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Chiesa  

Diocesi di Torino: Repole vuol mettere al centro dialogo, giovani e sinodalità

Diocesi di Torino: Repole vuol mettere al centro dialogo, giovani e sinodalità

Monsignor Roberto Repole, prima della sua ordinazione episcopale, incontra la stampa e chiarisce il suo progetto per Torino che avrà al centro dialogo, giovani e sinodalità.

 

Mons. Roberto Repole

 

«Non sarò un vate tuttologo» queste le prime parole della conferenza stampa che mons. Roberto Repole ha tenuto aprendo la giornata della sua ordinazione episcopale e dell’ingresso nella diocesi di Torino. Un primo richiamo – dopo aver presentato il suo percorso di vita – ad un ministero che sarà incentrato su annuncio, dialogo e sinodalità.

 

«Cristo è risorto e vivo!»

Mons. Repole ha detto di non voler presentare “ricette”, ma ha voluto condividere ciò che più gli sta a cuore: «che Cristo è risorto e vivo» e che la Chiesa si deve fondare su questo annuncio: «una Chiesa che non vive di questo non è più Chiesa».

Attenzione alla complessità delle sfide

Un annuncio improntato su un confronto con una realtà oggi molto complessa che rifugga dalle semplificazioni: «Non dobbiamo essere semplicisti, le sfide di fronte a noi sono grandi».

La globalizzazione crea scarti sociali e disuguaglianze

«Siamo in una città – ha proseguito – che ha cambiato volto e identità, ma questo cambiamento non riguarda solo Torino, ma è la globalizzazione che genera scarti sociali e disuguaglianze».

 

Dare senso alla vita dei giovani

E sul tema delle povertà e degli scarti, un primo riferimento ha riguardato il mondo dei giovani segnato «non solo dalla povertà materiale, ma soprattutto da quella psicologica e spirituale». «Dobbiamo dare senso alla vita dei giovani, non basta dare vita, ma un senso alla vita che si dà», «il cristianesimo deve diventare una risorsa spirituale», attraverso «itinerari che aiutino a formare una coscienza e non solo eventi».

Tratto da La Voce e il Tempo

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