Skip to Main Content

Attualità  

L'urlo di dolore della Sicilia

L'urlo di dolore della Sicilia

3 ottobre 2013

Questa mattina nei pressi dell’isola dei Conigli, a Lampedusa, è stata consumata una strage di migranti, senza precedenti, 94 morti e 300 dispersi, ancora in via di ritrovamento, provenienti dall’Africa. Un barcone che conteneva circa 500 clandestini eritrei e somali, avrebbe dovuto sbarcare all’isola dei Conigli, vicino Lampedusa, ma all’improvviso il mezzo di trasporto, troppo carico, e in condizioni critiche, si è rovesciato, buttando in acqua centinaia di clandestini a bordo. Sono stati recuperati i cadaveri di 94 persone, tra cui due bambini e una donna incinta.
L’ennesima tragedia che ha seminato morti innocenti, e ha fatto assistere ad uno scempio umano, che genera orrore e sgomento. I cadaveri trasportati prima sul molo Favarolo, a Lampedusa, sono stati poi, trasferiti all’hanger dell’aeroporto.
Il Papa ha gridato “Vergogna”, per il mancato rispetto umanitario, e dell’inosservanza dei veri principi cristiani. L’evento ha suscitato molteplici dubbi, e la procura di Agrigento ha deciso di aprire un’inchiesta sul caso sconcertante.
Il problema dell’immigrazione, è diventato per la Sicilia, uno dei più gravi. L’immigrazione clandestina è una realtà con la quale i siciliani stanno convivendo, trovandosi spesso a dover decidere da soli il destino di poveri sfortunati, spesso in fuga da guerra e miseria.
Dopo l’emergenza sbarchi si presenta quella dell’accoglienza che risulta sempre più difficoltosa data l’impossibilità di offrire lavoro e alloggi.
La Sicilia ha dato moltissime volte dimostrazione di solidarietà e di accoglienza. I siciliani hanno accolto questi stranieri profughi, con bontà, cercando di offrire loro una mano nel momento del bisogno.

Il più delle volte, sbarcano nelle coste siciliane, barconi piene di gente che proviene dall’Egitto, dalla Siria, e da altri paesi africani, in cerca di cibo, acqua, vestiti, coperte, e latte per i bambini. Spesso, all’interno di questi grandi barconi che hanno viaggiato in condizioni pessime e di sovraffollamento, ci sono donne in stato di gravidanza. Sono nati tanti bambini in Sicilia, dopo un viaggio lungo e faticoso, dalle mani di volontari che hanno prestato il loro servizio di soccorso, con molta umiltà e coraggio.

La Sicilia si è vista costretta a dover agire, così, in soccorso dei più deboli, sbarcati a qualunque ora della notte e del giorno. I siciliani hanno letto negli occhi degli sventurati, un estremo bisogno di conforto morale, e in certi casi di caldo abbraccio che ha fatto sorgere un sorriso nel viso stanco di gente affamata, infreddolita, stanca e stremata dal viaggio della speranza. Momenti indimenticabili nel cuore di molti volontari che hanno regalato tempo e attenzione.

Pochi giorni da, il 30 settembre, si è consumata una strage di persone straniere al largo del mare che costeggia Scicli, in provincia di Ragusa. Un barcone pieno di clandestini era giunto in quella zona, perchè erano stati avvisati di sbarcare in posti poco visibili, dove non ci sarebbero stati ulteriori problemi.Si trattava di eritrei, che vedendo la spiaggia di Sampieri, luogo marittimo vicino Scicli, si sono buttati a mare, per raggiungere la spiaggia, ma non sapevano che il mare fosse molto profondo, e purtroppo 13 persone sono morte annegate. Un vero scempio umano, visto la cifra, ormai consistente di morti annegati, che si è verificata in questi ultimi mesi, nei mari siciliani. La Sicilia, si trova così, a dover assistere a tragedie, rimanendo inerme, impotente, conservando nella mente, lo spiacevole ricordo dei tristissimi momenti legati al recupero dei cadaveri sconosciuti e anonimi.

Il vero problema è rappresentato dal post- arrivo di queste persone sventurate, che hanno a che fare con una cultura, lingua, abitudini, costumi e mentalità diverse, spesso in contrasto con le loro, andando incontro a disagi psicologici non indifferenti, nonostante la loro grande volontà di accettare una realtà diversa, e il loro spirito di sacrifico. Ma questa cruda realtà è resa ancora più insopportabile, dalla mancanza di lavoro e dalla necessità di adattarsi a qualsiasi occupazione che serve solamente a tamponare provvisoriamente le esigenze, che poi si ripresentano puntualmente e rimangono senza soluzione.

La società siciliana vive l’assillante problema della disoccupazione che ferisce e dilania l’animo di molti giovani senza lavoro e non restituisce loro la dignità calpestata, spesso dopo anni di studio e di frustrazione. Problemi su problemi, che rimangono irrisolti, e che spesso costituiscono terreno fertile per il dilagare della delinquenza, che porta all’emarginazione sociale.
E’ ormai improrogabile un intervento europeo che metta fine a questo scempio umano e alle innumerevoli vittime che hanno trovato solo morte, oltre la delusione, sconfortando i sopravvissuti e scioccando coloro che hanno assistito a queste situazioni disperate. Situazioni che non hanno trovato nessuna reale via d’uscita, se non un’accoglienza che purtroppo non basta a garantire un futuro dignitoso e sicuro.

 

04 ottobre 2013

Il Vicepremier e ministro dell’interno Angelino Alfano ha proposto di assegnare il premio Nobel per la pace a Lampedusa. Ha dichiarato che sarebbe un atto di riconoscenza nei confronti di un’isola che ha dedicato tempo e attenzione scrupolosa ai migranti che hanno cercato rifugio e conforto, dopo innumerevoli sbarchi in condizioni disagiate e disperate, spesso ai limiti della sopportazione umana. Gli isolani di Lampedusa, che ammontano a circa 6.500, hanno dimostrato, sostiene il Vicepremier, una impareggiabile solidarietà.
La candidatura di Lampedusa al Premio Nobel per la pace suonerebbe anche come un grido di allarme per smuovere le coscienze dei paesi dell’UE che, in gran parte, sono rimasti sordi agli appelli lanciati fino ad ora e non hanno voluto trovare delle soluzioni efficaci per mettere fine a questa strage.
Al momento la risposta dell’Europa si limita a ribadire l’urgenza di fermare i traffici in Africa, col presupposto di risolvere il grave problema dell’immigrazione clandestina, che sta affliggendo Lampedusa e la Sicilia, a monte, anziché a valle.

 

Consuelo Greco

Lampedusa

 

 

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *