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Attualità  

La Grecia alla ricerca di alleanze

La Grecia alla ricerca di alleanze

4 febbraio 2015

La vittoria di Syriza il 25 gennaio ha galvanizzato una gran parte del popolo greco stremato dalle politiche di austerità e ha incoraggiato quanti in altri Paesi dell’Unione Europea hanno vissuto gli effetti disastrosi di quelle politiche. Lo si è visto in particolare nella massiccia mobilitazione del movimento “Podemos” in Spagna e altre proteste è probabile seguiranno, alcune anche di segno politico contrario, come a fine mese in Italia per iniziativa della Lega.
La vittoria di Alexis Tsipras non ha fatto tutti felici, a cominciare dai creditori – Istituzioni internazionali, Stati e banche – che vantano crediti non indifferenti nei confronti della Grecia e che hanno registrato con qualche brivido le promesse elettorali di Syriza. Si sa che le promesse elettorali non sono – o non sono ancora – un programma di governo, ma generano attese alle quali bisognerà in qualche misura rispondere, magari non subito, magari non del tutto, ma nemmeno disattendere troppo.
Le promesse elettorali di Syriza non erano banali: dal rifiuto di rispettare gli accordi sottoscritti con la “troika” (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) sul rientro dal debito e sulla restituzione dei prestiti ricevuti fino all’annullamento delle privatizzazioni previste e ad aumenti salariali e previdenziali. Queste ultime misure sono state prese immediatamente dal nuovo governo appena insediato, con l’inevitabile conseguenza di allarmare ulteriormente i creditori; nulla è ancora deciso sul debito, oggetto di future difficili trattative.
Per temperare l’allarme diffusosi presso i creditori della Grecia si è messo in moto il ministro ellenico delle finanze in visita a Parigi, Londra e Roma, dove ha incontrato il nostro governo in compagnia dello stesso Alexis Tsipras, per sondare le disponibilità di possibili alleati nel difficile negoziato al quale la Grecia adesso afferma di non sottrarsi, alla ricerca di un compromesso del quale si cominciamo a intravedere i primi elementi.
Mancano per ora, in questo primo giro di consultazioni, due tappe importanti, Berlino, Francoforte, mentre alcuni primi contatti sono stati presi con Bruxelles. La prima, la Cancelleria tedesca, dichiaratamente contraria a rivedere gli accordi, la seconda, la Banca centrale europea, cauta ad aprire nuovi crediti mentre a Bruxelles Parlamento europeo e Commissione si preparano a svolgere il ruolo di mediatori.
Dagli incontri già avvenuti a Parigi e a Roma, non è nato un “asse” con Atene, ma si è registrata una relativa comprensione delle difficoltà per la Grecia a rispettare la lettera degli accordi nei tempi e con gli interessi previsti. Non si è ancora ad un compromesso sulla riduzione dei debiti contratti, decisione che non spetta a singoli Stati ma alle Istituzioni europee, che dovranno decidere all’unanimità e nelle sedi internazionali di cui fanno parte. Il compromesso che si profila per ora sembra limitarsi a un prolungamento delle scadenze previste per la restituzione e a una riduzione degli interessi a fronte di una ripresa della crescita.
Sarà interessante vedere che ne sarà del rifiuto del governo greco di trattare con la “troika” e c’è già chi ipotizza – la Commissione europea, tra gli altri, ma il Parlamento potrebbe affiancarsi – di rivedere il ruolo, se non addirittura la sopravvivenza, di questa associazione molto anomala nel paesaggio istituzionale comunitario.
L’Italia, che vanta con la Grecia un credito complessivo di 40 miliardi, ha dimostrato comprensione e vicinanza ai problemi greci, ma non può procedere ad un colpo di spugna, se non forse parziale, sapendo che 6 italiani su 10 è contrario che vengano fatti sconti alla Grecia. Anche se sono molti quelli che pensano che quei crediti siano difficilmente esigibili in tempi storici. Lo testimonia l’ultima proposta greca alla BCE di trasformare i suoi crediti in “obbligazioni perpetue”, che non saranno mai rimborsate ma continueranno a produrre “interessi perpetui”. Un tempo si sarebbe detto “la fantasia al potere”, più recentemente da noi si sarebbe parlato di “finanza creativa”: improbabile che tutto questo convinca i creditori della Grecia.

Franco Chittolina – AGD

Alexis Tsipras
Alexis Tsipras

 

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