26 Marzo 2013
I primi passi di Papa Francesco sono una brezza dello Spirito


Rimane allo stesso tempo facile e difficile scrivere sul nuovo Papa, facile perché il materiale non manca. Cercherò di dire qualche cosa sulla presenza del cardinal Bergoglio a Formosa, Buenos Aires e di Papa Francesco a Roma. Molti amici mi hanno scritto, anche cercando di usare termini in castigliano, chiedendomi se avevo visto o incontrato negli anni passati il cardinal Bergoglio. Potrebbero parlare di più le Suore Giuseppine di Pinerolo che da 50 anni e più sono in Argentina le quali condividevano momenti fraterni con il cardinale quando andava a pranzare da loro per gustare la piemontese “bagna caoda”. A Formosa il cardinal Bergoglio venne il 15 e il 16 luglio del 2007 per i cinquanta anni della Chiesa formosegna. Sono stati incontri molto umani con noi sacerdoti, con le religiose e con la gente. Ha camminato nella lunga processione per le strade della citta e ha regalato una omelia profonda dove traspariva il messaggio di Aparecida di due mesi prima, in Brasile, dove lui era stato un grande protagonista. La Chiesa, Popolo di Dio, porti Cristo fuori della Chiesa. Quello che ripeteva molte volte anche alla Chiesa della sua diocesi di Buenos Aires. Cercherò di fare alcune riflessioni su questo scherzo e dono dello Spirito Santo. Sono stupende le sue riflessioni ai catechisti, ai sacerdoti, alla gente della grande arcidiocesi di Buenos Aires. Diceva a proposito della nuova evangelizzazione: «La chiesa, provenendo da una epoca il cui modello culturale era a lei favorevole, si e abituata al fatto che le sue istanze fossero offerte e aperte a chiunque venisse o ci cercasse. Cosi funzionava in una comunità evangelizzata, ma nella situazione attuale la Chiesa ha bisogno di trasformare le sue strutture e il suo stile orientandoli in modo che siano missionari. Non possiamo mantenere uno stile clientelare che attende passivamente che arrivi il fedele, non dobbiamo avere strutture e forme caduche che non rispondono alle sue aspettative e alla sua sensibilita. Dobbiamo vedere con grande creatività come ci rendiamo presenti negli ambienti della società, facendo si che le parrocchie e le istituzioni siano istanze che spingono verso questi ambienti. Rivedere la vita interna della Chiesa per andare verso il popolo fedele di Dio. La conversione pastorale ci chiama a passare da una Chiesa regolatrice della fede a una Chiesa che trasmette e favorisce la fede». Con l’elezione di Papa Francesco la Chiesa fa un passo avanti nel riconoscere la importanza delle Chiese più giovani: America, Asia, Africa; scegliendo un uomo, come lui stesso ha detto, dai confini del mondo, facendo riferimento alla posizione periferica dell’Argentina nella geografia mondiale. Ci si rende conto in queste giovani chiese della profonda fede religiosa del popolo più semplice, che cammina nella sua fede cattolica, una Chiesa che serve, a volte anche perseguitata e martirizzata, in preghiera e festosa come cantano le Comunità del centro Messico: Chiesa buona, seme del Regno, Chiesa semplice, cuore del popolo. Un pastore della Chiesa Universale che vuole mostrare in questa esperienza di fede del popolo latinoamericano un dono dello Spirito e mostra nel cuore della stessa Chiesa una apertura e una valorizzazione che sicuramente renderà più ricca di valori e di doni umani e spirituali tutta la Chiesa.
La forza evangelica dei gesti
Il nome stesso ha nelle categorie bibliche, un profondo significato esistenziale, relazionato alla identità della stessa persona. Il nome dei papi possiede questa forza simbolica che esprime il camino cristiano come una nuova nascita. Cercando i vari significati del nome Francesco possiamo vedere l’uomo della fraternita, della preghiera e della intimità con Dio, che sceglie i poveri, dalla vita austera, che vive in comunione con la natura, al quale Dio chiede di ricostruire la sua Chiesa. Il Papa Francesco scegliendo questo nome offre un segnale di tempi nuovi, di inizio di un nuovo camino. Possiamo domandarci: sarà questo l’inizio di una ricostruzione della Chiesa per liberarla dei suoi carichi e farla diventare più trasparente al Vangelo? Un tempo di maggiore comunione con la natura, cercando di essere attenti al rispetto della terra che rimane patrimonio di tutti? L’opportunità di una Chiesa più austera che testimonia con la sua vita quello che esprime nelle sue parole? Che sia una testimonianza profetica di una Chiesa che rimane al lato dei poveri, degli emarginati, che ci aiuti a riconoscere il volto sofferente di Cristo nel volto dei fratelli? Una Chiesa che sia maggiormente orante e contemplativa nella ricerca continua della ricerca personale e comunitaria e sociale del volto di Dio? Un tempo che invita i cristiani a essere uomini e donne di fraternita, per aiutare insieme ad altri a costruire un mondo di fratelli? I primi passi di Papa Francesco sono una brezza dello Spirito che accarezza la nostra speranza. Si presenta in una forma spoglia e semplice. La sua croce semplice di ferro, la sua veste normale. Le sue prime parole sono state come un saluto caldo e affettuoso al popolo della città di Roma da parte del suo nuovo pastore venuto dalla fine del mondo. Ha chiesto la benedizione al Popolo di Dio, di cui tante volte aveva parlato il Concilio Vaticano II, ha piegato la sua testa per ricevere la benedizione del Popolo. Ci ha invitati al silenzio e alle preghiere semplici, che senza dubbio lui aveva imparato dalla sua famiglia. Il cardinale Bergoglio, quando andava via da una riunione o terminava un dialogo personale, sempre chiedeva un ricordo nella preghiera. Tutti crediamo alla necessità di cambiamenti, qualcuno urgente e significativo per poter vivere un tesoro da portare al mondo da parte di noi cristiani attraverso una maggiore fedeltà e coerenza al Vangelo di Gesù.
Preghiamo per il Papa Francesco e per la Chiesa di Gesù Cristo.
Padre Buono, che sempre ascolti il grido del tuo popolo, ti preghiamo per il nostro pastore, il Papa Francesco. Dagli forza e animalo con il tuo Spirito, perché unito ai vescovi, pastori di tutte le chiese diocesane del mondo possa guidare la vita dei cristiani sulle orme del camino di Gesù. Nello spirito di san Francesco di Assisi, Signore, ti chiediamo di essere una Chiesa povera e fraterna, con un cuore aperto e compassionevole per quelli che soffrono, per quelli che non possiedono una casa dignitosa, per quelli che sono esclusi, per quelli che soffrono violenza, per gli ammalati che hanno ogni forma di dolore, per quelli che lasciano la loro terra come immigrati, per i bambini, i giovani, che muoiono per la droga, per gli anziani e per tutti gli altri affinché possiamo vedere il tuo volto sofferente e desideriamo, come insegno Francesco di Assisi nel baciare il lebbroso, manifestare concretamente un amore che faccia crescere la vita. Vogliamo essere, con il Papa Francesco, con i nostri vescovi pastori, con tutte le comunità cristiane, una Chiesa semplice e servizievole, che annunci con gioia il Vangelo di Gesù, che ami e custodisca la natura e la terra come casa di tutti, che lavori insieme agli altri per costruire un mondo fraterno, che sia gioioso con Maria e con Lei si faccia forte nella fede e nella speranza perché per Dio non esiste niente di impossibile. Amen
La gioia di Cristo Risorto ci spinga nella missione. Buona Pasqua.
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