22 Ottobre 2011
Mons. Crociata ai giornali cattolici: "Fatevi scegliere per una linea editoriale riconoscibile nella sua identità ecclesiale"
Sabato 22 ottobre si è concluso a Cesena l’annuale convegno della FISC (Cesena) – “Continuate ad essere voce del territorio. Innovate la vostra grafica, ma – soprattutto – prestate attenzione ai contenuti: raccontate la cronaca, aiutate a contestualizzare gli eventi, curate la scrittura, investite in qualità”. Ad indicare “alcune tracce di cammino che possano scandire la tabella di marcia ed essere condizione di futuro” per i giornali della Fisc (Federazione che raggruppa 189 testate cattoliche locali) è stato mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, intervenuto oggi a conclusione del convegno nazionale tenuto a Cesena in occasione dei 100 anni del “Corriere Cesenate”, sul tema “Territorio e Internet: due luoghi da abitare”. “Fatevi scegliere – ha detto mons. Crociata – per una linea editoriale coraggiosa e riconoscibile nella sua identità ecclesiale, sul tracciato della dottrina sociale della Chiesa con la sua costitutiva articolazione di etica della vita ed etica sociale gerarchicamente ordinate e connesse. Abitate il ‘cortile dei gentili’, attenti a sollevare domande, pronti a proporre percorsi di risposta”. Ai giornali Fisc il segretario generale della Cei ha anche ricordato che “le opportunità del nostro tempo” possono essere “ulteriore motivo di sinergia tra voi. La presenza in rete diventerà allora possibilità e impegno a fare sistema (Rete, appunto), a scambiarsi materiali, a lavorare insieme, a sostenersi reciprocamente. Anche l’adesione all’Unione cattolica della stampa italiana – l’Ucsi – può essere via di spiritualità, di formazione e di cultura, oltre che modalità per stringere preziosi rapporti con i colleghi che lavorano nelle altre testate”.
La semplicità e la prudenza. “La Chiesa italiana conta su di voi – ha assicurato mons. Crociata – vi è vicina e si impegna a fare la sua parte per sostenervi, anche con la disponibilità – se serve – ad aprire nuovi tavoli di confronto, animati da spirito e da iniziative propositive”. Il segretario della Cei ha quindi invitato i giornali Fisc a “congiungere la semplicità della colomba con la prudenza del serpente, la conversazione del mondo con il raccoglimento interiore – ‘Silenzio e Parola’, per riprendere il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Ricolmi della vera sapienza, siate forza che, anche in questa difficile stagione, non si stanca di contribuire a formare coscienze libere e mature”.
Le nubi minacciose. Mons. Crociata si è anche soffermato sulla difficile situazione che per la crisi economica, ma non solo, stanno vivendo le testate Fisc. Il “vostro impegno – ha detto – si misura con un contesto sul quale si addensano nubi minacciose”: “L’orientamento delle risorse pubblicitarie alle emittenti televisive nazionali; l’aumento considerevole delle spese postali, seguito alla soppressione delle tariffe agevolate; la riduzione del sostegno pubblico con la drastica e sistematica riduzione del fondo per l’editoria… sono tutti elementi che contribuiscono a mettere a rischio di sopravvivenza decine e decine di testate, e quindi centinaia di posti di lavoro”. Per il segretario della Cei, “pur tenendo conto delle precarie condizioni legate alla crisi economica, una simile prospettiva significherebbe anche un impoverimento del pluralismo informativo, del dibattito pubblico, del patrimonio culturale e informativo del Paese. Non va sottovalutato nemmeno l’incredibile apporto professionale che i settimanali diocesani hanno sempre assicurato, quale fucina che ha saputo coinvolgere, formare e quindi immettere nel circuito dei grandi media comunicatori qualificati e competenti”. Un esempio viene dal “Corriere Cesenate” che quest’anno festeggia i cento anni. A nome dei direttori dei settimanali, Francesco Zanotti, presidente della Fisc e direttore del “Corriere Cesenate”, ha ringraziato mons. Crociata assicurando di “tradurre in impegno concreto per i prossimi anni le tracce indicate questa mattina”.
L’incontro con l’umanità. Prima dell’intervento del segretario generale della Cei si è svolta una tavola rotonda sul tema “La piazza della città e la piazza on line: uno smarrirsi o un ritrovarsi? Come le relazioni tra persone (importanti per un territorio) possono interagire con le connessioni (importanti per internet)”. Introducendo i lavori, Paolo Bustaffa, direttore del SIR, ha ricordato che “la piazza è il luogo dove la storia s’incontra, si scontra, cambia direzione”. Nelle piazze delle nostre città i giornalisti sono chiamati a “consumare le suole delle scarpe”, in quella virtuale “i polpastrelli delle dita”; in entrambe, tuttavia, “passa l’incontro con l’umanità”. La sfida, dunque, sta nel “portare umanità nelle connessioni digitali”, sapendo che, ha sottolineato Bustaffa, per “abitare la rete è necessario, prima di tutto, pensare”, senza prescindere da “valori fondamentali come fede e ragione”. Il direttore del SIR ha anche richiamato la necessità di un patto educativo tra operatori dei media e famiglie. Un’alleanza che “abbia a cuore il risveglio della coscienza umana”. Solo così, ha concluso, di fronte “allo strapotere della rete è possibile rimanere anche nel web uomini e donne”.
Integrare vecchi e nuovi media. “Quasi solo la stampa del territorio mantiene la ‘presa’ totale”, il legame diretto e concreto “con la realtà vera del Paese”, ha riconosciuto il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, andando all’origine della piazza, “caratteristica delle nostre città, che da sempre hanno uno spazio d’incontro”. Ma negli ultimi tempi “abbiamo distrutto le piazze inseguendo luoghi ‘altri’, come ad esempio i centri commerciali, cercando qualcosa che surrogasse quei luoghi simbolo della nostra cultura”. E così “oggi abbiamo piazze vere, piazze che non ci sono più e piazze virtuali”, dove queste ultime sono “altri luoghi nei quali si cerca di trovare un senso di comunità”. I nuovi media sono “strumenti potenzialmente buoni”, ha aggiunto Tarquinio, opportunità per “un uomo in cerca di libertà”. Ma tale libertà, ha richiamato, dev’essere “responsabile e coniugarsi con la vita delle persone”, poiché “una libertà irresponsabile conduce, presto o tardi, a esiti nefasti”. “Internet è uno strumento utilissimo – ha osservato – ma quanto c’è di certificato e quante scorie?”. Ecco dunque l’importanza di un’integrazione tra vecchi e nuovi media dove “ciò che è basato su un’autorevolezza data dalla storia e dall’esercizio responsabile della libertà si accompagna alla presenza in rete”.
L’identità del territorio. “In questa fase di decadenza dobbiamo ricominciare dal locale, dalla coscienza di cittadini. Dobbiamo riscoprire la piazza, da sempre emblema dell’Italia, ma per riscoprire la piazza, in particolare quella telematica, sono necessari gli strumenti giusti”, ha sottolineato Carmen Lasorella, direttrice di San Marino Rtv. “I settimanali diocesani – ha proseguito – svolgono a livello locale un servizio fondamentale per costruire l’identità del territorio, ma anche il locale deve alimentarsi di tecnologia. Un giornale oggi non può più fare solo il giornale, una televisione solo la televisione e così via”. La giornalista ha ricordato come, anche nel nostro Paese, qualcosa si stia effettivamente muovendo come dimostrano le 500 micro web tv esistenti. Ma quale rapporto tra uomo e tecnologia? “Dobbiamo lavorare – secondo la giornalista – per non rimanere schiacciati dalla tecnologia, ma per cavalcarla”. “Se io non so cosa cercare – ha concluso Lasorella – quale linguaggio, quali messaggi far passare anche una tecnica importante non può far nulla. Per questo sono necessarie nuove sinergie, anche tra diverse generazioni”. (Sir)
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