10 Settembre 2018
Un aiuto per i più piccoli tra i piccoli del Congo
Classe 1972, Daniel Kabanda Wa Munga è nato nella Repubblica Democratica del Congo. Da 9 anni è in Italia e opera come mediatore culturale. Per un certo periodo ha lavorato anche a Pinerolo con la cooperativa “Crescere Insieme” nell’accoglienza dei ragazzi rifugiati e richiedenti asilo. Attualmente è impegnato con una cooperativa in provincia di Como. Lo abbiamo incontrato nella redazione di Vita Diocesana.
Gli chiediamo perché sia venuto proprio in Italia. «Per noi congolesi l’Italia è tutto: i preti italiani ce ne parlano, da noi arrivano immagini belle del vostro Pase», risponde sorridendo. Riconoscente per essere stato accolto e aiutato, ha iniziato a raccogliere fondi per i bambini del Congo e per realizzare questo progetto nel 2016 ha fondato l’organizzazione Maisha-Ongd (la parola “maisha” significa vita).
Si tratta di un’organizzazione non-governativa, senza scopi di lucro, a-politica e a-confessionale, a vocazione nazionale, regionale e internazionale con sede a Uvira nella provincia del Sud-Kivu.
Daniel è convinto che per dare speranza a un paese occorra mandare a scuola i bambini. Tutti i bambini!
La crisi socio-politica cha ha colpito la Repubblica Democratica del Congo da più di un decennio ha condotto allo scoppio di due guerre, le più crudeli del continente africano (1996-97, 1998-2003) con la presenza di milizie nazionali ed internazionali. Questi conflitti hanno causato alle sventurate popolazioni danni incalcolabili, sia dal punto di vista umano che economico: massacri di migliaia di persone, esodo massiccio di popolazioni costrette ad abbandonare i loro luoghi di nascita e di provenienza, saccheggi, spoliazioni e distruzioni sistematiche dei beni e delle proprietà delle popolazioni, violenze sulle donne da parte di gruppi armati.
«È inutile che i capi di Stato si indignino per le migrazioni. Perché non si indignano per lo sfruttamento dell’Africa dei secoli passati e per lo sfruttamento attuale da parte dell’Europa?»
Daniel non è polemico: non vuole cambiare il mondo, ma mandare a scuola dei bambini che – loro sì – potranno contribuire a cambiare il mondo. Così è nata Maisha. Lo scopo principale è mandare a scuola i bambini più poveri: i pigmei.
Quella dei pigmei è l’etnia più emarginata: sono seminomadi perché non possono vivere nella foresta a causa della guerra diffusa ovunque e non hanno terra per stabilizzarsi. «E pensare che sono loro i primi abitanti del Congo», sottolinea Daniel, che spiega: «se i bambini vanno a scuola tutti insieme non nascono pregiudizi tra le diverse etnie. I pigmei devono conservare la loro cultura, come tutte le etnie, e avere loro dignità. A dire il vero lo stato non si preoccupa neanche dei bambini ricchi: va a scuola chi paga.
Maisha manda a scuola 30 bambini fornendo loro il corredino: divisa, scarpe, zainetto, matita e quaderno e garantisce loro la retta per tutto l’anno che consiste in tre dollari al mese. Una cifra enorme per un congolese. I bambini che vengono aiutati generalmente sono orfani che spesso vivono con gli zii, i quali se hanno qualche soldo mandano a scuola i propri figli, piuttosto che i nipoti. «l mio sogno sarebbe arrivare per il 14 settembre a quota 40 bambini», confida Daniel.
«Non abbiamo una sede italiana e così non possiamo partecipare ai bandi delle Fondazioni – ci spiega rammaricata Angela, una collaboratrice italiana dell’organizzazione – pertanto cerchiamo sponsor per questo e anche per altri progetti che sono stati attivati in Congo».
MAISHA ha acquistato un bananeto per un gruppo di mamme affinché possano mantenersi e rendersi indipendenti. Un altro obiettivo è quello di restituire le terre ai pigmei e comprare un mezzo per raccogliere i bambini pigmei e portarli al dispensario delle suore di Saint Joseph che si sono rese disponibili per le cure.
«L’Africa è grande e ricca – conclude Daniel con un pizzico di amarezza e tanto realismo -. Venite, sfruttatela, ma almeno non portateci la guerra!»
Cristina Menghini
Per info maishaongd@gmail.com
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