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Chiesa  

I tesori dell’Africa

I tesori dell’Africa

Don Giovanni Piumatti scrive dalla missione di Muhanga (RDC) Si dice che dall’Africa sia partita l’umanità; lì sono nati i primi uomini, lì hanno fatto i primi passi, e Dio li accompagnava con un’attenzione particolare:
in questo giardino passeggiava con loro,
li abituò a saper scegliere le cose essenziali,
li abituò anche alle rinunce, «quell’albero, no!».
E come ogni mamma e papà fa ancora oggi non mancò di offrire coccole e regalini.
L’uomo imparò presto a camminare ben dritto, “erectus”; non solo camminò, ma corse –ovviamente chi aveva le gambe più lunghe – e se ne andò; aveva in testa già tante cose da fare. Partì alla scoperta del secondo, del terzo… mondo.
Si sbizzarrì, inventò, costruì un mucchio di cose.
Lasciò dietro di sé giusto qualche piramide e… i regalini; lui era già troppo “sapiens” per dare peso a quelli.
Di quelli potevano occuparsene coloro ch’erano rimasti indietro: gambe corte e cuor da bambino.
Forse è per questo che l’Africa è ancora oggi un deposito, uno scrigno, una miniera; cose ben conservate.
Tante piccole e grandi cose genuine, intatte :
foresta vergine, giraffe, elefanti, leoni,
natura da incanto, con tramonti, e ossigeno
oro, diamanti, rame, coltan…
calore umano, bello, gioia semplice, essenziale, sentimenti solidi…
valori, tanti valori !
Ma l’uomo dalle gambe lunghe un giorno si accorse che aveva lasciato qualcosa di prezioso, allora è tornato indietro… forse troppo presto.
Ora possiamo anche abbandonare la fantasia, basta che leggiamo la storia.
La triste storia dell’Africa.
Che cose non si è fatto per…ricuperare:
oro, diamanti, avorio, legnami, uomini… sì, anche uomini.
È meglio tacere sulle barbarie di ieri!
Fermiamoci un momento davanti a quell’uomo, Nelson Mandela, e restiamo in rispettoso silenzio davanti al perdono: l’Africa che sa perdonare.
Ma è giusto che facciamo il punto. Oggi, che ne è di questo «scrigno»?
Che mistero l’Africa di oggi!
Quanta ingiustizia, quanto silenzio, quanta indifferenza per l’Africa di oggi.
E non parlo solo dei grandi, ma di tutti noi.
Governi, istituzioni, organismi, chiesa: benestanti, intellettuali, operai, casalinghe, studenti, ragazzi, laici, religiosi… Tutti.
Eppure tutti vedono, tutti possono vedere se vogliono.
Anch’io son qua, vedo e rifletto.
Dalla mia piccola finestra di Muhanga, un villaggio in mezzo alla foresta, che cosa vedo, che cosa rifletto? Qualcuno me lo chiede.
Lo scrigno è ancora qua, ed io ho la fortuna di esserci dentro.
Un mucchio di tesori, di tutti i tipi.
Le miniere, il sottosuolo.
La nostra gente coltiva manioca e fagioli sull’oro, sui diamanti, sul coltan; ed è scalza, mangia un solo pasto, dorme su una stuoia.
L’Europa, l’America, «lui», l’occidente, è qui presente, invisibile ma organizzatissimo, capillare. Ti dà un piccone in mano, ti compra le colline, ti offre un dollaro… Si racconta che una volta ti dava i vetrini colorati, oggi ti dà un pezzetto di carta verde.
E si fanno le leggi che dirigono, i fucili che proteggono.
Società minerarie, multinazionali, influenze politiche, guerre costruite, interminabili e nascoste, che poi chiamano… «tribali» (sic).
Insomma le ricchezze minerarie ci sono e «lui» si organizza bene, a qualsiasi costo, pur di prenderle e farne profitto.

Parchi, safari, animali, natura.
Tutte le agenzie turistiche conoscono l’Africa. La percorrono ogni giorno per offrirla, farla ammirare. Viaggi avventurosi, viaggi vip; gorilla, elefanti, leoni, scimmie; vulcani, foreste, deserti…
Non è male, in certi limiti. Ammirare una natura ancora tale, contemplare e gioire.
Quanto lavoro e quante persone impegnate in questo, quanti viaggi preparativi perché si possa apprezzare ed usufruire fino al minimo dettaglio.
Che cosa altro c’è ancora in questo scrigno?
Molto, moltissimo.
La vera Africa, la gente dei villaggi, che è la stragrande maggioranza: calorosa, lieta di accoglierti, che ti fa sentire quanto tu sei prezioso.
Gente che ti fa sentire la gioia di vivere con poche cose essenziali, gioia dello stare insieme più che del possedere tante cose.
Gente che ti regala serenità.
Gente che ti fa rientrare a casa arricchito e non spossato.
Gente che ti restituisce a te stesso.
Chiedete a chi ci è stato, e desidera tornarvi.
E per far sapere che esistono anche queste ricchezze, per farle conoscere, incontrarle, ricuperarle….
Per riprendere i rapporti con questi fratelli d’origine.
Per organizzare tutto questo che cosa si fa? Poco! Troppo poco!
Per l’Africa, ma anche per l’India, il Bangladesh, l’Argentina… Qualche delega.
Qualche optional!
Forse pensava a questa situazione «il Figlio dell’uomo» quando, parlando di un amministratore astuto, disse che gli uomini di questo mondo sono più attivi che i figli della luce.
Giovanni padiri
Direttore Ufficio Missionario Diocesano

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