5 Luglio 2012
Ospedale Agnelli di Pinerolo. Dialisi: dopo l’incendio la diaspora
Pazienti e personale medico “distribuiti” nelle altre sedi dell’ASL TO3
Un assistito: Forse i dirigenti non hanno mai provato che cosa significhi la vita del dializzato.
Alle ore 5,30 di sabato 30 giugno si è verifica un incendio presso il Servizio Dialisi ubicato al I piano dell’Ospedale di Pinerolo che ha determinato l’attivazione del sistema di allarme antincendio remotizzato presso il centralino e la contestuale chiusura in automatico delle porte e delle serrande tagliafuoco.
L’operatore del centralino, come da procedura, ha avvertito il personale reperibile del servizio tecnico e sanitario del presidio e vista la concomitante fuoriuscita di fumi ha contemporaneamente richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Sono stati intercettati gli impianti elettrico e di erogazione di gas medicali per isolare l’area coinvolta dall’incendio che è stato spento dai vigili del fuoco.
Nell’area in cui si è sviluppato l’incendio non erano presenti in quel momento né pazienti, né operatori in quanto l’attività presso il servizio dialisi inizia alle ore 6,30.
I numerosi pazienti per i quali erano previste le sedute di dialisi sono stati trasferiti presso gli altri servizi della S.C. Nefrologia e Dialisi dell’ ASL TO che si compone di 2 strutture di degenza e 4 CAL (Centri di Assistenza Limitata) dislocati sul territorio nei comuni di Collegno, Orbassano, Rivoli e Susa.
Presso tali strutture anche con il supporto del personale medico e infermieristico che opera nella sede di Pinerolo, i pazienti proseguiranno i trattamenti dialitici e il trasporto per le prossime sedute sarà loro assicurato con il massimo confort possibile.
Il Direttore Generale dell’ASL TO3 dr. Gaetano Cosenza ha assicurato che l’area interessata dall’incendio sarà prontamente ripristinata dal punto di vista tecnico e logistico non appena i vigili del fuoco ne daranno l’autorizzazione e il servizio dialisi presso l’ospedale di Pinerolo sarà riattivato sollecitamente per limitare il disagio legato allo spostamento dei pazienti e degli operatori.
Le assicurazioni della dirigenza, tuttavia, non convincono i pazienti – e probabilmente nemmeno il personale medico e paramedico – che da anni attendono la “nuova dialisi”. Gli attuali locali del piano terra, infatti, sono raggiungibili solo attraversando uno strettissimo corridoio e gli spogliatoi collocati in uno spazio decisamente angusto. Uno degli assistiti lamenta: «nonostante l’alta qualità del servizio fornito da infermieri e medici, le strutture sono insufficienti, per non parlare degli spazi tra i letti. Se qualcuno sta male si sente doppiamente a disagio per la totale mancanza di privacy. Forse i dirigenti non hanno mai provato che cosa significhi la vita del dializzato».
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