6 Ottobre 2014
Al via il Sinodo sulla famiglia: c’è bisogno di luce
6 ottobre 2014
Siamo alla vigilia del Sinodo sulla famiglia. Inizia domenica 5 ottobre. Oltre cardinali e vescovi, sono molti gli sposi invitati a prenderne parte e a portare il contributo della loro esperienza.
La sera del 4 ottobre, in piazza S. Pietro si terrà una grande veglia di preghiera. Si invitano tutte le famiglie del mondo a unirsi a Papa Francesco per invocare la luce dello Spirito Santo sull’assemblea sinodale. Si suggerisce anche di accompagnare la preghiera con un segno: porre sulla finestra della propria abitazione un cero acceso.
C’è bisogno di molta luce sulla famiglia! In preparazione al Sinodo c’è stata una consultazione fatta in tutte le diocesi del mondo. Tutto è confluito nel documento preparatorio che si chiama “ Instrumentum laboris “ e raccoglie, in sintesi, le risposte giunte alla segreteria generale. I problemi da affrontare sono tanti. La frammentazione e la disgregazione delle famiglie ha molti volti (divorziati risposati, conviventi, unioni di fatto anche con persone dello stesso sesso, ragazze madri lasciate sole, procreazione artificiale ) e molte cause, tra cui la principale è l’individualismo, un morbo che distrugge non solo la famiglia ma ogni forma di aggregazione umana.
Ma se tante sono le ombre, più numerose sono le luci. Il primo compito del Sinodo è quello di mettere in evidenza la bellezza e l’indispensabilità del matrimonio per il bene della società. Ci deve essere una parola forte che sostenga la voglia di fare famiglia presente nei giovani; poi, certo, vi sono i problemi sopra elencati che richiedono una parola chiarificatrice.
Quando ho risposto personalmente al questionario, inviato un anno fa, avevo messo in evidenza queste urgenze:
– Ci vuole più coraggio nell’offrire a tutti, in particolare ai giovani, attraverso la catechesi, il pensiero della Chiesa sul Vangelo della famiglia. La maggior parte dei fedeli ignora i documenti del Magistero su questo tema.
– L’azione pastorale nei confronti della famiglia e dei giovani deve avere la priorità in tutte le comunità. L’emergenza educativa interpella tutti. Occorre pazienza nel mettersi accanto alle famiglie, soprattutto a quelle ferite e distrutte. La medicina della misericordia è quella più urgente, oggi.
– È necessario dare una impostazione nuova ai processi di nullità matrimoniale, troppo segnati da preoccupazioni giuridiche e dove la dimensione pastorale non sempre è presente. Molte volte la persona non si sente rispettata nella sua sofferenza né aiutata ad aprirsi alla speranza.
– L’ecumenismo è anche scambio di doni. Come la Chiesa protestante ci ha trasmesso la familiarità e l’amore per la Bibbia, così la Chiesa ortodossa – attenta a sottolineare l’azione dello Spirito – ci può aiutare a trovare nuove vie per fare sperimentare la misericordia di Dio nei confronti dei coniugi che hanno visto la distruzione del loro matrimonio valido e si trovano nell’ impossibilità di ritornare al primo matrimonio. Perché non esplorare, con sincera carità pastorale, se non è possibile anche per loro essere riammessi alla comunione eucaristica?
Sono convinto che sarà un Sinodo condotto con grande libertà e franchezza. D’altronde il regista è lo Spirito Santo, il quale non mancherà di farsi un varco attraverso i dibattiti per indicare quali sono le prassi pastorali più utili sia per riproporre la bellezza del matrimonio sia per sanare le ferite e le malattie che minano la salute della famiglia.
Accompagniamo il Sinodo con la preghiera.
+ Pier Giorgio Debernardi
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