9 Marzo 2020
La denuncia del Comitato Verità e Vita: UN ALTRO PASSO VERSO L’EUTANASIA LEGALE. GLI ANZIANI NON SI AMMALINO DI CORONAVIRUS!

La SIAARTI, la Società Scientifica di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, ha emanato delle Raccomandazioni di etica clinica dirette agli operatori correlate all’emergenza creata dal Covid-19. In nome della “straordinarietà della situazione” e della possibile insufficienza dei posti-letto, si propone brutalmente di non permettere l’ingresso in Terapia Intensiva di anziani affetti dal virus, soprattutto se già portatori di altre patologie o in condizioni precarie, nonché di interrompere la Terapia intensiva in atto nei loro confronti, anche se ancora utile; azioni da porre in essere anche in presenza di altri posti-letto disponibili, per riservarli ad eventuali altri pazienti più giovani. I criteri sono quelli di “giustizia distributiva” e di “appropriata allocazione delle risorse sanitarie limitate”: occorre la “massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone”, per cui è opportuno “riservare risorse ha chi ha più probabilità di sopravvivenza e a chi può avere più anni di vita salvata”. Insomma: curare gli anziani con la Terapia Intensiva costa troppo e non vale la pena (tanto dovrebbero morire dopo pochi anni…).
Sgombriamo il campo dalla giustificazione della emergenza: viene proposto un criterio che “riguarda tutti i pazienti intensivi, non soltanto quelli affetti da Covid-19”. È una soluzione utile per tutti i casi di budget sanitario limitato: non curare al meglio chi ne ha necessità attuale ma, piuttosto, negare preventivamente agli anziani le terapie migliori. Uno strumento duttile: non è indicata l’età limite per accedere alla Terapia Intensiva, cosicché – a seconda del budget sanitario disponibile – questo limite potrà salire o scendere. Tutto questo dovrebbe avvenire a prescindere dalla volontà del paziente e dalla sua volontà di essere curato nel migliore modo possibile, anche con la Terapia Intensiva.
Come stupirsi? Abbiamo capito benissimo che l’enfatizzazione del consenso informato e l’esaltazione dell’autodeterminazione di ciascuno, fino al suicidio, sono “specchietti per le allodole” per nascondere la realtà opposta: l’eutanasia non consensuale delle persone che appartengono alle categorie dei soggetti “inutili”, malati, anziani, disabili. La legge 219 del 2017 non a caso, permette ai rappresentanti legali di rifiutare le terapie salvavita sui minori e incapaci. Chi ha scritto queste Raccomandazioni ha il merito di avere posto la questione esplicitamente: gli anziani e le persone fragili “valgono” meno dei più giovani e più sani, tanto che non “vale la pena” di curarli efficacemente e salvare loro la vita; poiché le risorse sono limitate, non possono essere utilizzate per questi anziani “testardi” che non hanno ancora capito quando è il momento di farsi da parte …
Il Comitato Verità e Vita denuncia questo nuovo passo verso l’eutanasia legale, esercitata direttamente dai medici sulla base di criteri di valore dagli stessi decisi. La morte per mancata sottoposizione alla Terapia Intensiva necessaria e disponibile dovrà essere addebitata come omicidio. Non sono i medici a decidere se “vale la pena” curare una persona! L’obbligo di curare è assoluto! La società si interroghi sulla china che abbiamo preso e sugli effetti di avere negato il valore di ogni vita dal concepimento fino alla morte naturale.
Comitato Verità e Vita
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