12 Gennaio 2012

Studio shock: il regalo più diffuso negli USA? Le armi da fuoco

Il picco nel periodo delle festività natalizie Solitamente ci si interroga sul come, tra cenoni e regali, la gente possa fronteggiare la crisi economica di questi ultimi tempi, eppure dall’America giungono dati assai più allarmanti, se non inquietanti. Pare infatti che da uno studio economico svolto dall’FBI, organo che si occupa di attenti controlli sul mercato in questione, si sia registrato proprio sotto le feste un aumento vertiginoso della vendita di armi da fuoco, giungendo alla cifra di un milione e mezzo di articoli commerciati, dei quali un terzo unicamente nella settimana che precede il Natale. Dati allarmanti, soprattutto contando il triste record segnato nella giornata del 24 Novembre, ovvero quello di maggior numero di armi vendute in ventiquattro ore, per un totale di ben 130 mila; la cifra fortunatamente tende poi a scendere, ma non di molto, giungendo a più di 102 mila nel periodo della Vigilia. Ora è ovvio che questi dati possano portare ad un momento di seria riflessione sul punto dove ci stiamo trascinando: ci sono delle ipotesi che sostengono come causa di questo fenomeno la possibilità di un aumento delle azioni criminali per colpa delle ristrettezze economiche, o chi la inserisce in un quadro più ampio, vedendolo come il frutto della recente legislatura che a breve dovrà proprio cercare di limitare ed inquadrare lo smercio di questi strumenti di violenza. In ogni caso si tratta di un campanello ben più che allarmante, volto ad inquadrare lo stato di paura nel quale vive evidentemente l’americano medio: possiamo quasi dire che laggiù sia ormai uno stesso fatto culturale quello che porta a considerare una pistola non come uno strumento pericoloso, in grado di infliggere danni irreparabili, ma come una sorta di “guardia del corpo personale”, un antifurto di buona qualità, mitizzando una situazione davvero priva di senso.

Roberto Toia