26 Giugno 2012
L’addio a mons. Lino Cuniberti, vescovo missionario e padre conciliare
AGD – (c.a.) – Il 21 maggio aveva compiuto i 51 anni di episcopato: nella notte tra domenica e lunedì 25 giugno, all’Ospedale di Rivoli, si è spento mons. Lino Cuniberti, ove è stato ricoverato per l’aggravarsi del suo stato di salute. Era uno degli ultimi “padri conciliari” italiani ancora viventi, avendo preso parte a tutto il Vaticano II, da giovanissimo vescovo, appena quarantenne, vicario apostolico a Florencia nell’Amazzonia colombiana. Ricevette infatti l’ordinazione episcopale a Roma, per l’imposizione delle mani da parte di papa Giovanni XXIII, il 21 maggio 1961. Doveva occuparsi di una Chiesa giovane, in una zona fluviale immensa, nella regione del Caquetà, ove già era da alcuni anni impegnato come missionario della Consolata. Il suo percorso di vita sacerdotale era stato molto lineare: nativo di Mondovì Carassone (6 febbraio 1921), studiò in Seminario diocesano al Santuario e poi a Piazza, venne ordinato prete nel 1944, quindi fu impegnato pastoralmente a Ceva come vice-parroco, nell’Azione Cattolica Giovani, nel Collegio Vescovile e nell’Ufficio Catechistico, fino a maturare nel ’52 la scelta di dedicarsi alla missione “ad gentes” aggregandosi ai Missionari della Consolata, conosciuti ed apprezzati nelle permanenze da seminarista alla Certosa di Pesio. La sua “avventura” terzomondiale parte subito in Colombia, ove le sue doti di intraprendenza, di entusiasmo, di coraggio si sono innestate nelle attese di una Chiesa alle prese con enormi problemi sociali, culturali, di integrazione, nonché con disagi ambientali e logistici di non poco conto. Alla morte del vescovo mons. Antonio Torasso, pure missionario della Consolata, toccò a mons. Lino Cuniberti assumere la responsabilità di guida di questo Vicariato apostolico con 222 mila battezzati su una superficie di 15.441 kmq, a cui offrire strutture, guida pastorale, evangelizzazione, promozione umana e sociale. Lasciò nel ’79, per consentire a forze locali di subentrare nella guida stessa della diocesi, che ebbe come successore appunto un colombiano mons. Josè Luis Serna Alzate. Mons. Lino Cuniberti si fermò ancora in Colombia, per cinque anni, in una parrocchia di Bogotà, per poi rientrare in Italia, nella casa paterna a Mondovì Carassone. Di lui ricordiamo il coraggio delle posizioni in difesa di una Chiesa limpida e profetica, lontana da logiche mondane o di blasone, impegnata nella fede genuina e concreta, tra fedeltà all’Evangelo e attenzione ai poveri. Dando alle radici di un’esperienza preconciliare – in cui si era formato – il vigore di sfide nuove da affrontare senza mai perdere quei legami solidi della Tradizione, coniugati nella mischia dei problemi. Memore di quanto aveva anche vissuto da protagonista al Concilio Vaticano II, animatore intraprendente del gruppo di vescovi terzomondiali “Iglesias de los povres” nel Collegio belga, per rilanciare le istanze dei popoli provati nelle periferie del mondo. Parlava poco di questi suoi trascorsi “profetici”, ma se era il caso ne citava i passaggi davvero “forti”, come quando fu tra quei quindici vescovi firmatati (primo a sottoscrivere mons. Helder Camara) di un appello a Paolo VI nel ’67, per sostenere i coraggiosi spunti sulla giustizia contenuti nell’enciclica “Populorum Progressio”. Una grande figura. Poi, per scelta, tornato dietro le quinte, senza clamori, ancorché avesse tante cose importanti da dire e da ribadire.
L’addio cristiano a mons, Lino Cuniberti verrà dato giovedì 28 giugno alle 9,30 ad Alpignano presso la Casa dei Missionari della Consolata e lo stesso giorno, alle 15,30 nella parrocchiale dei Ss. Giovanni ed Evasio a Mondovì Carassone. La salma sarà tumulata nel cimitero di Mondovì .
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