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Chiesa  

Le testimonianze dei pinerolesi al pellegrinaggio dei catechisti

Le testimonianze dei pinerolesi al pellegrinaggio dei catechisti

Nell’anno della fede anche i catechisti di tutto il mondo si sono riuniti a Roma per sentire l’abbraccio di Pietro e del suo successore papa Francesco domenica 29 settembre. Pinerolo c’era.

Un piccolo gruppo di catechisti diocesani di varie parrocchie guidato dal diacono Valter Mosca, responsabile dell’Ufficio catechistico diocesano è partito venerdì notte alla volta della capitale. Nel gruppo anche don Mario Filippi, salesiano della comunità di Monte Oliveto, che ha curato il progetto per la nuova catechesi a Pinerolo. Prima dell’incontro con il papa, sabato 28, i pellegrini catechisti hanno fatto la loro “confessio fidei” sulla tomba di Pietro.

Nel pomeriggio una catechesi nella chiesa di Sant’Ignazio. Don Filippi ha paragonato il catechista a una massaia che prepara il pane. La farina sono i ragazzi che sono affidati. L’acqua è quella del battesimo che innesta nella vita di Cristo. La massaia come il buon catechista impasta farina e acqua, i bambini nella vita di Gesù, e poi li consegna al fuoco, lo Spirito Santo, per renderli pronti a spendersi nell’amore di Dio.

I più di 200 mila catechisti provenienti da tutto il mondo si sono poi dati appuntamento in piazza San Pietro la domenica mattina per celebrare nella gioia l’eucaristia presieduta da papa Francesco. Pinerolo era già pronta davanti ai cancelli della piazza alle 7.30 del mattino. Con tanto di striscione.

Il papa ha ricordato che il catechista è il custode dell’amore di Dio e deve trasmetterlo a chi è intorno con la vita. Non “si fa” il catechista. Bisogna “essere” catechisti. Con il suo solito stile vicino alla gente il papa, dopo aver ricevuto il saluto di monsignor Rino Fisichella, responsabile della nuova evangelizzazione, è salito sulla papa-mobile che lo ha portato in mezzo alla piazza gremita fino al termine di via della Conciliazione.

Le foto di rito e la memoria che diventa responsabilità sono le cose che i pellegrini si sono portati a casa nel rientro subito dopo l’Angelus. Ecco alcune testimonianze di chi c’era.

L’universalità della Chiesa

Per me è stato molto emozionante, soprattutto la professione di fede sulla tomba di San Pietro; tutti insieme a recitare il credo per confermare a Dio la nostra fede in Lui. Durante la messa della domenica ho sperimentato l’universalità della Chiesa così come voluta da Dio e concretizzata da suo figlio Gesù Cristo! È stato veramente bello trovarsi tra migliaia di persone di nazionalità, lingua e cultura diverse, tutti uniti in una sola fede! Bella la presenza di Papa Francesco che è davvero un gran bel papa.

Monica

Non siamo soli

Quello che penso di avere portato a casa da questo pellegrinaggio è la certezza di fare parte di qualcosa più grande, di unico. Non siamo sicuramente soli (le tante persone a Roma lo dimostrano) a volte basta avere un po’ più di coraggio e fiducia, al resto sicuramente ci penserà chi è più in alto di noi.

Enrica

Una promessa

La Professione di Fede che abbiamo fatto intorno alla Tomba di Pietro è stato, per me, il momento più emozionante. Recitare il “Credo” in quel luogo è un impegno importante che ci siamo presi e che nel corso della nostra missione di catechisti dobbiamo sempre onorare. Di fronte a Papa Francesco abbiamo fatto una promessa e sicuramente la Sua preghiera ci sosterrà nel nostro compito. Un fraterno abbraccio.

Gabriella

La memoria di Dio

Il Papa ci ha detto che il catechista alimenta e custodisce la Parola di Dio. Catechista come memoria di Dio. Ma la memoria si alimenta con un costante, vitale, rapporto con Lui e con il prossimo. Sulla tomba di Pietro abbiamo potuto rinnovare il nostro “sì” alla missione che Lui ci affida ogni giorno.

Claudia

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