17 gennaio 2015
Giusto il tempo di appoggiare a terra la valigia, e subito il vescovo di Pinerolo è salito al Santuario Diocesano per un Ave Maria di ringraziamento. Tutto, infatti, è andato per il meglio e monsignor Pier Giorgio Debernardi, insieme ai quattro volontari pinerolesi (Adriano e Rosina Andruetto, Franco Cuccolo e Silvano Galfione), è atterrato questa mattina alle 10 a Caselle, dove ad aspettarli c’erano anche i giornalisti dell’Ansa e di SkyTg24.
Dopo quasi 24 ore di attesa nell’aeroporto di Ouagadougou, il gruppo era partito ieri sera alle 18 alla volta di Parigi dove l’aereo Air France è atterrato alle 2 di notte. Di qui, dopo qualche ora di riposo, la partenza per Torino. Un po’ di paura e tanta stanchezza ma anche la certezza che il Burkina Faso saprà riprendersi da questo brutto episodio e proseguirà sulla via del dialogo interreligioso. «Qui musulmani e cristiani sono sempre vissuti in pace – riferisce il vescovo – e riprenderanno a farlo perchè i rapporti sono ottimi. Questo terribile attentato è un tentativo di destabilizzare tutta l’area a nord della capitale».
Il gruppo dei volontari pinerolesi era alloggiato a meno di 500 metri dall’Hotel Splendid e la sparatoria è stata avvertita distintamente. «Quando abbiamo sentito i primi colpi – riferisce il volontario Franco Cuccolo – pensavamo fossero petardi. Poi ci siamo resi conto che si trattava di altro. Erano le 19:45 e la sparatoria è proseguita per parecchio tempo». Il gruppo, grazie ad un’auto della ONG cuneese LVIA, è riuscito a raggiungere l’aeroporto cittadino che è stato subito presidiato dalle forze dell’ordine. «Air France ha bloccato i voli – prosegue monsignor Deberanrdi – e siamo rimasti in aeroporto tutta la notte con la speranza che ci lasciassero partire. Il giorno successivo ci hanno invitati a tornare in albergo. Due di noi sono rimasti in aeroporto. Io con altri due volontari siamo rientrati in albergo ma, appena arrivati, ci hanno avvistati che l’aereo sarebbe partito. E così è stato». Paura? «In quel frangente no. Ho avuto paura al mattino quando, uscendo dalla cattedrale, sono stato accerchiato da alcuni giovani che mi chiedevano denaro. Poi uno di loro mi ha riaccompagnato in albergo».
L’impegno nel paese africano certamente proseguirà. «Soprattutto ora – ha concluso il vescovo – è necessario stare loro accanto!»
P.R.
Foto Vita Diocesana – Riproduzione Riservata