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Attualità  

Papa Francesco celebra la prima Messa dal ricovero al Policlinico Gemelli

Papa Francesco celebra la prima Messa dal ricovero al Policlinico Gemelli

Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli, il 16 marzo 2025 ha celebrato la Messa e intanto prosegue le terapie.

Prima Messa, concelebrata con altri sacerdoti, da Papa Francesco domenica 16 marzo 2025, nella cappellina del «Gemelli»: è il trentunesimo giorno dal ricovero, per polmonite bilaterale, il 14 febbraio. Al termine è stata fatta una foto del Pontefice di spalle e in preghiera che la Sala Stampa vaticana ha diffuso, segno che le condizioni di salute registrano un lieve miglioramento ma restano stabili e che proseguono le terapie e le fisioterapie respiratoria e motoria.

Qualche anima candida sui quotidiani italiani ha chiesto come mai il Papa non è stato ripreso in faccia, ma di spalle, come accadde a Giovanni Paolo II, fotografato da dietro nella cappella del Palazzo apostolico il 25 marzo 2005, pochi giorni prima della morte, mentre seguiva la Via Crucis al Colosseo del Venerdì Santo. Come per Wojtyla, la risposta è ovvia: il viso chiaramente porta i segni della sofferenza e delle terapie mediche.

Ripreso di lato, sulla sedia a rotelle, con il camice e la stola viola, raccolto in preghiera, con lo sguardo rivolto verso l’altare e il crocifisso della cappellina al decimo piano del Policlinico dove ogni giorno, da quando le condizioni sono migliorate, va a pregare. Francesco si dice «vicino ai malati, fragili come me»; ringrazia i bambini, «ai quali il Papa vuole bene»; afferma: «Nella malattia nulla può impedire di amare e di pregare»; esorta «a guardare chi è accanto nella prova».

Da giorni – riferiscono i media vaticani – diversi giornalisti e persone domandavano immagini del Pontefice. «Si era sentita la sua voce, affaticata, nell’audio del 6 marzo durante il rosario in piazza San Pietro, in cui in spagnolo benediceva i fedeli e ringraziava per le preghiere in questo tempo di malattia».

Domenica 200 bambini dell’Unicef, bambini e adulti italiani e stranieri hanno portato, nel piazzale del Policlinico, fiori, palloncini e una «carezza simbolica». La preghiera scandisce le sue giornate, con il riposo, la terapia farmacologica e le fisioterapie respiratoria e motoria. In particolare – informa la Sala Stampa – trae giovamento dalla fisioterapia motoria. La situazione è stabile in un quadro clinico che i medici definiscono «complesso».

Nel testo dell’«Angelus» il Pontefice si riferisce alla Trasfigurazione, raccontata dall’evangelista Luca 9,28b-36, nella seconda domenica di Quaresima. È la luce che trasforma e che abbaglia, che si fa «carezza nel dolore» guida i suoi pensieri, una luce che rende visibile ai discepoli una verità: «Dietro i gesti che Gesù compie in mezzo a loro, c’è la luce del suo amore infinito, un amore che avverto mentre sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati, fragili come me. Il nostro fisico è debole ma niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza».

Poi un pensiero fulminante, tipico di Papa Bergoglio: bisogna «essere luce anche nei luoghi in cui alberga la sofferenza. È una luce che si ritrova anche nelle persone che il Signore ci pone vicino. Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili! Perciò vorrei invitarvi a dare con me lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore». Ringrazia chi «mi assiste con tanta dedizione; sento accanto a me un popolo che prega incessantemente per la mia salute; dai più piccoli ai più grandi. So che pregano per me tanti bambini; alcuni di loro oggi sono venuti qui in segno di vicinanza. Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi».

Anche al «Policlinico Gemelli» ha nel cuore i Paesi «feriti dalla guerra: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo». Quindi le condizioni di salute sono stabili e sono graduali i miglioramenti grazie alle terapie.

Il questo mese l’attività della Chiesa e della Santa Sede non si è fermata. Il Vescovo di Roma continua a nominare vescovi e nunzi, a ricevere il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo sostituto Edgar Peña Parra, a prendere decisione per la Chiesa. La più importante, dal punto di vista ecclesiale, è quella che dà continuità al Sinodo sulla sinodalità del 2023-24: l’avvio di itinerario o «percorso di accompagnamento» che porterà a un’assise o un’«assemblea ecclesiale» nel 2028, «consolidando quanto compiuto finora senza indire un nuovo Sinodo». Per il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, si tratta di «concretizzare lo scambio tra Chiese locali e nella Chiesa tutta».

Pier Giuseppe Accornero

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