17 Giugno 2018
Così è il regno di Dio: come...
Qualche pensiero sul vangelo della XI domenica del T.O.
a cura di Luca Rubin
Così è il regno di Dio: come… (Mc 4,26-34)
Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno. Seminare ha un alto tasso di incognita, richiede grande speranza, il gioco delle probabilità è molto forte, ci sono tante variabili: il tempo, il terreno, gli insetti parassiti, gli uccelli che portano via il seme, le erbacce infestanti; inoltre, ammesso che tutto vada per il verso giusto e i frutti giungano a maturazione, una grandinata o qualche ladruncolo possono vanificare tanto lavoro. Il protagonista di questo evento così importante, non è il seme, ma l’uomo che getta il seme: è in lui che si incontrano emozioni e atteggiamenti contrastanti, come la fiducia di un buon raccolto o la paura di perdere tutto, la speranza di un domani migliore o l’incubo del fallimento. Proprio quest’uomo è l’icona, il logo, l’emblema del Regno di Dio, un regno che sa contenere in sé tutte le sfumature dell’animo umano, un regno che non sa scandalizzarsi, ma accoglie, custodisce, rigenera. Quest’uomo che semina è il perché dell’incarnazione, è il perché di Dio che sceglie di diventare uno di noi affinché il regno di Dio non sia un’idea confusa, una sperduta galassia nei cieli dei cieli, ma prenda corpo, ossa, carne, sangue e anima, divenendo così tangibile da risultare scomodo, una pietra d’inciampo con cui confrontarsi. L’incarnazione è il sì di Dio a tutto ciò che passa nella vita di un essere umano, è il sì di Dio a essere parte di questo ventaglio infinito di esperienze, è il sì di Dio a essere vicino, a essere amore.
Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Sicuramente il seme per poter germogliare deve essere seminato, quasi dimenticato nell’oscurità umida e fredda del terreno e il seminatore deve investire tutta la sua speranza. Tuttavia l’icona del Regno si completa con un altro elemento fondamentale: il seme ha vita propria: germoglia e cresce indipendentemente da ciò che l’uomo fa. A te è chiesto di seminare, di fidarti, di dare l’ok a Dio, a te è chiesto di varcare la soglia di questo regno, poi è fatta: come il seme anche la tua vita germoglierà e porterà frutti. Tu fai un passo? Dio ne fa mille verso di te, per te, per la tua felicità. Questa autonomia del seme è la garanzia che il regno non te lo tieni in tasca, non è tuo: hai mai provato a catturare un raggio di sole? O a mettere in una scatola una nuvola? Impossibile! Il regno di Dio ti avvolge e ti sconvolge, occupa tutto lo spazio e tutto il tempo, trasformando, o meglio, plasmando la tua vita, come fanno gli eventi atmosferici con le montagne. In soldoni: tu getti il seme, il resto lo fa Dio.
Così è il regno di Dio: come un granello di senape. L’hai mai visto un granello di senape? Come il puntino di una i, che è tanto piccolo, ma se non c’è rende difficoltosa la lettura e quindi la comprensione del testo (cuor di maestro…). Eppure questo semino diventerà una pianta con rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido. L’icona del regno si completa: il regno di Dio è il più piccolo dei semi che contiene in sé una grande potenzialità. Questa piccolezza è lo scandaloso contenuto del regno. Scandalo significa inciampo, e io inciampo perché mi aspetto grandi cose, effetti speciali che neanche Avatar si sognerebbe per poi trovarmi davanti a un’apparenza insignificante, che mi fa dire: “tutto qui?”, e scuoto le mani, non come il seminatore, ma come chi pensa di poter fare a meno di Dio, del suo Regno e di tutte queste cose insignificanti. Ebbene, Dio non ha paura della piccolezza, anzi: la sceglie, la incarna, fa della piccolezza il suo programma, dalla creazione ai giorni nostri, coinvolgendo anche l’eternità. Ecco qui Dio che ci sconvolge, che ci lascia basiti (si dice così?), noi che cerchiamo sempre di scalare il monte più alto, di fare prodezze, di essere più grandi, più belli, più forti… ecco, Lui sceglie il meno, il piccolo, il debole, il brutto per compiere meraviglie, per rendere visibile al mondo che l’amore rende possibile l’impossibile.
Il regno di Dio è un uomo che semina, il regno di Dio è un seme che germoglia e cresce, il regno di Dio è il più piccolo dei semi che contiene in sé una grande potenzialità. A te viene chiesto di seminare, a te viene chiesto di germogliare e crescere, a te viene chiesto di non spaventarti della piccolezza, ma di accoglierla come il dono più grande. A te Dio dice: non sei solo.
Buona domenica!
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