18 Agosto 2011
Feste patronali: il senso profondo

Il culto dei santi, delle immagini sacre e delle reliquie Se sfogliamo il calendario liturgico lungo i giorni e i mesi dell’anno, vediamo la ricchezza di tante feste della Vergine Maria e dei santi. Anche in questo mese – noto come tempo di vacanza, di ferragosto – le molte ricorrenze dei santi sono accompagnate da una solennità mariana: l’assunzione in cielo della beata Vergine Maria, memoria che si celebra nella liturgia, sia in Oriente sia in Occidente. Lungo il corso dei secoli l’iconografia, l’arte, la storia ci hanno lasciato raffigurazioni, dipinti, immagini sacre e reliquie che ancora oggi si onorano e spronano alla devozione, alla preghiera, alla supplica. Qual è l’autentico culto che dobbiamo ai santi, alle immagini sacre, alle reliquie? La celebrazione del mistero pasquale, secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II, costituisce il momento privilegiato del culto cristiano nel susseguirsi quotidiano, settimanale e annuale. L’anno liturgico è del Signore e viene fatta “memoria” della sua opera di salvezza attraverso la celebrazione eucaristica. Con la celebrazione dell’anno liturgico «i fedeli comunicano, nella fede, nella speranza e nella carità con tutto il mistero di Cristo distribuito nel corso dell’anno». La Chiesa ha inserito la memoria dei santi nel mistero di Cristo durante la celebrazione dell’eucaristia memoria della sua morte e risurrezione, a cominciare da Maria, madre di Dio e congiunta indissolubilmente all’opera di salvezza del Figlio, ai martiri e agli altri santi, tra i quali bisogna ricordare il “natale” dei «nostri signori i martiri e i vincitori», feste che brillano di uno splendore particolare. «Nel loro giorno natalizio la Chiesa proclama il mistero pasquale realizzato nei santi che hanno sofferto con Cristo e con lui sono glorificati». (cfr. Sacrosanctum Concilium 104-105). Il Codice di Diritto Canonico (canone 1186) raccomanda ai fedeli «una speciale e filiale venerazione della Beata Maria sempre Vergine, Madre di Dio, che Cristo ha costituito Madre di tutti gli uomini», e alla Chiesa un’azione che promuova il «vero e autentico culto degli altri santi, che edificano con il loro esempio i fedeli e li proteggono con la loro intercessione». Lo stesso canone ne indica la motivazione: «per favorire la santificazione del popolo di Dio». Il culto pubblico può essere espresso dai fedeli solo nei confronti di coloro che l’autorità della Chiesa ha proclamato ufficialmente santi o beati. Il canone 1188 ribadisce la tradizione di esporre alla venerazione dei fedeli le immagini sacre. Tuttavia deve essere moderato sia il loro numero, sia l’ordine di importanza, «per non destare meraviglia nel popolo cristiano né dare occasione a una devozione meno retta». Per poter restaurare le immagini preziose, insigni per antichità, arte o culto, occorre l’autorizzazione scritta dell’Ordinario del luogo che, prima di rilasciarla, deve consultare degli esperti in materia (canone 1189). È illecito vendere le sacre reliquie. Le reliquie preziose e quelle esposte nelle chiese o negli oratori, che godono di grande pietà popolare, non possono essere alienate, né trasferite definitivamente senza aver ottenuto la licenza della Sede Apostolica che dev’essere richiesta per la validità dell’atto (canone 1190 §§ 1-3).
J. Omar Larios Valencia
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