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Attualità  

Vivere per ubriacarsi?

Vivere per ubriacarsi?

I dati dell’ISTAT rivelano che il consumo di alcool inizia già in età adolescenziale Lo certifica l’Istat, ma un po’ tristemente lo sapevamo già: l’alcool si sta diffondendo paurosamente tra i giovani ed i giovanissimi. La notizia viene appunto dall’Istituto di nazionale di Statistica: «Cresce fortemente il consumo di alcol fuori pasto degli adolescenti, la quota di 14-17enni che assume alcool, appunto, fuori pasto passa dal 15,5% del 2010 al 18,8% del 2011». Insomma si è dentro una china pericolosa che sembra non destare molto clamore nell’opinione pubblica, abituata ormai a di tutto e di più, negli eccessi che non scandalizzano più di tanto, purtroppo. Anzi mentre dobbiamo registrare più di un ragazzo su dieci con comportamenti a rischio nell’abuso di alcolici, ugualmente ci ritroviamo ad annotare che prevalgono (su vino e birra) gli aperitivi alcolici, gli amari ed i superalcolici. Insomma si va giù sul pesante. E poi – in generale – a fronte di un calo nel consumo di alcool giornaliero all’interno dei pasti, ecco incrementarsi dal 24,9% al 27,7% l’abitudine a bersi qualcosa di forte lontano dal momento conviviale. Certo ci sono anche dati altalenanti con una diminuzione complessiva dall’8,3% al 7,5% di coloro che si lasciano attirare dal “binge drinking” (la devastante abbuffata d’alcool), ma si è ancora ad una cifra globale di 8 milioni e 179 mila persone (dagli adolescenti agli anziani) in preda a questa quasi dipendenza. Altri rilievi dell’Istat segnalano come tra “i 18-24enni che frequentano assiduamente le discoteche i comportamenti di consumo di alcool a rischio sono più diffusi (31,9%) rispetto ai coetanei che non vanno in discoteca (7,8%)”. Forse anche questa sottolineatura non giunge del tutto nuova. La cosa più grave che viene segnalata riguarda ancora i comportamenti nel bere da parte dei giovanissimi, a cominciare dagli 11 anni: sembra incredibile che a quell’età si provi già l’ebbrezza di ubriacarsi. Eppure ne dà conto l’Istat. Un livello impressionante. Che non trova molte spiegazioni razionali. Riferibile forse a sconcertanti voglie trasgressive che appaiono sempre più precoci. In una stagione in cui pare non ci siano più limiti. Ma, al di là di questa deriva sconfortante, resta in piedi il fenomeno dell’abuso di alcool che non ha soltanto, per chi guida, il risvolto micidiale di rischi per sé e per gli altri al volante dell’auto. Infatti l’ubriacarsi di alcolici sembra un esito scontato del fine-settimana (e non solo), in un’esperienza deludente della propria umanità che cerca di stordirsi per non pensare, andando sopra le righe, perdendo i propri controlli. Davvero penoso. Eppure è tristemente all’ordine del giorno. Sarà il caso di ripartire da questi eccessi per risalire alla ragioni per cui vengono cercati, voluti, attesi. Vivere per ubriacarsi? Non è possibile. Chi riuscirà a dire a ragazzi e giovani che c’è di meglio in cui investire i propri anni ruggenti?

Corrado Avagnina

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