26 Aprile 2014
Domenica 27 aprile la proclamazione della santità di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
L’8 ottobre 1962 mancano tre giorni all’apertura del Concilio Vaticano II. Papa Giovanni XXIII annota sul suo diario: «Importante e cara udienza al cardinale Stefan Wyszynski, arcivescovo di Varsavia. Prima solo e poi con i vescovi polacchi, nobile stuolo di prelati distinti che circondai di ogni più cortese cordialità».
Il più giovane è Karol Wojtyla. Fu il loro primo e unico incontro personale: il polacco ha 42 anni; il bergamasco di anni ne ha quasi 81. Nove mesi dopo, il 3 giugno 1963, Papa Giovanni muore. Sedici anni e 8 giorni dopo, il 16 ottobre 1978, il polacco sale sul Soglio di Pietro, e succede a Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I.
Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 proclama beato il predecessore, dopo averne visitato la casa natale a Sotto il Monte (Bergamo) nel 1981, come il giovane don Angelo aveva visitato Cracovia nel 1912. Benedetto XVI il 1° maggio 2011 proclama beato Giovanni Paolo II. Ora due Papi per due Papi santi.
Il 27 aprile 2014, II domenica di Pasqua della «Misericordia Divina», Papa Francesco – con ogni probabilità presente l’emerito Papa Benedetto – con una celebrazione più unica che rara, proclama santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Ognuno ha una caratteristica: Giovanni XXIII è il Papa della bontà; Paolo VI il Papa della riflessione; Giovanni Paolo I il Papa del sorriso; Giovanni Paolo II il Papa del dialogo con ogni uomo; Benedetto XVI il Papa della Parola di Dio; Francesco il Papa della misericordia e della tenerezza. Papi uniti dal Concilio.
In sapiente equilibrio fra tradizione e sensibilità ai problemi moderni, Giovanni avverte fortissima la paternità spirituale, cerca sempre «ciò che unisce più di ciò che divide», attua il motto episcopale «Oboedientia et pax», mutuato dal grande vescovo-pastore san Carlo Borromeo. È un’icona di speranza per tutti.La sera dell’apertura, 11 ottobre 1962, dopo il famoso «discorso della Luna», Papa Giovanni confida: «Non mi aspettavo tanto. Mi bastava averlo annunciato il Concilio. Invece Dio mi ha permesso di avviarlo. Grazie a Lui, grazie a tutti. Basta. Buona notte. Leggete “L’imitazione di Cristo”, libro terzo, capitolo quinto, numero quattro». C’è scritto: «Chi possiede l’amore, corre, vola, pieno di gioia, libero da ogni impaccio. Egli dà tutto in compenso del Tutto che possiede perché il suo cuore riposa nell’Essere sommo».
Giovanni Paolo II, verso il predecessore, ha venerazione: «Papa Giovanni è stato un grande dono di Dio. Non solo perché, e basterebbe questo a renderne imperituro il ricordo, ha legato il suo nome all’evento più grande e trasformatore del nostro secolo: il Concilio Vaticano II. È stato un grande dono di Dio perché ha fatto sentire viva la Chiesa all’uomo di oggi. È stato, come il Battista, un precursore. Quella voce scosse il mondo. Per la sua semplicità e immediatezza, per la sua umiltà e discrezione, per il suo coraggio e la sua forza».
La festa liturgica dei due santi pontefici sarà a ottobre. L’11 per Papa Giovanni, a ricordo dell’inaugurazione del Concilio. Il 22 per Giovanni Paolo II perché in quel giorno nel 1978 iniziò il servizio di Vescovo di Roma e di Pastore della Chiesa universale. «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» In quelle parole sta il segreto della sua vita e del suo pontificato. Benedetto XVI ha stabilito che la festa sia il 22 ottobre. Il segreto di Wojtyla? Una fede che smuove le montagne e una paternità che abbraccia il mondo.
Pier Giuseppe Accornero (AGD)
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