19 Aprile 2014
Luciano Ratto e l’arte di collezionare vette
19 aprile 2014
Perché affrontare fatiche, freddo, fame, sete e rischi – a volte anche mortali – per conquistare una vetta? La risposta di Luciano Ratto è disarmante: «Non lo so!». Ma subito aggiunge: «come disse il grande alpinista George Leigh Mallory: Perché la montagna è là!»
In queste parole è racchiusa tutta la filosofia, la simpatia e la semplicità di un uomo che, una dopo l’altra, ha raggiunto per primo tutte le 82 vette delle Alpi che superano la fatidica quota dei 4.000 metri.
Luciano Ratto, 82 anni portati alla grande, giovedì 10 aprile nella sala “Pacem in Terris” del Museo Diocesano di Pinerolo, ha raccontato il suo approccio alla montagna e il Club4000 di cui è presidente onorario.
La serata, organizzata da “Vita Diocesana” in collaborazione con il CAI di Pinerolo e la CITAM PV (Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta), è stata aperta da monsignor Pier Giorgio Debernardi che, dopo aver salutato il numeroso pubblico, ha sintetizzato la sua personale passione per la montagna. Socio del CAI dal 1965, ha al suo attivo alcuni 4000 e numerosissime ascensioni ed escursioni.
Gli onori di casa li ha fatti Ugo Griva, consigliere centrale del CAI ed ex presidente della locale sezione di Pinerolo, per la quale ha portato i saluti dell’attuale presidente Alessandro Lazzeri. Lodovico Marchisio, presidente della CITAM, ha raccontato la sua amicizia con Luciano Ratto, col quale va tuttora in montagna. «Ad unirci – ha detto Marchisio – è stato anche l’ideale comune della salvaguardia ambientale del mondo alpino».
Patrizio Righero, direttore di “Vita”, ha quindi dato il via ad un’appassionante botta e risposta con l’ospite della serata. Ratto ha esordito con un avvincente excursus sulla storia dell’alpinismo e sulla prima ascesa al Bianco. A compiere l’impresa fu lo scienziato Horace-Bénédict De Saussure, affascinato da quella vetta che scorgeva dalla sua casa a Ginevra. Dopo alcuni tentativi di ricognizione effettuati insieme alla guida valdostana Jean-Laurent Jordaney a partire dal 1784, la prima ascensione fu realizzata con Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard, entrambi di Chamonix. La vetta fu raggiunta l’8 agosto 1786 alle 18:23. E su quest’ora esatta Luciano ha saputo creare nella sala una forte curiosità, svelando solo a fine serata come fu possibile all’epoca stabilire un’ora così precisa. La registrazione fu annotata dal barone Adolf Traugott von Gersdorf, amico del De Saussure, che seguì da Chamonix tutta l’impresa con un potente telescopio al pari di un attento cronista sportivo attuale.
Ratto, rispondendo alle domande, ha quindi spiegato come è stata possibile, con un gruppo scelto di alpinisti italiani (Gino Buscaini, Roberto Aruga e Franco Bianco) con altri alpinisti francesi e svizzeri, la classificazione degli 82 quattromila riconosciuti come tali. La serata è stata anche l’occasione per presentare la guida “Tutti i 4000: l’aria sottile dell’alta quota” redatto dallo stesso Ratto con la collaborazione di molti soci del Club 4000 e non solo. Il libro racchiude l’esperienza del Club che riunisce alpinisti provenienti da diverse parti del mondo che hanno “collezionato” almeno 30 vette superiori ai 4000. «Tutti siamo un po’ collezionisti – ha puntualizzato Ratto -. Personalmente però, anche se non disdegno questo tipo di approccio, preferiscono considerarmi un alpinista!»
A fine serata c’è stato spazio anche per un simpatico siparietto: Vanda Ferrero, vispa ottantatreenne di Avigliana, ha condiviso con il pubblico l’emozione della sua prima vetta alpinistica conquista l’11 marzo scorso con la guida di Luciano Ratto e Lodovico Marchisio. A testimonianza che non è mai troppo tardi per iniziare a far montagna.
Un lungo e caloroso appaluso ha messo il sigillo sul successo della serata.
Ma.Ri.
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