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Chiesa  

Il Vescovo di Pinerolo ha consegnato a Papa Francesco la lettera del Sinodo Valdese

Il Vescovo di Pinerolo ha consegnato a Papa Francesco la lettera del Sinodo Valdese

26 agosto 2015

È stato lo stesso vescovo di Pinerolo, monsignor Pier Giorgio Debernardi, a portare in Vaticano la lettera che il Sinodo Valdese ha indirizzato a Papa Francesco, a proposito della richiesta di perdono che lo stesso pontefice pronunciò nel tempio di Torino il 22 giugno scorso.

Una lettera che nei giorni scorsi ha suscitato l’interesse dei media con fraintendimenti anche grossolani che lo stesso moderatore della Tavola Valdese, Eugenio Bernardini, in un intervista al Sir, non ha esitato a definire «uno svarione incredibile». Specificando poi: «Evidentemente chi ha interpretato così non ha nessuna sensibilità religiosa, teologica, filosofica». Alcuni giornali avevano, infatti, travisato il senso della lettera affermando che i valdesi avrebbero rifiutato il perdono.

«Il plico che mi è stato consegnato – spiega monsignor Debernardi – è ora nella mani di Papa Francesco. Ho fatto presente il travisamento che del testo hanno fatto alcune testate giornalistiche. L’animo del Sinodo è quello di chi vuole scrivere una storia nuova. La richiesta di perdono di Papa Francesco, del resto, non arriva a caso ma è il frutto di decenni di cammino ecumenico. La storia del passato rimane ma ora occorre guardare al futuro».

P.R.

Di seguito il testo della lettera inviata dal Sinodo Valdese a Papa Francesco.

Caro fratello in Cristo Gesù,

il Sinodo della Chiesa Evangelica Valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta, a nome della sua Chiesa, per quelli che Lei ha definito «gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani» assunti in passato nei confronti delle nostre madri e dei nostri padri nella fede evangelica.

Desideriamo in primo luogo unirci a Lei e alla Chiesa cattolica romana nella gratitudine a Dio, la cui fedeltà è più grande di ogni nostro peccato e le cui «compassioni non sono esaurite, ma si rinnovano ogni mattina» (Lamentazioni 3:22s.). Il dialogo fraterno che oggi conduciamo è dono della misericordia di Dio, che molte volte ha perdonato, e ancora perdona, la sua e la nostra Chiesa, invitandole al pentimento, alla conversione e a novità di vita, permettendo loro così di assumere ogni giorno di nuovo il compito di servirlo.

Accogliamo le Sue parole come ripudio non solo dalle tante iniquità compiute ma anche del modo di vivere la dottrina che le ha ispirate. Nella Sua richiesta di perdono cogliamo inoltre la chiara volontà di iniziare con la nostra Chiesa una storia nuova, diversa da quella che sta alle nostre spalle in vista di quella “diversità riconciliata” che ci consenta una testimonianza comune al nostro comune Signore Gesù Cristo. Le nostre Chiese sono disposte a cominciare a scrivere insieme questa storia, nuova anche per noi.

La nostra comune fede in Cristo ci rende fratelli nel Suo Nome, e questa fraternità noi già la sperimentiamo e viviamo in tante occasioni con sorelle e fratelli cattolici: è un grande dono che ci viene fatto e che speriamo possa essere condiviso da un numero crescente di membri delle due Chiese. Questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro. La grazia di Dio, però, «è sovrabbondata, là dove il peccato è abbondato» (Romani 5,20), e questo noi crediamo e confessiamo, certi che Dio vorrà attuare questa sua parola anche nella costruzione di nuove relazioni tra le nostre Chiese, ispirata alla parola evangelica: “Ecco, io faccio ogni cosa nuova” (Apocalisse 21:5).

La ricordiamo, caro fratello Francesco, nell’intercessione e Le chiediamo di pregare per noi, invocando su di Lei, sul Suo servizio e sulla Sua chiesa, la benedizione del nostro Dio.

autografa di Papa Francesco
La dedica autografa di Papa Francesca sul libro fotografico in ricordo della visita al tempio, donato alla comunità Valdese riunita a Torre Pellice

 

 

 

Pier Giorgio Debernardi e Papa Francesco
Monsignor Debernardi in udienza da Papa Francesco

 

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