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Appuntamenti  

La diocesi di Pinerolo in cammino verso il Sinodo sulla famiglia

La diocesi di Pinerolo in cammino verso il Sinodo sulla famiglia

14 febbraio 2015

Con la votazione e successiva pubblicazione della Relatio Synodi il 19 ottobre 2014 si è conclusa la prima parte dei lavori che vede impegnata la Chiesa Cattolica in un percorso di riflessione sulla famiglia nell’epoca attuale. Come molti ricorderanno, l’assemblea sinodale era stata preceduta da un questionario rivolto a tutti i fedeli per capire la situazione reale della pastorale familiare a livello mondiale, ascoltare attese, desideri e pensieri del popolo di Dio. Proseguendo in questa metodologia di apertura, condivisione e ascolto, la Relatio è messa in discussione in vista del prossimo sinodo dei vescovi (4-25 ottobre 2015): un nuovo questionario è stato inviato alle diocesi affinché raccolgano pensieri e riflessioni sul documento.

Il questionario si apre con due domande a cui tutti possono rispondere, ovviamente avendo letto la Relatio: La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi? Quali aspetti mancanti si possono integrare?

Anche chi non ha competenze pastorali o ruoli di alcun genere, anche chi si professa ateo, gli appartenenti ad altre fedi e religioni, possono dare la loro opinione inviando le risposte, alla mail manubeppe03@libero.it  entro venerdì 6 marzo.

Il materiale ricevuto sarà oggetto di una sintesi da parte dell’ufficio famiglia e inviato alla segreteria del sinodo.

Il questionario prende poi in considerazione le varie parti del documento del 2014, commentandole, in qualche caso chiarendo e approfondendo i temi. Per ogni sezione ci sono varie domande (46 in tutto) rivolte alla conoscenza della situazione o con vere e proprie richieste di opinioni sia sul versante pastorale, sia sul versante civile e linguistico. Come Ufficio famiglia abbiamo richiesto ad alcuni gruppi di rispondere, almeno alle parti più vicine alla loro realtà (gruppi famiglia, gruppo Maranatha per separati, altri uffici diocesani…), ma la partecipazione è aperta a tutti: sacerdoti, comunità, associazioni, movimenti ecc. L’unica accortezza è che le risposte siano pertinenti al tema. Per opinioni generiche, ci sono le due domande iniziali.

Manuela e Giuseppe Caggiano

Ufficio famiglia diocesi di Pinerolo

sinodo sulla famiglia

Domande per la recezione e l’approfondimento della Relatio Synodi

Domanda previa riferita a tutte le sezioni della Relatio Synodi

La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi? Quali aspetti mancanti si possono integrare?

Prima parte
L’ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia

Come indicato nell’introduzione (nn. 1-4), il Sinodo straordinario ha inteso rivolgersi a tutte le famiglie del mondo, volendo partecipare delle loro gioie, fatiche e speranze; alle molte famiglie cristiane fedeli alla loro vocazione, il Sinodo ha poi rivolto uno speciale sguardo riconoscente, incoraggiandole a coinvolgersi più decisamente in questa ora della “Chiesa in uscita”, riscoprendosi come soggetto imprescindibile dell’evangelizzazione, soprattutto nell’alimentare per loro stesse e per le famiglie in difficoltà quel “desiderio di famiglia” che resta sempre vivo e che è a fondamento della convinzione di quanto sia necessario “ripartire dalla famiglia” per annunciare con efficacia il nucleo del Vangelo.

Il rinnovato cammino tracciato dal Sinodo straordinario è inserito nel più ampio contesto ecclesiale indicato dall’esortazioneEvangelii Gaudium di Papa Francesco, partendo cioè dalle “periferie esistenziali”, con una pastorale contraddistinta dalla “cultura dell’incontro”, capace di riconoscere l’opera libera del Signore anche fuori dai nostri schemi consueti e di assumere, senza impaccio, quella condizione di “ospedale da campo” che tanto giova all’annuncio della misericordia di Dio. A tali sfide rispondono i numeri della prima parte della Relatio Synodi dove sono esposti gli aspetti che formano il quadro di riferimento più concreto sulla situazione reale delle famiglie dentro il quale proseguire la riflessione.

Le domande che si propongono di seguito, con riferimento espresso agli aspetti della prima parte della Relatio Synodi, intendono facilitare il dovuto realismo nella riflessione dei singoli episcopati, evitando che le loro risposte possano essere fornite secondo schemi e prospettive proprie di una pastorale meramente applicativa della dottrina, che non rispetterebbe le conclusioni dell’Assemblea sinodale straordinaria, e allontanerebbe la loro riflessione dal cammino ormai tracciato.

Il contesto socio-culturale (nn. 5-8)

1. Quali sono le iniziative in corso e quelle in programma rispetto alle sfide che pongono alla famiglia le contraddizioni culturali (cf. nn. 6-7): quelle orientate al risveglio della presenza di Dio nella vita delle famiglie; quelle volte a educare e stabilire solide relazioni interpersonali; quelle tese a favorire politiche sociali ed economiche utili alla famiglia; quelle per alleviare le difficoltà annesse all’attenzione dei bambini, anziani e familiari ammalati; quelle per affrontare il contesto culturale più specifico in cui è coinvolta la Chiesa locale?

2. Quali strumenti di analisi si stanno impiegando, e quali i risultati più rilevanti circa gli aspetti (positivi e non) del cambiamento antropologico culturale?(cf. n.5) Tra i risultati si percepisce la possibilità di trovare elementi comuni nel pluralismo culturale?

3. Oltre all’annuncio e alla denuncia, quali sono le modalità scelte per essere presenti come Chiesa accanto alle famiglie nelle situazioni estreme? (cf. n. 8). Quali le strategie educative per prevenirle? Che cosa si può fare per sostenere e rafforzare le famiglie credenti, fedeli al vincolo?

4. Come l’azione pastorale della Chiesa reagisce alla diffusione del relativismo culturale nella società secolarizzata e al conseguente rigetto da parte di molti del modello di famiglia formato dall’uomo e dalla donna uniti nel vincolo matrimoniale e aperto alla procreazione?

La rilevanza della vita affettiva (nn. 9-10)

5. In che modo, con quali attività sono coinvolte le famiglie cristiane nel testimoniare alle nuove generazioni il progresso nella maturazione affettiva? (cf. nn. 9-10). Come si potrebbe aiutare la formazione dei ministri ordinati rispetto a questi temi? Quali figure di agenti di pastorale specificamente qualificati si sentono come più urgenti?

La sfida per la pastorale (n. 11)

6. In quale proporzione, e attraverso quali mezzi, la pastorale familiare ordinaria è rivolta ai lontani? (cf. n. 11). Quali le linee operative predisposte per suscitare e valorizzare il “desiderio di famiglia” seminato dal Creatore nel cuore di ogni persona, e presente specialmente nei giovani, anche di chi è coinvolto in situazioni di famiglie non corrispondenti alla visione cristiana? Quale l’effettivo riscontro tra di essi della missione loro rivolta? Tra i non battezzati quanto è forte la presenza di matrimoni naturali, anche in relazione al desiderio di famiglia dei giovani?

II Parte
Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia

Il Vangelo della famiglia, custodito fedelmente dalla Chiesa nel solco della Rivelazione cristiana scritta e trasmessa, esige di essere annunciato nel mondo odierno con rinnovata gioia e speranza, volgendo costantemente lo sguardo a Gesù Cristo. La vocazione e la missione della famiglia si configurano pienamente nell’ordine della creazione che evolve in quello della redenzione, così sintetizzato dall’auspicio del Concilio: «i coniugi stessi, creati ad immagine del Dio vivente e muniti di un’autentica dignità personale, siano uniti da un uguale mutuo affetto, dallo stesso modo di sentire, da comune santità, così che, seguendo Cristo principio di vita nelle gioie e nei sacrifici della loro vocazione, attraverso il loro amore fedele possano diventare testimoni di quel mistero di amore che il Signore ha rivelato al mondo con la sua morte e la sua risurrezione» (Gaudium et Spes, 52; cf. Catechismo della Chiesa Cattolica 1533-1535).

In questa luce, le domande che scaturiscono dalla Relatio Synodi hanno lo scopo di suscitare risposte fedeli e coraggiose nei Pastori e nel popolo di Dio per un rinnovato annuncio del Vangelo della famiglia.

Lo sguardo su Gesù e la pedagogia divina nella storia della salvezza (nn. 12-14)

Accogliendo l’invito di Papa Francesco, la Chiesa guarda a Cristo nella sua permanente verità ed inesauribile novità, che illumina anche ogni famiglia. «Cristo è il “Vangelo eterno” (Ap 14,6), ed è “lo stesso ieri e oggi e per sempre” (Eb 13,8), ma la sua ricchezza e la sua bellezza sono inesauribili. Egli è sempre giovane e fonte costante di novità» (Evangelii Gaudium, 11).

7. Lo sguardo rivolto a Cristo apre nuove possibilità. «Infatti, ogni volta che torniamo alla fonte dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate» (n. 12). Come è utilizzato l’insegnamento della Sacra Scrittura nell’azione pastorale verso le famiglie? In quale misura tale sguardo alimenta una pastorale familiare coraggiosa e fedele?

8. Quali valori del matrimonio e della famiglia vedono realizzati nella loro vita i giovani e i coniugi? E in quale forma? Ci sono valori che possono essere messi in luce? (cf. n. 13) Quali le dimensioni di peccato da evitare e superare?

9. Quale pedagogia umana occorre considerare – in sintonia con la pedagogia divina – per comprendere meglio ciò che è richiesto alla pastorale della Chiesa di fronte alla maturazione della vita di coppia, verso il futuro matrimonio? (cf. n. 13).

10. Che cosa fare per mostrare la grandezza e bellezza del dono dell’indissolubilità, in modo da suscitare il desiderio di viverla e di costruirla sempre di più? (cf. n. 14)

11. In che modo si potrebbe aiutare a capire che la relazione con Dio permette di vincere le fragilità che sono inscritte anche nelle relazioni coniugali? (cf. n. 14). Come testimoniare che la benedizione di Dio accompagna ogni vero matrimonio? Come manifestare che la grazia del sacramento sostiene gli sposi in tutto il cammino della loro vita?

La famiglia nel disegno salvifico di Dio (nn. 15-16)

La vocazione creaturale all’amore tra uomo e donna riceve la sua forma compiuta dall’evento pasquale di Cristo Signore, che si dona senza riserve, rendendo la Chiesa suo mistico Corpo. Il matrimonio cristiano, attingendo alla grazia di Cristo, diviene così la via sulla quale, coloro che vi sono chiamati, camminano verso la perfezione dell’amore, che è la santità.

12. Come si potrebbe far comprendere che il matrimonio cristiano corrisponde alla disposizione originaria di Dio e quindi è un’esperienza di pienezza, tutt’altro che di limite? (cf. n. 13)

13. Come concepire la famiglia quale “Chiesa domestica” (cf. LG 11), soggetto e oggetto dell’azione evangelizzatrice al servizio del Regno di Dio?

14. Come promuovere la coscienza dell’impegno missionario della famiglia?

La famiglia nei documenti della Chiesa (nn. 17-20)

Il magistero ecclesiale deve essere meglio conosciuto dal Popolo di Dio in tutta la sua ricchezza. La spiritualità coniugale si nutre dell’insegnamento costante dei Pastori, che si prendono cura del gregge, e matura grazie all’ascolto incessante della Parola di Dio, dei sacramenti della fede e della carità.

15. La famiglia cristiana vive dinanzi allo sguardo amante del Signore e nel rapporto con Lui cresce come vera comunità di vita e di amore. Come sviluppare la spiritualità della famiglia, e come aiutare le famiglie ad essere luogo di vita nuova in Cristo? (cf. n. 21)

16. Come sviluppare e promuovere iniziative di catechesi che facciano conoscere e aiutino a vivere l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia, favorendo il superamento della distanza possibile fra ciò che è vissuto e ciò che è professato e promuovendo cammini di conversione?

L’indissolubilità del matrimonio e la gioia del vivere insieme (nn. 21-22)

«L’autentico amore coniugale è assunto nell’amore divino ed è sostenuto e arricchito dalla forza redentiva del Cristo e dalla azione salvifica della Chiesa, perché i coniugi in maniera efficace siano condotti a Dio e siano aiutati e rafforzati nello svolgimento della sublime missione di padre e madre. Per questo motivo i coniugi cristiani sono fortificati e quasi consacrati da uno speciale sacramento per i doveri e la dignità del loro stato. Ed essi, compiendo con la forza di tale sacramento il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dello spirito di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, ed assieme rendono gloria a Dio» (Gaudium et Spes, 48).

17. Quali sono le iniziative per far comprendere il valore del matrimonio indissolubile e fecondo come cammino di piena realizzazione personale? (cf. n. 21)

18. Come proporre la famiglia come luogo per molti aspetti unico per realizzare la gioia degli esseri umani?

19. Il Concilio Vaticano II ha espresso l’apprezzamento per il matrimonio naturale, rinnovando una antica tradizione ecclesiale. In quale misura le pastorali diocesane sanno valorizzare anche questa sapienza dei popoli, come fondamentale per la cultura e la società comune? (cf. n. 22)

Verità e bellezza della famiglia e misericordia verso le famiglie ferite e fragili (nn. 23-28)

Dopo aver considerato la bellezza dei matrimoni riusciti e delle famiglie solide, e aver apprezzato la testimonianza generosa di coloro che sono rimasti fedeli al vincolo pur essendo stati abbandonati dal coniuge, i pastori riuniti in Sinodo si sono chiesti – in modo aperto e coraggioso, non senza preoccupazione e cautela – quale sguardo deve rivolgere la Chiesa ai cattolici che sono uniti solo con vincolo civile, a coloro che ancora convivono e a coloro che dopo un valido matrimonio si sono divorziati e risposati civilmente.

Consapevoli degli evidenti limiti e delle imperfezioni presenti in così diverse situazioni, i Padri hanno assunto positivamente la prospettiva indicata da Papa Francesco, secondo la quale «senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno» (Evangelii Gaudium, 44).

20. Come aiutare a capire che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della Chiesa verso le famiglie, in particolare quelle ferite e fragili? (cf. n. 28)

21. Come possono i fedeli mostrare nei confronti delle persone non ancora giunte alla piena comprensione del dono di amore di Cristo, una attitudine di accoglienza e accompagnamento fiducioso, senza mai rinunciare all’annuncio delle esigenze del Vangelo? (cf. n. 24)

22. Che cosa è possibile fare perché nelle varie forme di unione – in cui si possono riscontrare valori umani – l’uomo e la donna avvertano il rispetto, la fiducia e l’incoraggiamento a crescere nel bene da parte della Chiesa e siano aiutate a giungere alla pienezza del matrimonio cristiano? (cf. n. 25)

III Parte
Il confronto: prospettive pastorali

Nell’approfondire la terza parte della Relatio Synodi, è importante lasciarsi guidare dalla svolta pastorale che il Sinodo Straordinario ha iniziato a delineare, radicandosi nel Vaticano II e nel magistero di Papa Francesco. Alle Conferenze Episcopali compete di continuare ad approfondirla, coinvolgendo, nella maniera più opportuna, tutte le componenti ecclesiali, concretizzandola nel loro specifico contesto. È necessario far di tutto perché non si ricominci da zero, ma si assuma il cammino già fatto nel Sinodo Straordinario come punto di partenza.

Annunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti (nn. 29-38)

Alla luce del bisogno di famiglia e allo stesso tempo delle molteplici e complesse sfide, presenti nel nostro mondo, il Sinodo ha sottolineato l’importanza di un rinnovato impegno per un annunzio, franco e significativo, del Vangelo della famiglia.

23. Nella formazione dei presbiteri e degli altri operatori pastorali come viene coltivata la dimensione familiare? vengono coinvolte le stesse famiglie?

24. Si è consapevoli che il rapido evolversi della nostra società esige una costante attenzione al linguaggio nella comunicazione pastorale? Come testimoniare efficacemente la priorità della grazia, in maniera che la vita familiare venga progettata e vissuta quale accoglienza dello Spirito Santo?

25. Nell’annunciare il vangelo della famiglia come si possono creare le condizioni perché ogni famiglia sia come Dio la vuole e venga socialmente riconosciuta nella sua dignità e missione? Quale “conversione pastorale” e quali ulteriori approfondimenti vanno attuati in tale direzione?

26. La collaborazione al servizio della famiglia con le istituzioni sociali e politiche è vista in tutta la sua importanza? Come viene di fatto attuata? Quali i criteri a cui ispirarsi? Quale ruolo possono svolgere in tal senso le associazioni familiari? Come tale collaborazione può essere sostenuta anche dalla denunzia franca dei processi culturali, economici e politici che minano la realtà familiare?

27. Come favorire una relazione fra famiglia – società e politica a vantaggio della famiglia? Come promuovere il sostegno della comunità internazionale e degli Stati alla famiglia?

Guidare i nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio (nn. 39-40)

Il Sinodo ha riconosciuto i passi compiuti in questi ultimi anni per favorire un’adeguata preparazione dei giovani al matrimonio. Ha sottolineato però anche la necessità di un maggiore impegno di tutta la comunità cristiana non solo nella preparazione ma anche nei primi anni di vita familiare.

28. Come i percorsi di preparazione al matrimonio vanno proposti in maniera da evidenziare la vocazione e missione della famiglia secondo la fede in Cristo? Sono attuati come offerta di un’autentica esperienza ecclesiale? Come rinnovarli e migliorarli?

29. Come la catechesi di iniziazione cristiana presenta l’apertura alla vocazione e missione della famiglia? Quali passi vengono visti come più urgenti? Come proporre il rapporto tra battesimo – eucaristia e matrimonio? In che modo evidenziare il carattere di catecumenato e di mistagogia che i percorsi di preparazione al matrimonio vengono spesso ad assumere? Come coinvolgere la comunità in questa preparazione?

Accompagnare i primi anni della vita matrimoniale (n. 40)

30. Sia nella preparazione che nell’accompagnamento dei primi anni di vita matrimoniale viene adeguatamente valorizzato l’importante contributo di testimonianza e di sostegno che possono dare famiglie, associazioni e movimenti familiari? Quali esperienze positive possono essere riportate in questo campo?

31. La pastorale di accompagnamento delle coppie nei primi anni di vita familiare – è stato osservato nel dibattito sinodale – ha bisogno di ulteriore sviluppo. Quali le iniziative più significative già realizzate? Quali gli aspetti da incrementare a livello parrocchiale, a livello diocesano o nell’ambito di associazioni e movimenti?

Cura pastorale di coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze (nn. 41-43)

Nel dibattito sinodale è stata richiamata la diversità di situazioni, dovuta a molteplici fattori culturali ed economici, prassi radicate nella tradizione, difficoltà dei giovani per scelte che impegnano per tutta la vita.

32. Quali criteri per un corretto discernimento pastorale delle singole situazioni vanno considerati alla luce dell’insegnamento della Chiesa, per cui gli elementi costitutivi del matrimonio sono unità, indissolubilità e apertura alla procreazione?

33. La comunità cristiana è in grado di essere pastoralmente coinvolta in queste situazioni? Come aiuta a discernere questi elementi positivi e quelli negativi della vita di persone unite in matrimoni civili in maniera da orientarle e sostenerle nel cammino di crescita e di conversione verso il sacramento del matrimonio? Come aiutare chi vive in nelle convivenze a decidersi per il matrimonio?

34. In maniera particolare, quali risposte dare alle problematiche poste dal permanere delle forme tradizionali di matrimonio a tappe o combinato tra famiglie?

Curare le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) (nn. 44-54)

Nel dibattito sinodale è stata evidenziata la necessità di una pastorale retta dall’arte dell’accompagnamento, dando «al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che al medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana» (Evangelii gaudium, 169).

35. La comunità cristiana è pronta a prendersi cura delle famiglie ferite per far sperimentare loro la misericordia del Padre? Come impegnarsi per rimuovere i fattori sociali ed economici che spesso le determinano? Quali passi compiuti e quali da fare per la crescita di questa azione e della consapevolezza missionaria che la sostiene?

36. Come promuovere l’individuazione di linee pastorali condivise a livello di Chiesa particolari? Come sviluppare al riguardo il dialogo tra le diverse Chiese particolari “cum Petro e sub Petro”?

37. Come rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità? (n. 48).

38. La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati risposati necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente «la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti» (n. 52). Quali le prospettive in cui muoversi? Quali i passi possibili? Quali suggerimenti per ovviare a forme di impedimenti non dovute o non necessarie?

39. La normativa attuale permette di dare risposte valide alle sfide poste dai matrimoni misti e da quelli interconfessionali? Occorre tenere conto di altri elementi?

L’attenzione pastorale verso le persone con tendenza omosessuale (nn. 55-56)

La cura pastorale delle persone con tendenza omosessuale pone oggi nuove sfide, dovute anche alla maniera in cui vengono socialmente proposti i loro diritti.

40. Come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale? Evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione?

La trasmissione della vita e la sfida della denatalità (nn. 57-59)

La trasmissione della vita è elemento fondamentale della vocazione-missione della famiglia: «I coniugi sappiano di essere cooperatori dell’amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria» (Gaudium et spes, 50).

41. Quali i passi più significativi che sono stati fatti per annunziare e promuovere efficacemente la apertura alla vita e la bellezza e la dignità umana del diventare madre o padre, alla luce ad esempio della Humanae Vitae del Beato Paolo VI? Come promuovere il dialogo con le scienze e le tecnologie biomediche in maniera che venga rispettata l’ecologia umana del generare?

42. Una maternità/paternità generosa necessita di strutture e strumenti. La comunità cristiana vive un’effettiva solidarietà e sussidiarietà? Come? È coraggiosa nella proposta di soluzioni valide a livello anche socio-politico? Come incoraggiare alla adozione e all’affido quale segno altissimo di generosità feconda? Come promuovere la cura e il rispetto dei fanciulli?

43. Il cristiano vive la maternità/paternità come risposta a una vocazione. Nella catechesi è sufficientemente sottolineata questa vocazione? Quali percorsi formativi vengono proposti perché essa guidi effettivamente le coscienze degli sposi? Si è consapevoli delle gravi conseguenze dei mutamenti demografici?

44. Come la Chiesa combatte la piaga dell’aborto promuovendo un’efficace cultura della vita?

La sfida dell’educazione e il ruolo della famiglia nell’evangelizzazione (nn. 60-61)

45. Svolgere la loro missione educatrice non è sempre agevole per i genitori: trovano solidarietà e sostegno nella comunità cristiana? Quali percorsi formativi vanno suggeriti? Quali passi compiere perché il compito educativo dei genitori venga riconosciuto anche a livello socio-politico?

46. Come promuovere nei genitori e nella famiglia cristiana la coscienza del dovere della trasmissione della fede quale dimensione intrinseca alla stessa identità cristiana.

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