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Attualità  

Sindaco di Bobbio Pellice: "Non possono imporci il Parco del Monviso"

Sindaco di Bobbio Pellice:

«È un argomento delicatissimo, perché andrà a influenzare la vita di Bobbio Pellice nei decenni a venire. Viste le premesse e le condizioni con cui ci è stata posta la questione, abbiamo dovuto dare parere negativo».

Sono le parole di Patrizia Geymonat, sindaco di Bobbio Pellice, che spiega la posizione del comune sul Parco del Monviso. Secondo i progetti della Regione Piemonte, il nuovo parco naturale graviterebbe intorno al Monviso, e andrebbe a inglobare il Bosco dell’Alevè (in Valle Varaita), la torbiera di Pian del Re (Val Po) e il sito del Pra-Barant in Val Pellice. «Il comune di Bobbio – continua il sindaco – sarebbe coinvolto per quasi due terzi del suo territorio, e questo implicherebbe una forte trasformazione per il paese».

«I nostri dubbi riguardano in primo luogo l’impatto sul territorio. Bobbio, infatti, è una realtà in cui l’agricoltura ricopre un ruolo fondamentale, e l’apertura di un parco porta con sé una serie di trasformazioni di difficile convivenza per i contadini. Ci hanno detto che sarebbe una spinta importante per il turismo, e questo è sicuramente positivo. Ma non possiamo farlo a discapito dei nostri agricoltori».

Il secondo punto su cui l’amministrazione ha espresso perplessità è quello gestionale. «C’è il timore – spiega Geymonat – di essere un po’ fuori dal contesto. L’ipotetica area indicata da questo parco comprende soprattutto comuni del cuneese, ed è difficile capire con quali enti dovremmo confrontarci».

Al momento, per il Parco del Monviso non sono previsti altri incontri “ufficiali” con la Regione: «Noi abbiamo espresso formalmente la nostra contrarietà, e la Regione ha promesso di tener conto dell’opinione dei comuni, peraltro tutti contrari. C’è da dire che, dopo una prima fase in cui i comuni sono stati “messi da parte”, nelle riunioni successive la Regione è stata molto collaborativa. Speriamo che a prevalere sia la via del dialogo: il Parco del Monviso non può esserci imposto».

Il Monviso

Lilia Garnier, sindaco di Villar Pellice, incalza: «In Piemonte ci sono già una serie di parchi e sono quasi tutti commissariati per vari motivi. Forse, prima di costituirne altri, sarebbe meglio sistemare quelli che già ci sono». Villar Pellice non è coinvolto come estensione territoriale, ma lo è come comune confinante: «Abbiamo letto la notizia sui giornali, come comune non siamo mai stati interpellati dalla Regione. È vero che il territorio non è direttamente parte del parco, ma ne subirebbe inevitabilmente un’influenza diretta: gli animali non si fermano mica a leggere i cartelli di confine!».

Perplessità anche riguardo alla scelta del simbolo del parco: «Mi sembra un po’ surreale – continua il sindaco di Villar – immaginare che il Monviso possa essere il “brand”, come ci hanno detto, che rappresenti la Val Pellice in Europa. Può avere un senso per determinate aree, ma non per questa».

L’ultima osservazione riguarda invece il processo di costituzione del parco: «Da quello che ho capito, il Parco del Monviso nascerebbe come prosecuzione del parco del Po a cui spetterebbe anche la gestione. In sostanza, il Parco del Monviso rischia di essere accorpato ancora prima di nascere».

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