13 Settembre 2013
Settimana Sociale: mons. Nosiglia: la comunità cristiana è chiamata ad annunciare una verità scomoda
12 settembre 2013
Riportiamo di seguito il testo del saluto dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, in occasione della 47ª settimana sociale dei cattolici italiani.
Carissimi amici convenuti a questa 47ª edizione della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani: benvenuti a Torino! Sentitevi accolti nella nostra Arcidiocesi, che ho l’onore di guidare in comunione con le Chiese sorelle della Regione ecclesiastica piemontese, ma anche dalla comunità civile nelle sue diverse componenti istituzionali, che fin dall’inizio della preparazione di questo evento hanno dimostrato grande interesse e una collaborazione concreta straordinaria.
Desidero esprimere la mia più viva gratitudine al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco, e a Mons. Arrigo Miglio, chiamato a presiedere il Comitato scienti-fico, che ha avuto il compito di coordinare la complessa organizzazione di questo evento; desidero altresì porgere il mio saluto più cordiale alle diverse componenti ecclesiali, a partire dai cardinali qui presenti, ai miei confratelli Vescovi, ai presbiteri e diaconi, ai religiosi e ai laici, con un affettuoso saluto alle famiglie presenti.
Le Settimane Sociali sono uno strumento nato per promuovere e partecipare l’elaborazione cul-turale dei cattolici su temi di rilevanza pubblica, trovando ispirazione nella Dottrina Sociale della Chiesa, con i suoi principî di fondo da incarnare nella diversità dei contesti e delle problematiche affrontate. Ne è nata una lunga e feconda tradizione, che dall’inizio del secolo scorso ha visto i cat-tolici porre attenzione e farsi carico della trasformazione della società italiana, dei processi e del si-gnificato dei fattori di sviluppo, per renderli ispirati da un’etica attenta del bene comune e all’interno di un’autentica partecipazione democratica. Questa modalità, che trova nella riflessione e nello scambio reciproco il suo fondamento, deve portare in ciascuno di noi anche oggi una nuova acquisizione di responsabilità, manifestando così la volontà di partecipare al cammino della nostra società, affinché in essa emerga la centralità della persona umana, la dimensione etica dei rapporti sociali e il profilo alto della democrazia. È certamente un impegno esigente, ma necessario per stare, con intelligenza e originalità, dentro la storia.
Torino ha ospitato la Settimana Sociale in tre occasioni: nel 1924, nel 1952 e nel 1993 e ha sempre dimostrato di essere un interessante laboratorio di idee e di azioni innovative nell’ambito ci-vile come in quello ecclesiale. La cultura di cui è imbevuto il nostro territorio ha espresso nel tempo, anche grazie alle sue profonde radici religiose, figure straordinarie di santi religiosi e laici che hanno tradotto in modo mirabile il loro essere discepoli di Cristo negli ambiti sociali più diversi, con particolare riferimento al lavoro, all’educazione dei giovani e alla carità.
Sono molto lieto che proprio nella dimensione della “speranza e del futuro” si sia sentito il bi-sogno di posare l’attenzione in questa Settimana Sociale sulla “Famiglia”. Presentando l’evento della Settimana Sociale durante la prima conferenza stampa lo scorso 2 ottobre proprio qui a Torino, avevo già avuto modo di sottolineare che il tema della famiglia – intesa come da sempre insegnano l’esperienza umana e giuridica oltre che la rivelazione e l’insegnamento della Chiesa, cioè fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna e aperta alla vita – è stato scelto nella ferma convinzione che si tratti di un tema centrale per il bene comune del Paese.
Affrontare il tema della famiglia, infatti, spinge non solo a toccare i nodi antropologici essenziali per il futuro della persona umana, ma costituisce un’occasione per far comprendere quanto anche la soluzione di alcuni problemi, vissuti dalla nostra società in ambito economico e politico, trovano le loro vie di soluzione nel recupero del valore della famiglia, a cominciare dalla libertà religiosa e da quella educativa, oltre alla coscienza di essere il luogo dove è possibile sperimentare la gratuità, il lavoro, la solidarietà e tutti quei valori che costituiscono gli assi portanti di ogni convivenza civile. La crisi che stiamo vivendo pone con grande evidenza il suo ruolo – come spesso si sente dire – di “ammortizzatore sociale”, da non intendersi però solo sotto il profilo economico, bensì come patrimonio di valori e stili di vita che proprio nei momenti difficili si riscoprono come essenziali per dare speranza e promuovere una ripresa morale ed economica a sostegno della stessa coesione so-ciale.
Anche Torino, insieme all’Italia intera, è chiamata a riflettere con coraggio e speranza sul proprio futuro, ma sarebbe limitativo farlo solo in chiave economica. Noi desideriamo invece testimoniare come comunità ecclesiale che solo nel Vangelo ritroviamo il senso profondo di un cambiamento che coinvolge l’intera società, con uno stile che ci pone in dialogo con tutte le diverse componenti confessionali, religiose e della società politica, economica e civile.
La Chiesa, infatti, si sforza di proporre luoghi di pensiero qualificati con l’obiettivo di creare spazi di ascolto e di dialogo autentici, capaci di infondere ragioni di speranza e di fiducia indispensabili per trovare vie innovative ai problemi che questo tempo ci chiama ad affrontare. Sono occasioni, come quella della Settimana Sociale, in cui la comunità cristiana è chiamata ad annunciare una verità che può apparire ad alcuni scomoda, restando pur sempre con chiunque amica. Essa infatti non ha avversari, ma solo persone con le quali camminare insieme.
D’altro canto avvertiamo la necessità, nell’affrontare questi temi, di una sempre migliore pro-mozione della responsabilità laicale, aperta al dialogo con tutte le componenti della società civile, a partire da una storia condivisa e in uno spirito di collaborazione che, soprattutto nei momenti difficili come quello attuale, costituisce il “cemento” indispensabile di ogni convivenza.
Già sappiamo che durante la Settimana Sociale il tema della Famiglia come speranza e futuro per il nostro Paese sarà declinato in alcuni ambiti che richiamano varie dimensioni sociali di grande attualità. Nei mesi scorsi abbiamo avuto la possibilità, nelle nostre diocesi, all’interno delle diverse compagini ecclesiali di appartenenza, di riscoprire e vivere la bellezza del discernimento comunitario attraverso lo strumento del documento preparatorio alla Settimana Sociale. Desideriamo anche in quest’occasione sperimentare questo metodo con coraggio e fiducia, attingendo alle intuizioni già emerse e ispirati dalle occasioni offerte da coloro che hanno organizzato questo evento e che ri-chiamano gli ambiti e il cammino finora fatto. Un cammino che è innanzitutto spirituale e che abbiamo iniziato attraverso la venerazione della Sindone, insieme agli strumenti che sono messi a disposizione per conoscere le figure dei Santi Sociali, l’adorazione continua proposta nella Basilica del Corpus Domini, luogo dove si fa memoria di quel miracolo eucaristico che è sempre stato fonte di ispirazione e di azione per i santi della carità che il nostro territorio ha espresso.
Nel dare l’avvio ai nostri lavori, nel mistero della comunione dei santi, possiamo sentire la pre-senza di Giuseppe Toniolo, figura straordinaria di laico appassionato delle questioni economiche e sociali, che nel lontano 1907 ha avviato le Settimane Sociali ed è stato beatificato recentemente da Benedetto XVI. Insieme alla sua intercessione e a quella di tutti i santi della carità piemontesi, giunga a tutti voi il mio augurio di buon lavoro.
Grazie.
+ Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino
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