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Chiesa  

Buona "fermata d'Avvento"

Buona

28 novembre 2015

L’Avvento ci riporta alla nostra dimensione umana.

Attendere una soluzione, una risposta, una salvezza significa non avere soluzioni, risposte e salvezze. Significa riconoscere che abbiamo bisogno di qualcosa che noi, con le nostre sole forze, non non siamo in grado di darci.
Vivere l’Avvento significa riconoscere di essere peccatori. Senza scuse e senza giustificazioni.
Significa lasciarsi attraversare dalla Parola di Dio che è «viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio». Una Parola che «penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12).
Vivere l’Avvento è attendere la pace.
Quest’anno, in modo particolare, i “rumori” della guerra ci ricordano che la pace è un dono e non il risultato di azioni politiche, diplomatiche o militari condotte da coloro che credono di essere i potenti della terra.

È il dono di un Dio che, per amore nostro, si fa così piccolo che quasi scompare tra le pieghe della storia.

Non voglio augurare un buon cammino d’Avvento, ma una buona “fermata d’Avvento”. Perché uno dei mali del nostro tempo e il muoversi troppo, in continuazione, sempre più velocemente.
Fermiamoci ad attendere. Come quando si attende l’autobus. Con un po’ di sana impazienza, guardando spesso l’orizzonte.
Fermiamo le nostre frenesie, le nostre “cose da fare”, i nostri “non ho tempo” e diamo a Dio la possibilità di venirci a trovare.

Di venirci a salvare.

 

P.R. 

 

Avvento 2015

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