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Cronaca  

Papa Francesco per la festa dei nonni 2024

Papa Francesco per la festa dei nonni 2024

Papa Francesco partendo da salmo 71,9 “Nella vecchiaia non abbandonarmi” propone la sua riflessione in occasione della Festa dei nonni in programma il 28 luglio 2024.

«Nella vecchiaia non abbandonarmi» prega il Salmo 71,9, uno dei più belli: «In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. / Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. / Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile. / Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. /… Della tua lode è piena la mia bocca: tutto il giorno canto il tuo splendore. / Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze».

La IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

«Nella vecchiaia non abbandonarmi» è il tema scelto da Papa Francesco per la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani di domenica 28 luglio 2024, la più vicina alla memoria liturgica (26 luglio) dei santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria, nonni materni di Gesù. Sottolinea così come la solitudine sia l’amara compagna della vita di tanti anziani, vittime della «cultura dello scarto». Sottolinea il Dicastero dei laici, della famiglia e della vita: «La celebrazione, valorizzando i carismi dei nonni e degli anziani e il loro apporto alla vita della Chiesa, vuole favorire l’impegno di ogni comunità nel costruire legami tra le generazioni e nel combattere la solitudine, consapevoli che “Non è bene che l’uomo sia solo” come afferma Genesi 2,18.
«La solitudine è una realtà purtroppo diffusa, che affligge molti anziani, spesso vittime della “cultura dello scarto”», ribadisce il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero: «Le nostre comunità, con la loro tenerezza e con un’attenzione affettuosa che non dimentica i suoi membri più fragili, sono chiamate a rendere manifesto l’amore di Dio, che non abbandona nessuno, mai».

Ascoltate i vostri nonni

«Cari nipoti, ascoltate i vostri nonni perché una società che perde la memoria è finita» disse il 27 aprile 2024 nell’incontro «La carezza e il sorriso» promosso dalla «Fondazione Età grande», presenti seimila nonni e nipoti. Il Pontefice piemontese-argentino ha un grato ricordo per i nonni: il suo Giovanni Angelo nasce a Bricco Marmorito di Portacomaro stazione (Asti), nonna Rosa è originaria di Piana Crixia (Savona).

Lo sguardo in alto di nonna Rosa

Paragona i nonni ad «alberi vivi» per la saggezza del mondo. «Una delle cose più belle della vita di famiglia, della nostra vita umana di famiglia, è accarezzare un bambino e lasciarsi accarezzare da un nonno o da una nonna». E poi: «Da un po’ di tempo porto nel cuore un pensiero. Sento che questo è ciò che il Signore vuole che dica: che ci sia un’alleanza tra giovani e anziani. Questa è l’ora in cui i nonni devono sognare, così i giovani potranno avere visioni». Chiede ai vecchi di essere i «memoriosi della storia»; ai giovani «uno sguardo alle stelle, quel sano spirito di utopia che porta a raccogliere le energie per un mondo migliore». Cita nonna Rosa: «È stata spogliata tante volte negli affetti, ma aveva sempre lo sguardo in alto. Diceva poche cose di una saggezza semplice. Consigliava poco, ma si vedeva che rifletteva tanto e pregava tanto».

Nonni chiamati a sognare

«Gli anziani, i nonni hanno una capacità di capire le situazioni più difficili» disse all’inizio del pontificato il 28 settembre 2014: «Per questo sanno trasmettere la storia di una famiglia, di una comunità, di un popolo: perché sono un “popolo” di alberi le cui radici continuano a portare frutto, nonostante la vecchiaia, che non toglie peso agli anni». A 87 anni dice con giusto orgoglio: «Noi non siamo geronti: siamo dei nonni. Dei nonni ai quali i nostri nipotini guardano. Dei nonni che devono dare loro un senso della vita con la nostra esperienza. Nonni non chiusi nella malinconia della nostra storia, ma aperti. Noi siamo dei nonni chiamati a sognare e dare il nostro sogno alla gioventù di oggi: ne ha bisogno. Perché loro prenderanno dai nostri sogni la forza per profetizzare». Aggiunge: «Voi, della terza età voi, o meglio noi – perché anch’io ne faccio parte – siamo chiamati a operare per lo sviluppo della cultura della vita, testimoniando che ogni stagione dell’esistenza è un dono di Dio e ha una sua bellezza e una sua importanza, anche se segnate da fragilità».

Poeti della preghiera

Un’altra, bellissima espressione: «Cari nonni, cari anziani, mettiamoci nella scia di questi vecchi [Simeone e Anna] straordinari! Diventiamo anche noi un po’ poeti della preghiera: prendiamo gusto a cercare parole nostre, riappropriamoci di quelle che ci insegna la Parola di Dio. È un grande dono per la Chiesa, la preghiera dei nonni e degli anziani!».

La trasmissione della fede

Perché tanta fiducia negli anziani? Perché «i nostri nonni, le nostre nonne, tante volte hanno avuto un ruolo eroico nella trasmissione della fede in tempo di persecuzione. Quando papà e mamma non c’erano a casa e anche avevano idee strane, che la politica del tempo insegnava, sono state le nonne che hanno trasmesso la fede».

Pier Giuseppe Accornero

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