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Il 23 giugno la festa del Sacro Cuore: un'occasione per riflettere sulla figura del prete

Il 23 giugno la festa del Sacro Cuore: un'occasione per riflettere sulla figura del prete

La festa del Sacro Cuore (23 giugno) è anche la Giornata Mondiale di santificazione dei sacerdoti. Ogni presbitero è chiamato a modellare il suo cuore su quello di Gesù. Giovanni Paolo II al termine di una lettera circa la formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali, scrive: «La promessa di Dio è di assicurare alla Chiesa non pastori qualunque, ma pastori “secondo il suo cuore”. Il “cuore di Dio” si è rivelato a noi pienamente nel cuore di Cristo buon pastore. E il cuore di Cristo continua oggi ad avere compassione delle folle e a donare loro il pane della verità e il pane dell’amore e della vita (cf. Mc 6,30ss), e chiede di palpitare in altri cuori, quelli dei sacerdoti » (Pastores dabo vobis, n.82).

A chi mi domandasse come dev’essere il cuore del prete, risponderei così:

– Un prete, dal momento che accoglie il ministero che gli viene affidato, non si appartiene più; la sua vita è per la Chiesa e le sue premure sono per la comunità che gli è affidata:  è la sua famiglia. Guai a quel prete che si preoccupa troppo di riservare per sé del tempo libero, che si estranea dalla vita della gente e se lontana solvente della sua parrocchia.

– Un prete non cerca evasioni, ma ama stare con la gente, con i piccoli e con i grandi. Tutti possono trovare in lui parole e gesti di conforto e speranza , soprattutto chi  è malato e sofferente. Guai al prete che non trova il tempo per visitare i malati in casa e nell’ospedale.

– Anche i suoi beni sono per la sua comunità. Quanto riceve mensilmente è dono dei fedeli. Non tiene nulla per se, ma condivide con i poveri. Guai al prete ricco che ha cospicui conti in banca!

– Beato il prete che sperimenta Dio come roccia della sua vita; che cerca Dio nella preghiera e nella fraternità vissuta con i confratelli. È triste il prete che pensa solo a sé, ai suoi problemi, alla sua salute e dimentica le prove e le angustie della sua gente.

– È bello vedere un prete che condivide gran parte del suo tempo con i piccoli, i ragazzi e i giovani; che ama fare il catechismo (non solo lo fa fare agli altri!); che costruisce e aggiorna la struttura dell’oratorio. È penoso vedere un prete che passa ore davanti alla tv e non condivide con i ragazzi la gioia del gioco e l’impegno per la loro formazione.

Nella festa del Sacro Cuore ricorderemo date significative di Ordinazione dei nostri presbiteri. Ci uniremo a loro per rendere grazie al Signore per il bene che hanno seminato attraverso il loro ministero.

In tutte le nostre comunità deve crescere l’impegno e il desiderio di pregare per le vocazioni al sacerdozio ministeriale. Ogni dono si ottiene attraverso la preghiera. Occorre inoltre proporre ai ragazzi e giovani la bellezza di questa vocazione. La prova più convincente è la gioia e l’entusiasmo del nostro essere preti.

A nome di tutta la diocesi rivolgo il grazie e l’augurio a questi nostri presbiteri:

– Don Antonio Buffa -65 anni di ordinazione.

– Don Pierino Avaro -60 anni di ordinazione.

– Don Gaspare Darò -50 anni di ordinazione.

– Don Davide De Bortoli -25 anni di ordinazione.

– Don Mario Peira -25 anni di ordinazione.

– Don Mauro Roventi Beccari -25 anni di ordinazione.

Invito tutti a partecipare, venerdì 23 giugno, alla celebrazione dell’Eucaristia nella Chiesa dei padri Oblati, alle ore 10, per esprimere ai nostri presbiteri gratitudine e affetto.

 

+ Pier Giorgio Debernardi

sacro cuore2017

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