l’Amore e mai mi hai deluso!
Buona quaresima!
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