Skip to Main Content

Appuntamenti  

Alla Visitazione di Pinerolo il cuore di San Francesco di Sales

Alla Visitazione di Pinerolo il cuore di San Francesco di Sales

L’8 novembre del 1622, Francesco di Sales partì da Annecy per recarsi a Lione su invito del Duca di Savoia Carlo Emanuele I. La salute del Vescovo era già molto malferma, ma rispose a coloro che  sconsigliavano il viaggio: “é necessario andare dove Dio ci chiama”

Il  27 dicembre 1622, in procinto di ritornare ad Annecy, ebbe un colloquio con la Superiora del Monastero della Visitazione di Lione le disse “ Figlia mia, vi lascio il mio spirito e il mio cuore”

Quel pomeriggio si sentì male, e nel giro di poche ore fu assalito da una trombosi celebrale, il giorno successivo, mercoledì 28 dicembre, moriva all’età di 55 anni e 20 di episcopato.

Ricordandosi delle parole dette il giorno prima alla Superiora, i chirurghi, durante l’autopsia, (come era d’altronde in uso al tempo), estrassero il cuore e lo deposero in un reliquario destinato al monastero.

Nel 1792 quando il governo impose “la vendita dei monasteri”. Si requisirono molti beni e il Monastero  e la chiesa della Visitazione divenne deposito per “botti di aceto” e le monache dovettero fuggire.

Nel febbraio del 1793, essendo diventato troppo pericoloso continuare a vivere in Francia, la Comunità delle visitandine decise di oltrepassare le Alpi ed andare a vivere a Mantova dove il governo “lombardo-austriaco” aveva messo a disposizione delle Monache un monastero.

Ma la felicità di avere ancora un posto in cui vivere e pregare  non poté durare a lungo.

Nel 1796 per sfuggire all’esercito di Napoleone che avanzava nel nord Italia si videro costrette, a causa della loro idee e della nazionalità francese, a trovare rifugio verso l’Austria.

Rimasero per un periodo a Klagenfurt quindi, sempre sotto il terrore del “rombo del cannone”  il 14 marzo 1801 “la comunità di delle visitandine  entrava a Vienna” dove rimase in continuo pericolo di distruzione e nel 1866 il “Governo subalpino promulgò la legge di soppressione” degli Ordini religiosi.

Quindi fuggirono ancora una volta e arrivarono a Venezia. Il il Cardinale Giuseppe Sarto allora Patriarca di Venezia volle manifestare “la sua predilezione al monastero visitandino riservando a sé l’ufficio di padre spirituale”.

Nell’anno 1903 fu eletto Papa con il nome di Pio X, e anche da Roma Papa Sarto si interessò del Monastero di Venezia ormai prossimo ad essere requisito e nel 1913 le monache si trasferirono a Treviso.

In tutto questo “pellegrinare” portarono sempre con sé la preziosa reliquia di san Francesco di Sales come prezioso “ricordo di famiglia” e ancora oggi è possibile vederla e venerarla nella Chiesa del Monastero della Visitazione di Treviso.

In  occasione del 400° anniversario di  morte di Francesco di Sales, questa reliquia verrà portata in pellegrinaggio nei Monasteri della Visitazione del Nord Italia, tra cui il nostro Monastero.

Ma che senso e che significato ha, oggi, venerare una reliquia?

Ecco cosa scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica,(pp 2131-2132)

L’onore tributato alle sacre immagini è una “venerazione rispettosa”, non un’adorazione che conviene solo a Dio. Gli atti di culto non sono rivolti alle immagini considerate in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare il Dio incarnato. Ora, il moto che si volge all’immagine in quanto immagine, non si ferma su di essa, ma tende alla realtà che essa rappresenta.»

E anche Papa Benedetto XVI, in un discorso ai giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù, a Colonia, 18 agosto 2005)

«Le reliquie ci indirizzano a Dio stesso: é Lui infatti che, con la forza della sua grazia, concede ad esseri fragili il coraggio di testimoniarlo davanti al mondo. Invitandoci a venerare i resti mortali dei martiri e dei santi, la Chiesa non dimentica che, in definitiva, si tratta sì di povere ossa umane, ma di ossa che appartenevano a persone visitate dalla Potenza viva di Dio. Le reliquie dei santi sono tracce di quella presenza invisibile ma reale che illumina le tenebre del mondo, manifestando il Regno dei cieli che è dentro di noi.»

Non possiamo comprendere il significato profondo delle reliquie, che tanta parte hanno avuto e hanno nella Chiesa Cattolica e nella fede del popolo cristiano, se non entriamo nella realtà dell’Incarnazione.

Perché, infatti, si venera il frammento di un corpo, in questo caso il cuore di San Francesco, o di un vestito che ha ricoperto quel corpo? Perché si crede che l’uomo o la donna ai quali appartenevano siano stati abitati in modo particolare da Dio e siano oggi, perciò, per coloro che li accostano con fede e cuore aperto, tramite di grazia. Senza entrare in questa visione non si può comprendere la venerazione delle reliquie ed essa finisce per essere confusa con riti pagani, magici, espressione di una religiosità superstiziosa.

Onorare il corpo di un santo significa quindi richiamare il modo in cui lui ha risposto al progetto di Dio  e come Dio lo ha trasformato interiormente, porsi alla sua scuola per illuminare la propria vita con gli insegnamenti e lo stile di questo santo e testimoniare, che una vita realizzata  nell’essere di Cristo, con Cristo e per Cristo  trasforma la vita presente in un anticipo vita futura  che ci sarà data da vivere in pienezza.

Occorre accostare con fede le reliquie. A seconda di come le si accosta, esse possono risultare insignificanti o fonte di un profondo cambiamento di vita. La reliquia non agisce di sua iniziativa, ma sollecita la fede di chi la accosta. Senza fede non c’è operazione di Dio. Certamente è Dio stesso che suscita la fede, ma contestualmente è la disponibilità del nostro cuore a farla fiorire.

Il primo scopo di una reliquia, quindi, è di suscitare la preghiera. È questo il miracolo più grande che possiamo chiedere. Ancor prima delle grazie particolari che possiamo domandare per intercessione di San Francesco di Sales – grazie che dipenderanno dal disegno misterioso di Dio che solo conosce qual è il nostro bene – i miracoli che oggi chiediamo per tutti noi sono la fede, la speranza e la carità, la rinascita del nostro dialogo con Dio, uno sguardo capace di vedere, oltre  il male un bene destinato a prevalere su tutte le disarmonie  e le fatiche della nostra vita presente.

La reliquia resterà esposta nella Chiesa del Monastero della Visitazione martedì 14 giugno, dalle ore 9,30 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 17,30.

Mercoledì 15 alle ore 20,45 Don Michele Molinar, sacerdote salesiano, Vicario dell’ispettoria salesiana Piemontese, terrà una conferenza, sempre nella Chiesa del Monastero. su Francesco di Sales dal titolo: “CUORE E TOTALITA’ DEL DONO.”

 

 

 

 

 

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *