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Chiesa  

Il vescovo di Pinerolo scrive agli studenti

Il vescovo di Pinerolo scrive agli studenti

 

21 settembre 2014

Carissimi,
a tutti voglio augurare un buon anno all’interno di una “buona scuola”.
È difficile scrivere una lettera che possa essere letta e compresa, che possa dire una parola adatta a tutte le età di coloro che frequentano la scuola. Eppure mi piace abbracciare in queste righe tutti voi studenti, dall’infanzia alla giovinezza.
È bello vedervi scendere dai pullman, dalle macchine, oppure giungere a piedi per entrare nelle vostre aule. È uno spettacolo che ci fa capire che voi siete il futuro della nostra città e del nostro territorio.
C’è da sperare che nella politica del governo, la scuola ritorni – non soltanto a parole – al centro dell’attenzione per rispondere alle vostre più vere e urgenti esigenze, adottando programmi e strumenti didattici adeguati.
Una certezza dovete coltivare: questi anni passati nella scuola preparano il futuro della vostra vita. So che molti di voi, soprattutto nella scuola superiore, provano a volte un senso di sfiducia per il fatto che dopo gli studi non c’è uno sbocco lavorativo. Questo è vero. Ma prima ancora la scuola è utile perché vi fa crescere e diventare persone responsabili, oneste, capaci di dono, di solidarietà, intransigenti nella legalità e rispettosi della diversità. E, poi, una buona scuola deve avere come obbiettivo il vostro inserimento professionale nel mercato del lavoro.
Anche i vostri genitori devono essere presenti nella scuola. Il loro consiglio e il loro sostegno sono certamente preziosi perché questi anni incidano profondamente nella vostra formazione e nella vostra crescita. Se essi sono direttamente coinvolti possono valutare ciò che veramente serve per la vita e ciò che invece è zavorra.
Voglio anche invitarvi a valorizzare l’insegnamento dalla religione cattolica. La nostra storia e cultura sono impregnate di cristianesimo e per comprenderle non si può ignorare la Bibbia e i valori che il Vangelo ha seminato, plasmando la nostra civiltà. La scuola di religione non è catechismo, ma un fatto culturale che vi aiuta a conoscere il patrimonio spirituale consegnatosi dalla storia.
Un aspetto significativo della scuola, oggi, è quello di vedere al suo interno alunni che provengono da altri Continenti, culture e religioni. È una realtà bella e affascinante. Non sprecate questa opportunità che vi permette di allargare i vostri orizzonti a dimensione globale. Instaurando amicizie tra di voi, preparate una società più fraterna e solidale per il futuro.
Guardate quante guerre ancora si combattano! Quanti scontri tra civiltà diverse! Tocca a voi promuovere la pace realizzando la convivialità tra ragazze e ragazzi che provengono da altre parti del mondo.
Voglio salutare e rivolgere una parola di augurio anche ai vostri compagni che non appartengono alla fede cristiana. Anche loro hanno molte cose da insegnare a voi. Nei loro confronti la vita buona del Vangelo deve manifestarsi attraverso la vostra bontà e capacità di dialogo.
Vi auguro che nel vostro cammino scolastico siate accompagnati da docenti motivati e preparati. I veri maestri – che restano impressi nella memoria – sono quelli che vi insegnano a studiare con metodo e disciplina, che vi aiutano a pensare con intelligenza critica, soprattutto a vivere onestamente.

Nel prossimo anno ricorderemo il bicentenario della nascita di don Bosco, nato il 16 agosto 1815. È stato e continua ad essere il grande amico dei ragazzi e dei giovani. Ha creduto fortissimamente nel valore della scuola e nella sua valenza formativa. Nel suo metodo educativo vi sono tre pilastri: ragione, religione e amorevolezza. Soprattutto diceva che « l’educazione è cosa di cuore».
Questo grande educatore vi aiuti ad amare la scuola.
Buon anno scolastico! Vi seguo con affetto, assicurandovi ogni giorno la mia preghiera.

+ Pier Giorgio, vescovo

debernardi

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