26 Febbraio 2014
Uciim: ecco il programma politico per la scuola proposto al nuovo governo
26 febbraio 2014
In un comunicato stampa l’Uciim, Unione cattolica di insegnanti e dirigenti, ha reso noto un programma politico per la scuola proposto al nuovo governo.
«In un momento cruciale per la vita istituzionale del Paese – si legge nel comunicato – a noi dell’Uciim, così come a tutte le associazioni, spetta il compito di tracciare un “Programma per la scuola” che sia trasversale alle forze politiche e sia utile per far sì che le normative in tema di istruzione possano davvero aiutare la scuola ad assolvere al proprio compito. Occorre investire di più sulla scuola, sino a raggiungere almeno la media europea del 6%, ma la questione non si può risolvere solo in termini economici. Occorre infatti uscire dalla logica economicistica che ultimamente ha fatto vedere nella scuola più una fonte di spesa (all’apparenza improduttiva) che una risorsa strategica».
Sono 12 i punti che l’Uciim pone all’attenzione del Governo guidato da Matteo Renzi e al nuovo ministro Stefania Giannini:
1. ORGANI COLLEGIALI
Dopo 40 anni è necessario riformare gli organi collegiali nel rispetto della logica dell’autonomia e della progettualità.
Si deve salvaguardare il potere progettuale e deliberante dei docenti principalmente per quanto riguarda la dimensione educativo-didattica, si deve valorizzare la leadership educativa del dirigente scolastico e non solo quella amministrativo-gestionale.
2. STATO GIURIDICO E FORMAZIONE DEI DOCENTI
È fondamentale definire un nuovo profilo docente che sia coerente con lo sviluppo sociale, pedagogico, psicologico ed economico della nostra realtà.
Tra i punti fondanti da tenere in considerazione nella ridefinizione dello stato giuridico e della formazione dei docenti ci sembrano prioritari:
1. l’attuazione di un sistema di reclutamento ordinario e regolare;
2. l’eliminazione del precariato;
3. la semplificazione delle procedure concorsuali;
4. la valorizzazione nella formazione dei docenti di specifiche tematiche strettamente vincolate al profilo professionale degli insegnanti;
5. il riconoscimento amministrativo ed economico della formazione in servizio;
6. il rinnovo del CCNL del personale della scuola, reinserendo l’aggiornamento come diritto-dovere;
7. il fare emergere con chiarezza nel nuovo stato giuridico tutto l’orario svolto dai docenti, che oggi è sommerso.
3. AUTONOMIA REALE E FUNZIONALE
L’autonomia è una delle più importanti conquiste della scuola italiana, ma questa strada va percorsa con convinzione. Per favorire maggiormente l’autonomia si dovrebbero assegnare direttamente alle istituzioni scolastiche, anche in rete, i fondi attualmente gestiti da comuni e province per le scuole.
4. VALUTAZIONE DEL SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE, DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E DEGLI ALUNNI
È indispensabile una seria valutazione della qualità del sistema educativo, in una logica di promozione e di miglioramento del servizio e non con modalità sanzionatorie. Proprio la valutazione della qualità può essere nelle scuole l’occasione per creare condivisione, progettualità e dialogo, anche con l’INVALSI.
5. RAZIONALIZZAZIONE
Occorre raggiungere una coerente distribuzione delle istituzioni scolastiche sul territorio, mettendo ciascuna di esse in condizione di funzionare regolarmente ed evitando accorpamenti giustificati solo da una logica di contenimento della spesa.
6. SCUOLA INCLUSIVA
Una scuola inclusiva per tutti è una scuola che non espelle, non emargina, ma riconosce il valore di ogni alunno come persona. Il pieno rispetto dei dettami costituzionali e legislativi, un’adeguata formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, una reale scuola autonoma e collegiale, sono le basi indispensabili per una vera scuola inclusiva in cui ogni alunno ha mirate risposte a specifici bisogni.
7. RIDUZIONE DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA
Si deve favorire una politica scolastica che permetta la riduzione della dispersione scolastica, per far sì che ogni alunno possa pienamente attuare le proprie potenzialità e possa diventare un cittadino che dia il suo fondamentale contributo alla società.
8. SCUOLA DIGITALE
È indispensabile il potenziamento nella formazione dei docenti all’uso delle nuove tecnologie. Tale formazione non può fermarsi all’uso tecnico degli strumenti, ma deve risultare mirata a un utilizzo didattico, di ricerca, di documentazione, di innovazione metodologica anche differenziata, che renda più efficace l’insegnamento/apprendimento.
9. EQUILIBRIO FINANZIARIO
La scuola è una delle dimensioni vitali della società. Una buona scuola dipende principalmente da buone finalità, ottime indicazioni e linee guida, personale altamente qualificato, strutture idonee, attrezzature e sussidi funzionali, ma non è possibile una scuola di qualità senza che essa sia riconosciuta come valore anche a livelli di investimenti.
La nostra richiesta è che la scuola sia trattata alla stessa stregua degli altri settori. Non dare priorità ai tagli rispetto ai principi, alle idee, alle concezioni.
10. RAPPORTI CON L’UE
La scuola italiana non può prescindere dalle direttive comunitarie e dal rapporto, mai subalterno, con gli altri paesi dell’unione. Ma è altrettanto importante non sacrificare le grande conquiste e le valenze altamente positive della scuola italiana per una sterile omogeneizzazione al ribasso.
11. NUOVO TESTO UNICO DELLA SCUOLA
Diventa ormai improcrastinabile un nuovo testo unico della scuola, dopo decenni di riforme e contro riforme e di provvedimenti tra di loro contrastanti, spesso inseriti anche in leggi generali.
12. VALORIZZAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI
Il coinvolgimento delle associazioni professionali dei docenti e dei dirigenti scolastici è vitale. Le associazioni professionali rappresentano la vera voce dei docenti e dei dirigenti scolastici e hanno come unico obiettivo il miglioramento della scuola.
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