22 Dicembre 2014
Giovani famiglie sui luoghi di don Bosco
22 dicembre 2014
«E come dimenticare i giorni della tua festa, e come dimenticarti non andare resta». Il bicentenario della nascita di don Bosco è un grande anno di festa e noi don Bosco, dopo averlo vissuto a scuola, all’oratorio e ora in famiglia nel tentativo di educare i nostri figli, non l’abbiamo dimenticato. Così, come gruppo giovani famiglie (sempre un po’ meno giovani) della diocesi abbiamo deciso di andare a cercarlo nei suoi luoghi, a Valdocco, dove il suo spirito vive nei cortili, nelle chiese, nella scuola e soprattutto nei suoi amati giovani e Salesiani. Grandi e bambini abbiamo ripercorso le tappe della vita di don Bosco a partire dalla Cappella Pinardi, dove l’oratorio è approdato dopo molte peregrinazioni e dove dopo la malattia ha fatto la scelta definitiva per i suoi ragazzi: «La mia vita la devo a voi. Ma siatene certi la spenderò tutta per voi»; per passare alla chiesa dedicata a San Francesco di Sales che ha ispirato Giovanni con la sua mitezza e il suo apostolato fra le genti; per arrivare, infine, alla meravigliosa basilica di Maria Ausiliatrice, testimonianza di un’incrollabile fiducia nella provvidenza e dell’aver scelto Maria come padrona e guida della sua vita.
Entrare nell’oratorio di Valdocco è un’emozione, lì, tra quelle mura è riassunto tutto il carisma di don Bosco: quei cortili ci parlano del suo amore sconfinato per i giovani, lì risuonano le sue parole ai Salesiani: «studiate di farvi amare»; quale luogo migliore di un cortile per creare solide amicizie tra giochi, canti, risate, chiacchierate e parole sussurrate all’orecchio. Le tre chiese ci dicono che il fulcro è Dio, ci testimoniano che l’operosità del nostro santo è stata tutta per la gloria di Dio. La scuola ci ricorda l’impegno di don Bosco nell’insegnare un mestiere ai suoi ragazzi, perché possano avere un futuro e ricorda, soprattutto ai nostri ragazzi, che l’istruzione è un grande dono, anche se richiede fatica.
Non ci resta che dire il nostro “Grazie” a Dio per averci donato un uomo che ha reso la santità entusiasmante, dicendoci che consiste nell’essere molto allegri; a don Bosco, che, con la lungimiranza dei progetti ispirati da Dio, ci ha donato i Salesiani, perché la sua opera potesse durare nel tempo; ai Salesiani, che vivendo ogni giorno la loro vocazione, sono i don Bosco di oggi e di domani, innamorati di Dio e dei giovani.
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *