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Chiesa  

Dilexit nos, nuova enciclica di Papa Francesco presentata il 24 ottobre

Dilexit nos, nuova enciclica di Papa Francesco presentata il 24 ottobre

La quarta enciclica di papa Francesco, “Dilexit nos”, viene presentata il 24 ottobre 2024 con l’auspicio “che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”.

«Dilexit nos, ci ha amati» la quarta enciclica di Papa Francesco – «Lettera enciclica sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo» – per «un mondo che sembra aver perso il cuore» presentata in Sala stampa vaticana il 24 ottobre 2024: Bergoglio l’aveva annunciato il 5 giugno. Pubblicata nel 350° della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù del 1673 a Santa Margherita Maria Alacoque.

L’enciclica appare in anni drammatici del XXI secolo: guerre sanguinose e atroci; gigantesche e paurose ingiustizie sociali ed economiche; consumismo sfrenato; nuove tecnologie che rischiano di snaturare e di uccidere l’anima dell’uomo. Una nota vaticana suggerisce: «Attraverso questo documento il Pontefice chiede di cambiare sguardo, prospettiva, obiettivi e di recuperare il cuore». Nell’anticipazione del 5 giugno Papa Bergoglio si augurava che il testo faccia meditare sugli aspetti «dell’amore del Signore che possono illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale, ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore. Raccoglierà le riflessioni di testi magisteriali per riproporre alla Chiesa questo culto carico di bellezza spirituale». È significativo che appaia nell’ultima settimana del Sinodo sulla sinodalità.

La devozione al Sacro Cuore è particolare nella Compagnia di Gesù. Tre secoli e mezzo fa, il 27 dicembre 1673, Gesù apparve alla 26enne suora visitandina francese e le affidò la missione di diffondere l’amore di Gesù per gli uomini, specie peccatori. Le apparizioni nel convento di Paray-le-Monial, in Borgogna, continuarono per 17 anni con il Cuore di Gesù che si manifestava su un trono di fiamme – raccontò la visitandina – circondato da una corona di spine, simbolo delle ferite inferte dai peccati: Gesù chiese a suor Margherita che il venerdì dopo il Corpus Domini fosse dedicato alla festa del Sacro Cuore di Gesù. La suora trovò incomprensioni anche nelle consorelle e nei superiori e venne considerata una visionaria.

La festa del Sacro Cuore nasce alle porte dell’Illuminismo e – sostiene il gesuita Enrico Cattaneo – «la spiritualità del Cuore di Cristo è stata un argine contro la diffusa mentalità razionalistica, che alimentava la cultura atea e anticlericale». Nel 1856 Pio IX decise che la festa del Sacro Cuore fosse estesa a tutta la Chiesa con la nascita di congregazioni maschili e femminili, l’istituzione di università (la «Cattolica» di Milano), di chiese e cappelle.

Del 1956 è la «Haurietis acquas» di Pio XII, che voleva ravvivare il culto, «vessillo di salvezza per il mondo moderno». Commentò Benedetto XVI nel 2006: «Questo mistero dell’amore di Dio per noi non costituisce soltanto il contenuto del culto e della devozione al Cuore di Gesù: esso è il contenuto di ogni vera spiritualità e devozione cristiana il cui fondamento è antico quanto il cristianesimo».

Francesco, da buon gesuita, ha sempre mostrato un profondo legame con il Sacro Cuore. Nel 2016 – per la chiusura del «Giubileo straordinario della misericordia» – chiese ai sacerdoti «di orientare il loro cuore, come il Buon Pastore, verso la pecorella smarrita, verso chi è più distante, spostando l’epicentro del cuore fuori da sé. Il cuore di Cristo è il centro della misericordia. La misericordia si sporca le mani, si mette in gioco, si coinvolge con le persone ferite».

«Dilexit nos» arriva dopo «Lumen fidei» (29 giugno 2013); «Laudato si’» (24 maggio 2015) sulla crisi dell’ambiente e la necessità della cura del creato, casa comune; «Fratelli tutti» (3 ottobre 2020) sull’urgenza della fraternità e dell’amicizia sociale in un mondo frammentato da guerre fratricide e da conflitti anche in nome di Dio. Il testo è presentato da mons. Bruno Forte, teologo e arcivescovo di Chieti, e da sorella Antonella Fraccaro, responsabile generale delle Discepole del Vangelo.

Pier Giuseppe Accornero

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