22 Ottobre 2013
Emergenza abitativa: è ora di mostrare coraggio e generosità

20 ottobre 2013
Nei giorni scorsi una donna è venuta piangendo in vescovado dicendo che nel pomeriggio doveva consegnare le chiavi della casa a motivo dello sfratto. Casi del genere sono molti. Nel Comune di Pinerolo sono in media due alla settimana. La mancanza di lavoro aumenta queste situazioni. Giustamente si dice che bisogna andare alla radice e contrastare la povertà. Giusto. Ma intanto il problema esiste e occorre risolverlo. Siamo alla vigilia dell’inverno, con l’aggravante che chi perde la casa è sottoposto a disagi notevoli soprattutto quando vi sono a carico bambini e ragazzi.
Il Comune di Pinerolo ha certamente fatto una scelta lodevole incrementando le risorse per questa emergenza, soprattutto per evitare che ci siano persone costrette ad abitare in situazioni umanamente inaccettabili.
Anche come Chiesa (diocesi, parrocchie, congregazioni religiose) dobbiamo verificare se possiamo fare qualcosa di più.
– Mi rivolgo prima di tutto ai proprietari di case in locazione perché temporaneamente sospendono la procedura di sfratto per chi non ha lavoro o l’ha perso, certamente distinguendo tra morosità incolpevoli e involontarie e quelle colpevoli. È un invito alla solidarietà, soprattutto di fronte ad una stagione che moltiplica le difficoltà e i problemi.
– Un secondo pressante invito lo estendo a tutta la diocesi perché si aumenti il fondo di solidarietà presso le Caritas diocesana e zonali al fine di poter intervenire per arrestare il crescente numero di sfratti e per poter dare garanzie ai proprietari che concedono affitti concordati e agevolati.
– Un altrettanto forte sollecitazione la indirizzo a tutti gli Enti ecclesiastici (parrocchie e case religiose) perché verifichino se vi sono case o parti di esse di loro proprietà che possono essere messe a disposizione di chi è sfrattato, collaborando così in modo concreto con i Comuni, in particolare con quello di Pinerolo (naturalmente con le debite autorizzazioni).
Con troppa facilità diciamo: tocca all’Ente pubblico risolvere questi casi. Questo è vero. Ma è altrettanto vero che il principio di sussidiarietà obbliga tutti – in primis chi crede alla parola di Gesù – a collaborare secondo le proprie possibilità al bene comune. Il mio invito – lo ripeto – è rivolto in particolare a presbiteri, religiosi e religiose. A volte il parroco sarebbe d’accordo a dare in uso qualche locale dell’Ente parrocchia che non serve a finalità pastorali, ma il Consiglio Pastorale si oppone e così anche altri fedeli. Forse sarebbe il caso di ricordare a tutti che non si può andare alla Comunione (a nutrirsi del Corpo di Cristo) quando si trascura questo stesso Corpo presente in chi è povero e ha gravi problemi.
Le parole di Papa Francesco sono rivolte anche a noi: «Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nella comunità, nelle case, nei conventi vuoti…I conventi vuoti (come pure le case di proprietà della parrocchia) non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi … ». Il Papa aggiunge «Ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio». Tutti riconoscono che le nostre Caritas fanno già tanto. Vediamo se possiamo fare di più. Rivolgo questi inviti nella certezza che vi sono molte persone di buona volontà capaci di leggere la storia triste dei nostri giorni con gli occhi del cuore.
Insieme, Istituzioni Civili ed Ecclesiali, dobbiamo lavorare per poter dare risposte pronte ed efficaci ai bisogni del momento, di cui l’emergenza abitativa è tra le più urgenti.
+ Pier Giorgio Debernardi
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *