5 Gennaio 2020
E noi abbiamo contemplato la sua gloria
Un pensiero sul vangelo della II Domenica dopo Natale, 5 gennaio 2020
E noi abbiamo contemplato la sua gloria Gv 1,1-18
In questi giorni prima dell’Epifania non ti raccapezzi più se è lunedì, giovedì oppure… ah già è domenica! Giorni molto simili tra loro: vacanze (chi può), mangiate, dolci, parenti, regali… e sì, siamo tutti un po’ stanchi di questo protrarsi del Natale, come una lezione ripetuta più volte, sempre uguale, sempre quella. Anche il vangelo di oggi ci riporta al presepe, almeno sembrerebbe. In realtà questa pagina può essere equiparata all’impostazione del navigatore GPS prima di un viaggio il cui traguardo non ci è noto, e quindi nemmeno il percorso.
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Luogo di partenza. È fondamentale sapere dove ti trovi, per poter ripartire anche dopo un fallimento, per camminare nonostante le ginocchia sbucciate. Se non sai dove sei, non potrai orientarti, e tutte le strade che imboccherai diventeranno dei lacci che ti faranno inciampare, peggiorando la tua situazione. Tutte le strade portano a Roma, è vero, ma è Roma la tua meta? La prima domanda del navigatore è: dove sei? È la stessa domanda di Dio Creatore ad Adamo dopo quella mela (non era una mela, fidati): il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Solo se conosci e ti orienti in quella terra che calpesti e che vivi potrai trovare la giusta strada.
In questo viaggio partiamo da un luogo molto elevato, altissimo, più alto dell’Everest: “presso Dio”. Digitiamo sul nostro navigatore: la tua posizione = D-i-o. Mi guardi sorpreso e allibito: Dio? Ma sei sicuro?? Il testo dice così, è inequivocabile: il Verbo era presso Dio. Si parte sempre da casa prima di un viaggio importante. Hai preparato le valigie, sistemato tutto, ancora un caffè e due chiacchiere, e poi ciao, io vado. Casa e Dio sono sinonimi, è in casa che fai esperienza di accoglienza, di tepore, è in casa che vivi l’intimità delle relazioni, la familiarità, la vita di tutti i giorni, è in casa che programmi e organizzi un viaggio. Casa dice anche la tua identità, caratterizza la tua storia. Il Verbo non solo era presso Dio, ma “il Verbo era Dio”. Luogo e identità coincidono perfettamente, e scoprendo dove sei scoprirai chi sei.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria
Ricalcolo del percorso. Qualche volta succede che lungo il tragitto il navigatore dica così, quasi sempre perché ti sei perso o perché ci sono dei lavori che non permettono di transitare per quella strada. Il ricalcolo raccoglie il dato della tua posizione attuale e il dato del tuo traguardo, li mette in relazione e propone un nuovo percorso. Il Verbo è ormai uscito di casa, Lui sa bene dov’è diretto ma tu no, e magari lo perdi di vista. Il punto di partenza rimane -issimo, ma all’estremità opposta: lontanissimo e altissimo diventano vicinissimo e bassissimo; il termine di paragone sei tu: Dio si fa vicinissimo A TE, bassissimo COME TE. Il ricalcolo è veloce perché Dio è vicino a te, guardati bene intorno, guardati bene dentro.
Dio si mette in viaggio per incontrare tutti i tuoi -issimi, dai più grandi e belli ai più piccoli e umilianti. Se ti va prendi carta e penna e scrivi gli -issimi della tua vita, e lascia che Dio li visiti e li faccia suoi. La carne di Dio è la tua stessa carne, ecco perché non può che essere il Vicinissimo, ecco perché non puoi che contemplare la sua gloria, cioè constatare la sua presenza. Quel presepe ci dice proprio questo: io posso essere piccolo e povero, sentirmi inadeguato, non idoneo, fallito (puoi continuare): Dio sarà sempre il Vicinissimo, presente oggi nella tua vita, nel tuo dolore, nella tua inadeguatezza. Capito perché si fa festa a Natale?! Perché Dio non si fa i fatti suoi su una nuvoletta, ma vive il tuo mondo, percorre le tue strade, soffre il tuo dolore, senza sconto alcuno.
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
Quale pienezza, scusa? Un bambino che nasce lontano da casa, al freddo, in una stalla può dirmi solo il suo estremo bisogno, la sua indigenza. Cosa possiamo ricevere da una situazione tanto misera e sconcertante? Il tuo traguardo si trova davanti a te. La voce metallica del navigatore non ammette repliche. Guardati intorno, slaccia la cintura di sicurezza, apri la portiera e scendi. Il tuo viaggio è concluso.
Betlemme e la sua estrema povertà sono lo specchio di chi sei tu: poverissimo, lontanissimo da casa, irregolarissimo, inadeguatissimo.
Betlemme è l’offerta che Dio ti fa, Lui il Vicinissimo, l’innamoratissimo, Lui che fa pazzie per te.
Betlemme è meta del tuo viaggio per scoprire finalmente che tutte le tue miserie sono amate da Dio, per contemplare la sua presenza proprio là dove provi vergogna e imbarazzo.
Betlemme è il nuovo punto di partenza, questa volta viaggiate in due: Dio sale in macchina con te. Per sempre.
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