Carlo Tedeschi è una figura nota nel campo dello spettacolo: pittore, scrittore e regista, vincitore di numerosi premi (tra i quali l’ Ambrogino d’oro). È molto conosciuto soprattutto per il musical “Chiara di Dio” sulla vita di Chiara di Assisi e lo spettacolo teatrale “Sicuramente Amici”.
Il 23 marzo, presso la sala Perazzo della Curia di Torino, presenti don Luigi Magnano, parroco di Balangero ed Alberto Riccadonna, direttore del giornale “La voce e il Tempo”, Carlo Tedeschi ha presentato il suo libro “Leo, l’ uomo senza tempo”, una biografia dell’uomo che Tedeschi considera il suo maestro, Leo Amici, morto trent’anni fa ma ben vivo nella memoria di molti. Il libro era già stato presentato a Roma, Milano e alla scorsa edizione del Salone del libro di Torino e il 24 marzo, è stato presentato a Balangero dove ha sede “Accademia perla strada”, di cui don Magnano è assistente spirituale.
Leo Amici fu una figura singolare. Nato presso Civitavecchia nel 1923, frequentò per pochi anni la scuola, poi combatté nella seconda guerra mondiale in marina. In seguito fece molti viaggi ed ebbe numerosi impieghi (minatore in Francia, operaio, commerciante) ma la sua vita ruotò soprattutto intorno alla diffusione di valori spirituali. Negli anni 60 e 70 visse a Civitavecchia e cominciò a dedicarsi agli altri. Nella sua casa arrivavano molte persone a chiedere aiuto e consiglio: egli salvò numerosi giovani dalla droga, diede conforto morale a molte persone e si dice operasse anche delle inspiegabili guarigioni. Era un uomo dotato di notevole magnetismo ma al tempo stesso semplice ed umile. Rifiutava ogni compenso in denaro.
Nel 1983 fonda l’associazione Dare con la prospettiva di creare una struttura per orfani, anziani e attività di socializzazione. Nel 1985 fonda una compagnia teatrale e una casa di produzione televisiva (Ralac). Gira un film sulla tossicodipendenza. Si occupa anche di sport, sostenendo Angela Bandini che batte il record di immersione in apnea.
Dal 1978 Leo viene affiancato da un giovane talentuoso: Carlo Tedeschi. Da allora la produzione artistica di Tedeschi è in linea con gli ideali di Leo che sono ormai anche i suoi.
Dopo la morte di Leo, Carlo con altre persone crea, secondo il progetto di Leo, una struttura di accoglienza per anziani ed orfani, il Piccolo Paese, presso Monte Colombo (Rimini). Ben presto la struttura diviene anche un centro culturale dove giovani artisti possono esprimersi e trovare degli strumenti culturali per imparare. Si possono imparare molte cose, nel Piccolo Paese, ci sono corsi per lavori manuali, musica, danza, teatro. Per Leo era molto importante che ogni persona “tirasse fuori” i suoi talenti e non li soffocasse.
Molte persone studiavano per un po’ presso il Piccolo Paese e poi se ne andavano e davano vita ad altre strutture e iniziative.
Leo dovette affrontare molte difficoltà ed incomprensioni ma le superò con serenità e con fede.
Credeva nella creatività e molte delle attività del Piccolo paese sono musicali, teatrali, coreutiche ecc. Ma ci sono anche un centro benessere, un poliambulatorio, un ristorante, un teatro, un’ azienda agricola.
Esiste anche una Fondazione Leo Amici riconosciuta nel 2002. La Fondazione ha dato vita ad altre strutture in Toscana, Sicilia, Abruzzo, Canton Ticino, Umbria.
In Piemonte l’ associazione Dare collabora con l’associazione Sollievo di Leinì. Frutto di tale collaborazione alcuni spettacoli che sono andati in scena ad Almese, Borgaro, Balangero.
Qui ieri sera è stata rappresentata La via Crucis – Via Lucis, cui ha partecipato attivamente, in fase di regia, lo stesso Tedeschi.
Due sono ancora in programma a Torino, al teatro Cardinal Massaia il 22 aprile e a Susa al teatro Rosaz il 6 maggio.
Alla conferenza erano presenti alcuni dei giovani artisti del Piccolo Paese che hanno eseguito per i presenti splendide canzoni.
Luisa Paglieri