19 Ottobre 2013
Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?

Commento al Vangelo della XXIX Domenica del Tempo ordinario a cura di Carmela Pietrarossa – 20 ottobre 2013
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,1-8)
La parabola della vedova e del giudice disonesto ci accompagnerà in questa domenica, facendoci riflettere sulle caratteristiche del nostro colloquio personale con il Signore nella preghiera.
Gesù paradossalmente paragona Dio ad un giudice corrotto e spregiudicato che esaudisce le richieste di una povera vedova solo per la sua fastidiosa insistenza. Ancora una volta l’attenzione si concentra su una persona che è nel bisogno; è una donna rimasta sola, e, per di più, senza mezzi di sostentamento, oggetto di soprusi da parte di astuti approfittatori. Costei grida, supplica, chiede aiuto e viene esaudita per la sua ostinata perseveranza. Dio non farà lo stesso con voi? Dice Gesù.
E’ un invito a stare con Lui restituendogli il tempo che ci ha donato. La preghiera, infatti, assume connotati sempre nuovi e inattesi; a volte è sostare per ascoltare, altre è offerta del tempo che scorre e ci coinvolge, sempre è amore e bisogno dell’anima di fermarsi con Dio. Quando si ama qualcuno, infatti, non si desidera altro che stare con lui per ascoltare la sua voce e quasi contare i suoi battiti; nella preghiera, parimenti, si costruisce e si consolida il nostro rapporto con il Signore.
Singolare è quanto ha lasciato scritto nel suo diario, a questo proposito, Etty Hillesum, ebrea non praticante, laureata in diritto, che giunse a conoscere Dio durante la persecuzione nazista, dopo un’esistenza inquieta, trascorsa lontano da lui, tra una relazione amorosa e l’altra. Ella si distinse per aver prestato assistenza agli ebrei nel campo di transito di Westerbork, dove i suoi connazionali venivano radunati prima di essere condotti nei luoghi di sterminio. Rifiutò decisamente l’aiuto di quanti volevano trarla in salvo offrendole una via di fuga, scegliendo di restare in quel luogo di desolazione; scriverà: “Sia che io rimanga qui, sia che io venga deportata…mi sento soltanto nelle braccia di Dio…in ultima istanza non ci possono togliere nulla…quel poco o molto che ho da dare lo posso dare comunque, che sia qui in una piccola cerchia di amici o altrove, in un campo di concentramento”. Morirà ad Auschwitz insieme alla sua famiglia il 30 novembre del 1943. Nel suo diario, inoltre, ha lasciato scritto: “Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo. M’immagino che certe persone preghino con gli occhi rivolti al cielo: esse cercano Dio fuori di sé. Ce ne sono altre che chinano il capo nascondendolo fra le mani: credo che cerchino Dio dentro di sé”, e ancora, “Mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori raccolta, concentrata e forte”.
Se è vero tutto questo, e cioè che la parabola di questa domenica vuole farci riflettere sulla essenzialità del nostro rapporto personale con Dio, tuttavia, non è in secondo piano un altro aspetto che emerge dalla stessa, il riferimento, cioè, ai poveri, il cui grido di aiuto viene da Lui ascoltato. Sono ancora le parole di Etty Hillesum ad illuminarci e ad indicarci la strada da percorrere: “Siamo noi a dover aiutare te, Dio, ed in questo aiutiamo noi stessi.”
Aiutare Dio: è quanto ci viene chiesto attraverso un continuo processo di conversione che ci porti ad uniformare i nostri pensieri ai suoi, le nostre priorità alle sue. Egli ha bisogno di noi per ascoltare il grido di chi è piagato, delle nostre mani per asciugare le sue lacrime, della nostra intelligenza per difenderne i diritti: “Amo così tanto gli altri perchè amo in ognuno un pezzetto di Te, mio Dio” (Etty Hillesum). Il Signore esaudisce, quindi, la preghiera del povero servendosi di altri uomini. Egli, incarnatosi nella storia, chiede a questa umanità di rivelare il suo volto di Amore e misericordia.
Aiutare Dio: durante la settimana risuoni nel nostro cuore questo invito.
Auguro a tutti buona domenica!
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