Costantinopoli è stata, per secoli, il baluardo della cristianità in Oriente. Oggi porta il nome di Istanbul,  una città la cui popolazione è prevalentemente islamica. Ma l’antica forza delle prime comunità risplende nella chiesa ortodossa che vede in questa sede la sua guida più importante.

A capo della comunità di Istanbul il patriarca Bartolomeo I, come il suo predecessore Atenagora, sta da anni portando avanti uno stretto dialogo con le altre confessioni cristiane, in particolare quella cattolica.

In questo clima sono avvenuti gli incontri tra il patriarca e le delegazioni Vaticana, capitanata dal cardinale Kurt Koch, e piemontese, guidata dal vescovo di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi. Bartolomeo I ha accolto i due gruppi in occasione della solennità di sant’Andrea, patrono di Istanbul.

Venerdì 28 novembre nella sala di rappresentanza il patriarca ha salutato il gruppo del Piemonte in questo modo: «Benvenuti quest’anno alla grande festa del santo Apostolo Andrea, il primo chiamato, fratello dell’Apostolo Pietro, che da decenni noi celebriamo insieme alla partecipazione della cara delegazione di Roma e quest’anno anche in vostra compagnia».

Bartolomeo I ha espresso amarezza «per il fatto di non avere ancora potuto ottenere la partecipazione al Pane e al Vino da un calice comune, al fine d’essere, secondo l’Apostolo, tutti un solo corpo».

Subito dopo ha manifestato la felicità per quest’incontro: «In una tale situazione di gioia e gratitudine, noi sentiamo vivamente l’amore fraterno di colui il quale vi ha mandati, Sua Santità il fratello Francesco Papa di Roma, e noi vi ringraziamo tutti per essere venuti per aderire alla nostra festa e alla nostra gioia».

In conclusione ha raccontato come il prossimo anno incontrerà tre volte il pontefice: una volta in occasione della prossima festa di sant’Andrea ad Istanbul; un’altra a Roma in ringraziamento per le chiese prestate nella capitale per il culto ortodosso; infine a Gerusalemme per concelebrare nei luoghi dove Cristo è vissuto.

«Di quest’ultima – ha affermato sorridendo il patriarca- per il momento terrò segreta la data. Sarà però un grande incontro fatto sul medesimo suolo che il Signore ha calpestato durante la sua vita terrena».

Dal canto suo Debernardi ha rimarcato l’importanza di «bere ad un unico calice per essere un’unica Chiesa» e ha consegnato tre doni patriarca: «le reliquie di due grandi santi piemontesi, don Bosco e il Cottolengo; un piatto d’argento, simbolo della condivisione e della comunione; e infine un panettone Galup, dolce tipico delle nostre zone».

Bartolomeo ha a sua volta donato al vescovo una croce e un suo saggio sul dialogo tra le confessioni cristiane. Inoltre ha omaggiato tutta la delegazione di un ricordo di quest’incontro: una piccola croce, simbolo del patriarcato ecumenico di Istanbul.

Il giorno successivo è stato possibile partecipare alla solennità liturgica di sant’Andrea, durante la quale, oltre al rito consueto (celebrato in greco antico secondo la tradizione), è stato ordinato un vescovo della chiesa ortodossa.

Al termine della funzione, nel primo pomeriggio, tutte le delegazioni presenti si sono incontrate per un momento di festa con il patriarca.

Era presente anche il cardinal Koch che, al termine del momento ufficiale, si è intrattenuto a chiacchierare con il gruppetto piemontese. Il vescovo di Pinerolo nel salutarlo l’ha invitato a fare visita alla nostra diocesi.

Manuel Marras – Inviato ad Istanbul
La photogallery dell’incontro tra il vescovo Debernardi e il partiarca Bartolomeo I