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Chiesa  

L'arcivescovo di Torino mons. Nosiglia ringrazia con una lettera la comunità per gli aiuti ai rifugiati

L'arcivescovo di Torino mons. Nosiglia ringrazia con una lettera la comunità per gli aiuti ai rifugiati
22 settembre 2015

«Non vi lasceremo soli». Con una lettera aperta, monsignore Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino scrive alle famiglie e alla comunità ringraziandole per aver  aderito con «generosità e impegno» all’invito ad accogliere «i nostri fratelli e sorelle rifugiati». «Ho ricevuto tante lettere ed e-mail,  – scrive – e sono rimasto commosso, perché ho pensato subito a quanto è vero che “Dio ama chi dona con gioia”, come ci ricorda San Paolo».

Ricorda che «Questo accogliere chi ha bisogno è una “proposta educativa” molto concreta e che va contro corrente rispetto a una cultura che «insegna» ai giovani solo a soddisfare i propri desideri, e a credere che al mondo ci siamo solo noi e “i nostri”». Assicura che chi ha accolto non sarà lasciato solo. «Saremo con voi – prosegue –  a gestire l’accompagnamento di coloro che accoglierete nelle vostre case o comunità. Vi saremo accanto, per affrontare insieme le necessità o risolvere ogni eventuale difficoltà. La Caritas, la San Vincenzo, l’Ufficio Migranti e tante altre associazioni e gruppi che operano nelle parrocchie hanno già attivato attorno a voi e con voi una “rete di prossimità” che sostenga la vostra generosità impegnando i volontari che già agiscono con frutto sul territorio».

Racconta di aver  «ricevuto offerte da bambini e ragazzi che svuotano il loro salvadanaio, pensionati che con sacrificio inviano un piccolo contributo. Ci sono parrocchie che, non potendo accogliere direttamente, fanno una colletta inviando poi il ricavato; gruppi di famiglie che decidono di tassarsi per un contributo mensile; professionisti o imprenditori che rinunciano a parte dello stipendio per donarlo. Persino, e devo proprio ricordarlo, sono arrivati soldi da alcuni senza fissa dimora, che hanno “girato” parte delle elemosine ricevute». E Conclude con un «Grazie dunque e continuiamo così ad aiutarci tutti insieme, perché il bene fatto senza ricevere niente in cambio è l’investimento più prezioso anche per noi, per le nostre famiglie e comunità».

AGD

 

 

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