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Chiesa  

Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?

Commento alle letture della XII domenica del tempo ordinario, 21 giugno 2015

 

Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono? (Mc 4,35-41)

Riportiamo di seguito un testo di p. Silvano Fausti, gesuita,  che ci aiuta ad entrare nel clima di questa domenica. Gesù non è la bacchetta magica o l’amico immaginario. Totalmente oltre, totalmente altro!

Perché siete paurosi così? Come non avete fede?”, chiede Gesù ai suoi. Hanno ascoltato la sua parola. Ma l’hanno ricevuta come essa è veramente, quale parola di Dio, che opera in colui che crede (1Ts 2,13)?

Dominati dai loro pensieri e dalle loro paure, non hanno ancora fede. Non osano andare a fondo con lui. Il battesimo è essere associati a lui nella sua morte e nella sua risurrezione. Questo racconto è un’esercitazione battesimale per vedere se la Parola ha prodotto il suo frutto: la fiducia per abbandonare la propria vita con lui che dorme e si risveglia.

Lo stesso giorno delle “parabole”, i discepoli falliscono l’esame. Ma l’esperimento non è inutile; fa uscire le difficoltà del loro cuore, tardo e lento a credere.

La Parola dovrà entrare in tutte le loro paure. Ma prima deve evidenziarle, anzi suscitarle e farle uscire allo scoperto, per poterle vincere.

È notte, sul mare in tempesta Gesù dorme tranquillo. I suoi, che sono con lui, nelle sue stesse difficoltà, gridano di angoscia. Non capiscono questo sonno, immagine del suo abbandono alla morte. Dormendo, egli realizza la fiducia espressa nelle parabole. I discepoli, al contrario, sono in balia della disperazione.

La Parola, caduta “sulla via”, non è attecchita. È entrata superficialmente; ma sotto c’è la pietra del loro cuore, che impedisce loro di affidarsi al Signore.

Questa diffidenza può dissolversi solo quando si risponde alla domanda: “Chi è costui?”. L’apparente inazione del suo sonno è la massima azione in nostro favore: dorme per essere con noi anche nella valle oscura. E proprio qui si alza con tutta la potenza di JHWH, placando ogni tempesta, anche quella del nostro cuore.

Gesù ci viene rappresentato nel suo mistero profondo: la notte, mentre dorme, egli è il seme gettato, la luce nascosta, la forza automatica dei Regno, la piccolezza del chicco di senapa. Ma il seme germina morendo, la luce brilla nelle tenebre, la forza vince con la calma, la piccolezza diventa grande albero. Lo costateremo solo al suo risveglio. I discepoli si chiedono: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare lo ascolta?”. È la domanda fondamentale del vangelo.

Il discepolo è colui che, dopo aver ascoltato la Parola, si affida a Gesù che dorme, al di là delle proprie paure. Sulla sua parola accetta di andare a fondo con lui – l’alternativa è andare a fondo senza di lui! – nella speranza di emergere con lui a vita nuova.

Silvano Fausti

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