24 Dicembre 2014
L’amore di Dio è il cuore del Natale

24 dicembre 2014
Se qualcuno mi chiedesse di spiegargli con parole molto semplici che cosa si festeggia a Natale, non avrei difficoltà a rispondergli: va a Betlemme e vedi l’avvenimento che si è realizzato. Il mistero del Natale si comprende ricostruendo quanto è avvenuto in quel piccolo paese della Giudea. Betlemme è terra di profeti, ma soprattutto culla della famiglia di Jesse, il padre del re Davide. Là, il Figlio di Dio, è nato dalla Vergine Maria, in una grotta, perché per lui non c’era posto nell’albergo.
In quel bambino si manifesta quanto Dio ama questa nostra umanità. A Natale, infatti, comprendiamo che Dio “è amore”.
Sant’Agostino, in una sua omelia, poneva questo caso estremo: se a causa di una calamità naturale tutte le Bibbie del mondo andassero distrutte e non restasse che una sola copia, e se anche questa sola copia fosse così rovinata da avere salva una sola pagina, e se anche di questa pagina rimanesse intatta una sola riga, e se questa riga contenesse: «Dio è amore», tutta la Bibbia sarebbe salva.
È davvero cosi. Nella frase “Dio è amore” c’è tutta la storia della nostra salvezza, c’è la verità di quell’avvenimento che si manifesta nel bambino nato della Vergine Maria.
Ma a Natale, purtroppo, non c’è solo la rivelazione dell’amore, ma anche lo scatenarsi dell’odio. Difronte al bambino si erge la cattiveria brutale di Erode. Alla luce della grotta si contrappone la fosca oscurità di questo re sanguinario. Anche oggi sono tanti gli Erodi che cercano di soffocare l’Amore. A cominciare da chi sopprime la vita umana, sia nel suo nascere sia nel suo tramonto. E poi, in detestabile corteo, tutte le forme in cui si manifesta la voracità umana: la corruzione, l’evasione fiscale, l’illegalità, le tante ruberie fatte negli affari pubblici e privati. E come non ricordare le sofferenze e la morte degli immigranti, le persecuzioni delle minoranze religiose, le orrende stragi dei bambini e ragazzi nelle scuole?
Erode di Gerusalemme semina morte perché non ha moralità, ma egli solo avidità di potere. Non tollera che sia nato un re che forse scalzerà in futuro – cosi pensa – il suo regno. Anche gli Erodi di oggi, seminano violenza calpestando ogni norma morale, di modo che tutto crolli e si faccia terra bruciando a largo raggio.
La gente onesta si domanda: c’è un argine di fronte a tutto questo? Sì, c’è. Occorre dare forza al senso morale, educare alla giustizia e rimettere al centro dell’agire umano il comandamento dell’amore. Solo cosi si può sgretolare la forza perversa del potere di Erode e preparare la strada a un futuro di speranza.
Nel Natale di Gesù possiamo leggere tutto lo scontro che c’è nella storia dell’umanità tra il bene e il male. Ma la vittoria la possiede il bambino «avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia». Nella sua debolezza fisica c’è la forza che vince le strutture di peccato costruite dall’egoismo umano.
Buon Natale a tutti! Non lasciamo oscurare in noi la speranza.
+Pier Giorgio Debernardi
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