6 Maggio 2013
Luserna Alta si attrezza per le emergenze abitative
Da maggio a Casa Immacolata saranno disponibili posti letto per gli sfrattati
Partirà a giorni il progetto curato dalla parrocchia di Luserna San Giovanni per far fronte alle emergenze abitative. Grazie ad una convenzione con il Comune di Pinerolo, le persone rimaste senza casa potranno quindi trovare temporaneamente un tetto per la notte, nella Casa dell’Immacolata (Piazza Parrocchiale,19).
«È un’iniziativa che nasce sullo scenario in cui ci troviamo in questi anni – spiega il diacono Rocco Nastasi, che segue il progetto sin dalla sua nascita – una situazione di crisi che ha creato nuove povertà. Il comune di Pinerolo, per determinati soggetti deboli, ha sempre cercato di rispondere dandogli la possibilità di essere collocati presso alberghi limitrofi alla città. Purtroppo, negli anni di crisi, c’è stato l’aumento del bisogno da parte dei cittadini da un lato, e la contrazione della disponibilità economica dall’altro».
Questo ha fatto sì che il comune si interrogasse sul come rispondere a questo bisogno crescente cercando soluzioni più economiche ma allo stesso tempo efficaci: «Questo progetto – continua Nastasi – è stato stimolato dal comune di Pinerolo (inteso non come comune a sé ma come fulcro su cui gravitano le vallate) ma si rivolge ad un’utenza più ampia, ai soggetti che provengono dai territori limitrofi. Io mi occupo anche del Can (Comunità Accoglienza Notturna), in cui vengono soggetti della Val Pellice, Val Chisone e Pianura, e così penso sarà anche per questa casa di accoglienza.
Voglio sottolineare, comunque, che l’alternativa a questo tipo di iniziativa è quella di trovarsi per strada. Si è vissuti a Pinerolo, per esempio, l’esperienza di una coppia che è andata a dormire nel sottopassaggio della stazione e ha rischiato di subire violenze: vivere per strada comporta sempre un rischio, ancora di più in questi anni difficili per tutti».
Presso la casa non potranno ovviamente essere accolti tutti quelli che ne hanno bisogno in contemporanea, ma si spera di ospitarne il più possibile: «L’idea – conclude Nastasi – non è quella di creare una soluzione abitativa definitiva, ma di rispondere a un bisogno temporaneo dove le famiglie colpite dalla crisi non sono più state in grado di pagare l’affitto. Questa esperienza di Casa Immacolata potrebbe essere una soluzione adeguata per preparare una reintroduzione del soggetto nella società: temporaneamente gli si dà la possibilità di avere un tetto, una casa e nel frattempo cerca lavoro». Uno degli obiettivi del progetto, quindi, è quello di favorire il più possibile un ricambio nei soggetti ospitati.
La casa di accoglienza verrà aperta entro la metà di maggio, ed è prevista una fase di “avviamento” di un paio di mesi. Poi durante l’estate ci sarà un’interruzione, e si riprenderà in autunno a pieno regime. Nella fase di avviamento sono previsti 7-8 posti letto, che probabilmente aumenteranno nella fase successiva, sulla base delle richieste. «Il comune di Pinerolo – continua Nastasi – si è impegnato ad erogare un contributo alla Parrocchia per la gestione dei locali, e bisogna tenere presente che ci sarà un operatore che funzionerà da referente per queste persone, connettendo le loro richieste con i vari servizi di riferimento e che farà da mediatore con i servizi sociali».
L’annuncio della partenza del progetto ha creato qualche piccola polemica con alcuni genitori delle scuole materne, in quanto gli alloggi predisposti sono adiacenti ai locali delle scuole. Polemica che, comunque, è prontamente rientrata: d’altronde non si sta parlando di una comunità di recupero per ex-carcerati o ex-alcolisti, ma di persone comuni che non hanno più il privilegio di un lavoro.
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