10 Luglio 2015
Guida alla lettura dell'enciclica "Laudato si'"sulla cura della casa comune (parte II)

10 luglio 2015
L’essere umano è sempre alla ricerca della propria umanità e del segreto che essa nasconde. Oggi, inoltrati nella seconda decade del III millennio, assistiamo a una vera “emergenza antropologica” che investe tutti gli ambiti dell’agire e dell’essere umano e la Chiesa vuole diventare sempre più portavoce autorevole di questa emergenza. Di fatto, sembra che nel presente non si possa affrontare nessuna problematica con lucidità se non si considera il substrato antropologico di essa.
Questa prospettiva acquisisce una dimensione di profondità e di sintesi. Nel ricco pensiero e insegnamento di papa Francesco, considerando la sua enciclica “Laudato si’”, sarebbe inutile cercare un’esposizione di antropologia filosofica e/o teologica sistematica e completa. Egli è consapevole e sottolinea che la sua missione è: «proporre un’ecologia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda» e ancora, sottolinea una missione tipicamente spirituale: «proporrò alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana» (n.15). Nell’ insegnamento di papa Francesco troviamo elementi che da un lato appaiono sviluppati e applicati alle varie realtà in
dividuali e sociali propri della nostra epoca, dall’ altro si presentano arricchiti e illustrati alla luce del Vangelo, uniti a considerazioni teologiche e filosofiche. Ricercare l’antropologia soggiacente permette di possedere una chiave di lettura più pertinente di altre; consente in qualche modo di andare alle fondamenta. Papa Francesco non si occupa direttamente della filosofia antropologica in quanto tale. Egli ha soprattutto una visione antropologica, con particolare interesse per i problemi etici.
Siccome il bene comune, nell’enciclica denominata “casa comune”, è destinato all’ uomo, la visione della persona umana non può non interessare la filosofia e la teologia antropologica e sociale, tanto più se tale visione, come quella di papa Francesco, contempla la persona umana anche nella sua dimensione comunitaria e sociale.
L’uomo è un essere creato
Papa Francesco, nel secondo capitolo dedicato al Vangelo della creazione, si occupa di grandi temi. Dopo la creazione dell’uomo e della donna si dice che «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa “molto buona”» (Gen 1,31). La Bibbia insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26).
Questa affermazione indica l’immensa dignità di ogni persona umana, che non è soltanto qualcosa, ma qualcuno. È capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone (cf. 65). Insistere nell’enunciare che l’essere umano è immagine di Dio non dovrebbe farci dimenticare che ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua (cf. 84).
L’essere umano esiste grazie alla libera iniziativa di Dio. È capace di conoscere la verità, l’esistenza del suo Creatore come sua causa prima, può volere il bene; è chiamato a dare, con la propria libertà, la risposta al dono dell’esistenza.
L’uomo è persona e armonia
L’uomo non si lascia contenere nel concetto di “individuo”, in lui c’è qualche cosa di più: la pienezza di un essere unico. Già nell’ introduzione Francesco afferma: «L’autentico sviluppo umano possiede un carattere morale e presuppone il pieno rispetto della persona umana, ma deve prestare attenzione anche al mondo naturale e tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato» (n.5).
Considera la persona come soggetto che non può mai essere ridotto alla categoria di oggetto (cf.81). «La vita di ogni persona non si perde in un disperante caos, in un mondo governato dalla pura casualità o da cicli che si ripetono senza senso!» (n.65). Per descrivere l’armonia tra persona e natura il papa ricorre nuovamente al libro della Genesi, e sottolinea: «L’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra» (n.66).
Nel capitolo terzo, dedicato alla radice umana della crisi ecologica, descrive: «Nella visione filosofica e teologica dell’essere umano e della creazione che ho cercato di proporre, risulta chiaro che la persona umana, con la peculiarità della sua ragione e della sua scienza, non è un fattore esterno che debba essere totalmente escluso» (n.130).
La pienezza dell’essere umano non si esaurisce nel concetto di anima cosciente o di natura razionale, né nella sua individuazione concreta, ma denota anche l’unicità e l’irripetibilità di ogni essere umano. Nel nostro linguaggio corrente ciò viene espresso con “qualcuno” in contrapposizione a “qualcosa”. L’uomo è “persona”, quindi è “qualcuno”.
L’essere umano e la comunità
Papa Francesco ricorre al concetto di “comunicazione” per esporre la propria interpretazione sul carattere comunitario dell’esistenza e dell’agire umano e, nello stesso tempo, per approfondire la conoscenza della pienezza dell’uomo: «Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali» (n.219).
«La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria» (n.219). «Così una comunità si libera dall’ indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si trasmette» (n.232).
«Queste azioni comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in intense esperienze spirituali» (n.232). Francesco dà un senso specifico al concetto di comunicazione, in confronto alle diverse sfumature attribuite alla filosofia tradizionale e contemporanea.
Josè Omar Larios Valencia
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