12 Maggio 2015
Quel "rave" a Pra Martino
11 maggio 2015
Se ne arriva barcollando, studia il terreno e si piazza lì. Trent’anni o poco meno. Pantaloni e canottiera scura. La musica pompa al centro del grande prato addobbato come per una festa celtica. Ma lei balla in disparte. Con movimenti lenti. Quasi ipnotici. Ad un tratto si ferma, libera il suolo dagli abbondanti aghi di pino, si toglie gli stivali e prosegue la sua danza così, scalza, e con lo sguardo perso in un cielo azzurro come da giorni non si vedeva.
Io me ne sto lì, a pochi metri distanza, seduto a terra. Credo che non si accorga nemmeno della mia presenza. Se ne accorge invece un ragazzone con la T-shirt arcobalenata che si avvicina e attacca bottone. Mi chiede del quad che ho parcheggiato lì a due passi. Quanto è di cilindrata? Dev’essere bello salire su con quello. Una potenza. Io avevo una vespa…
Poi mi invita a fare un giro su un’altalena appesa ad un ramo. Declino l’invito con un mezzo sorriso. E torno a guardare il panorama: un rave in miniatura (mi dicono gli esperti che si tratta di un “Psy-trance”) adagiato in una radura pianeggiante, a pochi chilometri sopra Pra Martino. Attorno boschi di conifere che sfoggiano il loro verde migliore.
A monte della pista fuoristrada un campeggio improvvisato. Sotto, il “muro” di casse acustiche che spara musica a tutto volume e che attira, come falene cieche, eterei danzatori , giocolieri, fate ed elfi. Una ragazza porta in testa una corona di fiori che sembra uscita fresca fresca da Woodstock. Diversi ragazzi se ne vanno in giro in pantaloncini e nulla più.
Scatto qualche foto col cellulare. Giro qualche secondo di video. Anche al cane che sta letteralmente divorando un malcapitato pallone da calcetto.
Non è un “tecnival” (chissà se si chiamano ancora così!) ma la musica martellante è la stessa. Niente a che vedere con la baraonda che nell’agosto del 2007 travolse le rive del Chisone nei pressi di Baudenasca e che portò la minuscola frazione pinerolese agli onori della cronaca nazionale. Qui sembra tutto più rilassato anche se alcool e sostanze varie non mancano.
Oggi sono tornato sul posto per dare un’occhiata.
I più se ne sono già andati ma i tendoni stanno ancora lì. Gente che si abbraccia e si saluta. Ciao. Alla prossima. Ti aspetto. Qualcuno raccoglie l’immondizia in grandi sacchi neri.
Scatto ancora qualche foto. La giornata è limpida e il cinguettio dei uccelli ha preso il posto della musica tecno. In lontananza il ronzio di una motosega.
Risalgo sul quad e mi incammino verso il Crò. Non mi sento molto diverso da quei ragazzi. Sono giovani uomini e giovani donne che cercano una strada. Una direzione. Una colonna sonora che possa cullare i loro sogni e farne qualcosa di bello. Sono certo che un giorno, abbassando un poco il volume delle casse, si accorgeranno che Quello che stavano cercando stava già lì, da sempre. Li stava aspettando a braccia aperte.
E non serviranno più droghe, né alcool né decibel esagerati per assaporare una bella giornata nei boschi sopra Pramartino.
Patrizio Righero
https://www.youtube.com/watch?v=FU4jnxy531M
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