14 Febbraio 2015
Un mondo da buttare
febbraio 2015
Da poco è suonata la campanella che decreta la fine delle lezioni. Due ragazze, 16 anni o giù di lì, escono dal liceo Porporato. Una delle due, capelli castani e occhi chiari, appena fuori dalla porta, sputa a terra una gomma. Prende dalla tasca un pacchetto di sigarette e se ne caccia una in bocca mentre attraversa la strada. Il pacchetto vuoto finisce a terra anche lui, nella sabbia del parco davanti alla stazione ferroviaria. La ragazza vede tre compagni. Bacio, bacio, bacio. Poi si fa accendere la sigaretta. Nessuno accenna minimamente a raccogliere il pacco sui cui campeggia minaccioso l’ammonimento: «Il fumo invecchia la pelle». Niente di che. Una briciola in confronto alle tragedie che affliggono il mondo. Ci sono le follie dei fanatici dell’Isis e il fantasma di nuova guerra all’orizzonte. Ci sono i profughi che muoiono in mare. C’è la crisi in Ucraina e lo spauracchio di «finire come la Grecia». Questa, invece, è solo una scena di ordinaria maleducazione urbana. Eppure, nel suo piccolo, mette una certa tristezza. Perché è un segno che qualcosa non va. E non solo in quei ragazzi, ma piuttosto negli adulti che stanno consegnando loro un mondo da buttare via. Un mondo da sputare a terra. Un mondo che è vecchio non solo nella pelle ma soprattutto nell’anima.
Patrizio Righero
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