31 ottobre 2015

Le parole di papa Francesco non sono cadute nel vuoto. La chiesa italiana ha preso molto sul serio l’invito ad accogliere nelle case, nelle parrocchie e negli istituti religiosi un “richiedente asilo” e ha elaborato un “vademecum”. Si tratta di linee guida approvate dal consiglio permanente della CEI per aiutare a «individuare forme e modalità – così si legge nella premessa del documento – per ampliare la rete ecclesiale dell’accoglienza, nel rispetto della legislazione presente e in collaborazione con le Istituzioni. Si tratta di un gesto concreto e gratuito, un servizio, segno di accoglienza che si affianca ai molti altri a favore dei poveri presenti nelle nostre chiese: un supplemento di umanità, anche per vincere la paura e i pregiudizi».

Ci ha pensato poi la Caritas a dare concretezza al vademecum con il progetto “Un rifugiato a casa mia”. Ad illustrarlo è don Virgilio Gelato, direttore della Caritas Diocesana di Pinerolo: «Il progetto è articolato in diverse fasi e prevede l’accoglienza di quei richiedenti asilo che escono dalle strutture di prima accoglienza e sono già in possesso di un documento riconosciuto dallo Stato Italiano. L’obiettivo primario è l’inclusione sociale mirata all’autonomia in un contesto protetto».

La prima fase è quella della raccolta delle disponibilità di famiglie, parrocchie, istituti e dell’individuazione di alcuni operatori.

«Fino all’8 dicembre – prosegue don Virgilio – sarà possibile segnalare la propria disponibilità direttamente alla Caritas o al Consorzio Coesa che è il braccio operativo del progetto diocesano. I soggetti idonei parteciperanno quindi ad un percorso di formazione». Dopo questa prima fase (tre mesi), partirà l’accoglienza vera e propria che durerà sei mesi durante i quali verrà fornito a famiglie ed enti un servizio di accompagnamento e monitoraggio. Gli ultimi tre mesi saranno dedicati alla “restituzione” dei risultati.

Rispetto alle consuete modalità di accoglienza il progetto si distingue perché mette al centro la famiglia, concepita come luogo fisico e insieme sistema di relazioni.

Altra peculiarità è quella di coinvolgere una pluralità di attori creando una rete e sensibilizzando il territorio.

 

Al via un tavolo di lavoro sull’immigrazione

Va nella direzione della sensibilizzazione e della rete anche il “Tavolo di lavoro permanente sull’immigrazione” presentato lo scorso 28 ottobre nel municipio di Pinerolo dal consigliere regionale Elvio Rostagno e dall’assessora Monica Cerutti.

«Abbiamo rivolto l’invito a tutti i comuni del territorio – spiega Rostagno – e ad alcuni enti che già operano in questo settore come la Caritas, il Consorzio Coesa, la diaconia Valdese e il CISS. Sono infatti convinto che occorra attrezzarci e proporre delle strategie in prospettiva e non aspettare che il fenomeno si trasformi in emergenza».

Oltre a Pinerolo che, con l’assessora Agnese Boni, sarà capofila del tavolo, erano presenti i comuni di Torre Pellice, Villar Pellice, Bibiana, Frossasco, San Secondo, Prarostino, Roure e Virle. «Non sappiamo come si evolverà nei prossimi anni questa situazione – commenta Rostagno –. Al momento il flusso è “di passaggio” ma forse tra qualche anno l’offerta lavorativa nel Nord Europa avrà una battuta d’arresto e i migranti vorranno fermarsi qui. Di fronte a questa prospettiva ci sono tre atteggiamenti possibili: subire, adattarsi e gestire. I primi due sono quelli di chi ha paura o aspetta di avere il problema in casa per decidersi ad agire. Personalmente credo sia più sensato il terzo, cioè quello di una progettualità capace di guardare avanti».

Caritas e Tavolo di lavoro si impegneranno non solo sul versante dell’accoglienza ma anche su quello culturale, per creare un clima più disponibile al dialogo. «Sono convinto – conclude Rostagno – che la sollecitazione che viene dalle migrazioni faccia del bene al nostro territorio e alla nostra cultura. La sfida è quella di essere accoglienti senza perdere le nostre radici e la nostra identità».

 Patrizio Righero

 

Progetto “Un rifugiato a casa mia”

Per segnalare la propria disponibilità ad accogliere uno o più richiedenti asilo è possibile inviare una mail alla Caritas (virgilio.gelato@gmail.com); al Consorzio Coesa (coesa@consorziocoesa.it); oppure presentandosi agli uffici della Caritas di Pinerolo (via del Pino, 59) il martedì mattina dalle 9:30 alle 11:30.

richiedenti asilo